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Partita Iva procacciatore d’affari

Partita Iva procacciatore d'affari

Sei un procacciatore d’affari e vuoi conoscere meglio le opportunità che ti offre il regime forfettario? Oppure sei alla ricerca di un consulente online per risparmiare sulla gestione della tua partita Iva.? Magari stai semplicemente pensando di iniziare questo lavoro e vuoi informazioni su come aprire l’attività.

Nella guida di oggi vediamo come aprire partita Iva procacciatore affari in regime forfettario.
Gli argomenti che trattiamo vanno dalla scelta del codice ATECO adatto, alla tassazione ed i contributi previdenziali obbligatori da versare alla Cassa di appartenenza.

Indice dei contenuti

  • Il procacciatore d’affari
  • Aprire partita Iva procacciatore d’affari
  • Regime forfettario procacciatore d’affari
  • Procacciatore d’affari ed agente di commercio
  • Versamento contributi previdenziali procacciatore d’affari
  • Consulente per Procacciatore d’Affari in Regime Forfettario

Il procacciatore d’affari

Innanzitutto evidenziamo che procacciatore d’affari ed agente di commercio sono due figure ben distinte. Spesso notiamo che intorno a queste due attività c’è un po’ di confusione e difficoltà a comprenderne la differenza sostanziale.

Il procacciatore d’affari difatti mette in contatto le due parti con lo scopo di far concludere un affare, a differenza dell’agente che ha mandato per concluderlo.
Se vediamo la questione dal punto di vista di un imprenditore, assumere un procacciatore d’affari è sicuramente vantaggioso.

Aprire partita Iva procacciatore d’affari

Per lavorare come procacciatore d’affari è proprio necessario aprire la partita Iva? La risposta a questa domanda è semplice: dipende dalla continuità o meno con la quale si svolge l’attività.

Se l’attività è occasionale, non è necessario aprire la partita Iva, se invece l’attività diventa abituale e protratta nel tempo questo diventa obbligatorio.
In ogni caso, anche in caso di attività occasionale, presta attenzione che il fatturato non superi la soglia dei 5.000 €. In questi casi sarà sufficiente utilizzare il proprio codice fiscale, ma questo caso non è oggetto della nostra attenzione.

Se al contrario l’attività è continuativa, oltre all’apertura della propria partita Iva si dovrà procedere all’iscrizione alla Camera di Commercio perché si tratta di attività d’impresa e non di libera professione.

Il codice ATECO da utilizzare è il 46.19.02 – Procacciatori d’affari di vari prodotti senza prevalenza di alcuno.

Ci sono altri codici che è possibile scegliere in base all’attività effettivamente svolta:

  • 46.13.04 –Attività di intermediari del commercio all’ingrosso di legname e di materiali da costruzione
  • 46.14.06 – Attività di intermediari del commercio all’ingrosso di macchine e attrezzature industriali, navi e aeromobili
  • 46.15.06 – Attività di intermediari del commercio all’ingrosso di mobili, articoli per la casa e ferramenta
  • 46.16.08 – Attività di intermediari del commercio all’ingrosso di  prodotti tessili, abbigliamento, pellicce, calzature e articoli in pelle
  • 46.17.08 – Attività di intermediari del commercio all’ingrosso di prodotti alimentari, bevande e tabacchi
  • 46.18.50 –Attività di intermediari del commercio all’ingrosso di apparecchiature audio e video 
  • 46.18.11 –Attività di intermediari del commercio all’ingrosso di prodotti farmaceutici 

Per questa attività il coefficiente di redditività è pari al 62%.

Ecco alcuni elementi utili per aprire partita iva come procacciatore d’affari:

  • Inquadramento: Commerciante
  • Requisiti richiesti: No
  • Iscrizione Camera Commercio: Si
  • Previdenza: iscrizione alla Gestione INPS Commercianti
  • Apertura partita Iva: presso l’Agenzia delle entrate modello AA9/12

Partita Iva procacciatore d'affari

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Apertura Partita Iva Regime Forfettario

Regime forfettario procacciatore d’affari

Come già evidenziato, il regime forfettario è un regime agevolato perfetto per i contribuenti che iniziano una nuova attività.
Nel corso degli anni, le varie Leggi di bilancio hanno di volta in volta introdotto novità significative. Anche per l’anno in corso è stata confermata la soglia massima dei ricavi.
Vediamo in dettaglio i requisiti necessari per adottare il regime forfettario in questo 2024:

  1. non percepire ricavi annuali superiori a 85.000 €;
  2. non usufruire di altri regimi speciali ai fini IVA;
  3. essere residente in Italia o in uno stato membro dell’Unione Europea. In quest’ultimo caso si deve produrre in Italia almeno il 75% del reddito;
  4. l’anno precedente non devi aver sostenuto spese per lavoratori dipendenti o collaboratori superiori a 20.000 €;
  5. attività di cessione di fabbricati, terreni edificabili o mezzi di trasporto nuovi non sono ammessi;
  6. il reddito da eventuale lavoro dipendente percepito l’anno precedente non deve essere superiore a 30.000 €;
  7. non partecipare a società di persone, associazioni professionali, Srl trasparenti contemporaneamente all’esercizio dell’attività;
  8. non avere partecipazioni di controllo, diretto ed indiretto, in Srl la cui attività sia riconducibile direttamente o indirettamente all’attività svolta con partita Iva individuale;
  9. il fatturato non deve essere prodotto prevalentemente nei confronti di datori di lavoro con i quali sono intercorsi rapporti di lavoro o erano intercorsi nei due anni d’imposta precedenti.

L’imposta sostitutiva, ossia la tassa che sostituisce l’IRPEF è pari al 15%, ulteriormente ridotta al 5% per i primi 5 anni di attività se si rispettano dei requisiti specifici ossia:

  1. non aver esercitato, nei 3 anni precedenti, attività artistica, professionale ovvero d’impresa, anche in forma associata o familiare;
  2. l’attività non deve costituire in nessun modo mera prosecuzione di altra attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo.
    E’ escluso il caso in cui l’attività precedentemente svolta consista nel periodo di pratica obbligatoria ai fini dell’esercizio di arti o professioni;
  3. proseguimento di un’attività svolta in precedenza da altro soggetto, l’ammontare dei relativi ricavi e compensi, realizzati nel periodo d’imposta precedente quello di riconoscimento del predetto beneficio, non sia superiore agli 85.000 €.

Procacciatore d’affari ed agente di commercio

Il contratto di un procacciatore di affari e di un agente di commercio non sono uguali anche se ci sono molti aspetti in comune, proviamo ad evidenziare alcune differenze:

  1. il contratto di agenzia presenta maggiori costi per un imprenditore ma maggiori garanzie per l’agente;
  2. il procacciatore d’affari è legato in minor misura al proprio preponente rispetto all’agente di commercio;
  3. l’agente pubblicizza l’azienda che rappresenta in una determinata parte del territorio, mentre il procacciatore non ha vincoli;
  4. al procacciatore non viene applicata l’indennità di preavviso e di fine rapporto;
  5. l’agente di commercio è obbligato all’iscrizione all’ENASARCO, mentre il procacciatore d’affari no.

L’affinità principale consiste nel fatto che al contratto di procacciamento di affari si applicano le stesse disposizioni relative al contratto di agenzia. Chiariti questi aspetti, diamo uno sguardo alla previdenza.

Versamento contributi previdenziali procacciatore d’affari

Come abbiamo già detto, il procacciatore d’affari è tenuto soltanto ad iscriversi alla Gestione INPS Commercianti e non all’ENASARCO. Dobbiamo fare una distinzione:

  • se il reddito imponibile è inferiore a € 18.555,00 dovrai pagare solo dei contributi fissi di importo pari a € 4.549,70 (il pagamento avviene con cadenza trimestrale tramite F24 – 16 Maggio, 20 Agosto, 16 Novembre e 16 Febbraio n+1).
  • se il reddito imponibile è superiore a € 18.555, dovrai versare sia i contributi fissi con cadenza trimestrale visti prima, sia i contributi in percentuale. Tali contributi si versano in sede di dichiarazione dei redditi applicando l’aliquota del 24,48% alla differenza tra il reddito imponibile ed il reddito minimale di € 18.555,00.

Considera che applicando il regime forfettario puoi richiedere una riduzione del 35% sui contributi annuali, portando il totale da versare da 4.549,70 € a 1.592,39 €.

Tuttavia questa riduzione comporta un accredito ai fini pensionistici di 7 mesi e mezzo, contro l’accredito di 12 mesi della quota piena.

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Commercianti e regime forfettario

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    Commenti

    1. Andrea dice

      8 Agosto 2017 alle 7:58

      Grazie ….veramente una bella spiegazione ……penso che a breve avremo una collaborazione

      Rispondi
    2. MARCO GIUSEPPE MORONI dice

      15 Luglio 2019 alle 17:28

      Salve, tutto chiaro ma solo per sapere se io come codice Ateco 461902 PROCACCIATORI D’AFFARI DI VARI PRODOTTI SENZA PREVALENZA DI ALCUNO. sono tenuto a fare fatture elettroniche. E’ in corso una disputa con l’azienda per questo. Non sono in regime forfettario .
      Grazie.

      Rispondi
      • Staff dice

        17 Luglio 2019 alle 18:19

        Buonasera Marco, sono esenti dall’obbligo della fatturazione elettronica solo i contribuenti in regime forfettario e dei minimi.
        Cordiali saluti

        Rispondi
    3. Raffaele Galati dice

      7 Gennaio 2023 alle 13:53

      Buon pomeriggio per aggiungere il codice ateco come procacciatori d’affari e obbligare già avere il mandato , oppure non c’è bisogno

      Rispondi
      • Staff dice

        7 Gennaio 2023 alle 12:53

        Buongiorno, la lettera di incarico è un documento necessario per poter aggiungere il codice ateco in camera di commercio.
        Unica eccezione è se l’attività viene svolta nella regione Lombardia, dove i procacciatori di affari non possono iscriversi in camera di commercio, pertanto il codice ateco dovrà essere aggiunto solamente all’Agenzia delle Entrate dove la lettera di incarico non è necessaria.

        Cordiali saluti

        Rispondi

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