Applichi il regime forfettario alla tua partita Iva? Vuoi sapere quante tasse devi pagare?
Oggi ci occupiamo del calcolo tasse regime forfettario grazie ad una serie di esempi numerici.
Diversamente dal regime semplificato, dove le tasse da pagare dipendono dai ricavi e costi sostenuti, il calcolo tasse regime forfettario funziona in maniera diversa, scopriamo come.
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Indice dei contenuti
Calcolo Tasse regime forfettario
Per procedere correttamente con il calcolo tasse regime forfettario, occorre comprendere il meccanismo che lo regola. Il Codice ATECO, assume grande importanza per calcolare correttamente gli importi perché determina direttamente le spese forfettarie.
Ti ricordiamo che il codice ATECO è un acronimo di attività economiche, ed è una combinazione di sei cifre che identifica la tua attività lavorativa.
Per trovare il codice adatto alla tua attività puoi consultare il nostro sito o richiederci una consulenza gratuita. In alternativa puoi consultare il di Infocamere o dell’ISTAT.
Di seguito, facciamo alcuni esempi numerici suddivisi in base al tipo di attività, professionista, artigiano o commerciante.
Calcolo Tasse Professionista
Iniziamo ad analizzare il caso per un libero professionista iscritto alla Gestione Separata INPS.
Reddito lordo: 10.000 €
Coefficiente di redditività: 78%
Aliquota imposta sostitutiva: 5%
Aliquota Gestione separata INPS: 26,07%
Reddito imponibile: 10.000 € x 78% = 7.800 €
Imposta sostitutiva : 7.800 € x 5% = 390 €
Contributi INPS: 7.800 € x 26,07% = 2.033,46 €
Reddito lordo: 25.000 €
Coefficiente di redditività: 78%
Aliquota imposta sostitutiva: 5%
Aliquota Gestione separata INPS: 26,07%
Reddito imponibile: 25.000 € x 78% = 19.500 €
Imposta sostitutiva : 19.500 € x 5% = 975 €
Contributi INPS: 19.500 € x 26,07% = 5.083,65 €
Reddito lordo: 40.000 €
Coefficiente di redditività: 78%
Aliquota imposta sostitutiva: 5%
Aliquota Gestione separata INPS: 26,07%
Reddito imponibile: 40.000 € x 78% = 31.200 €
Imposta sostitutiva : 31.200 € x 5% = 1.560 €
Contributi INPS: 31.200 € x 26,07% = 8.133,84 €
Approfondimento consigliato
Contributi Gestione Separata INPS
Calcolo Tasse Artigiano
Vediamo adesso come procedere per il calcolo tasse regime forfettario di una ditta artigiana.
Reddito lordo: 15.000 €
Coefficiente di redditività: 67%
Aliquota imposta sostitutiva 5%
Riduzione contributi INPS 35%: SI
Reddito imponibile: 15.000 € x 67% = 10.050 €
Imposta sostitutiva : 10.050 € x 5% = 502,5 €
Contributi INPS*: 2.541,32 €
Luca deve versare tutto il contributo minimale* in 4 rate trimestrali da 635,33 € cadauna
Reddito lordo: 20.000 €
Coefficiente di redditività: 67%
Aliquota imposta sostitutiva 5%
Riduzione contributi INPS 35%: SI
Reddito imponibile: 20.000 € x 67% = 13.400 €
Imposta sostitutiva : 13.400 € x 5% = 670 €
Contributi INPS*: 2.541,32 €
Alberto deve versare tutto il contributo minimale* versarsi in 4 rate trimestrali da 976,44€ cadauna.
Reddito lordo: 30.000 €
Coefficiente di redditività: 67%
Aliquota imposta sostitutiva 5%
Riduzione contributi INPS 35%: SI
Reddito imponibile: 30.000 € x 67% = 20.100 €
Imposta sostitutiva : 20.100 € x 5% = 1.005 €
Contributi INPS fissi*: 2.541,32 € da versarsi in 4 rate trimestrali da 635,33 € cadauna
Contributi INPS in percentuale*: 925,68€
Approfondimento consigliato
Artigiani e Regime Forfettario
Calcolo Tasse Commerciante
Reddito lordo: 25.000 €
Coefficiente di redditività: 40%
Aliquota imposta sostitutiva 5%
Riduzione contributi INPS 35%: SI
Reddito imponibile: 25.000 € x 40% = 10.000 €
Imposta sostitutiva : 10.000 € x 5% = 500 €
Contributi INPS*: 2.619,30 €
Marco deve versare solo il contributo minimale* in 4 rate trimestrali da 654,83€ cadauna.
Reddito lordo: 40.000 €
Coefficiente di redditività: 40%
Aliquota imposta sostitutiva 5%
Riduzione contributi INPS 35%: SI
Reddito imponibile: 40.000 € x 40% = 16.000 €
Imposta sostitutiva : 16.000 € x 5% = 800 €
Contributi INPS*: 2.619,30 €
Annalisa deve versare tutto il contributo minimale* in 4 rate trimestrali da 654,83€ cadauna.
Reddito lordo: 60.000 €
Coefficiente di redditività: 40%
Aliquota imposta sostitutiva 5%
Riduzione contributi INPS 35%: SI
Reddito imponibile: 60.000 € x 40% = 24.000 €
Imposta sostitutiva : 24.000 € x 5% = 1.200 €
Contributi INPS fissi*: 2.619,30 € da versarsi in 4 rate trimestrali da 654,83€ cadauna.
Contributi INPS in percentuale*: 1.898,91 €
Approfondimento consigliato
Commercianti e regime forfettario
I vantaggi del forfettario
Il grande vantaggio del regime forfettario è che non è prevista l’IRPEF.
Si paga una tassa chiamata imposta sostitutiva, che può essere del 5% o del 15%.
Per capire il meccanismo, ti consiglio la lettura di regime forfettario aliquota al 5% o al 15%.
Se hai diritto all’aliquota ridotta del 5% potrai mantenerla per i primi cinque anni di attività.
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Alessandro Cavotta dice
Buongiorno,
Se volessi aprire una nuova attività nel 2017 in regime forfettario come libero professionista e poi superassi i limiti dei ricavi/compensi (30000 euro), a quanto ho capito non farò più parte del regime dei minimi a partire dal 2018: ciò significa che per i redditi percepiti dal 2018 e per i successivi 3 anni verrei tassato in base al regime ordinario. Ma chiedo: i redditi percepiti nel 2017 verranno comunque tassati in base al regime forfettario (dato che esclusione parte dal 2018) oppure anche loro verranno tassati in base al regime ordinario?
Staff dice
Alessandro, considerato che il comma 71. dell’art. 1 della Legge di Stabilità 2015 (legge 190/2014) indica che “il regime forfetario cessa di avere applicazione a partire dall’anno successivo a quello in cui viene meno taluna delle condizioni di cui al comma 54 (requisiti per l’accesso) […]”, si conferma che i redditi percepiti nel 2017 saranno comunque tassati secondo le regole del regime forfetario anche in caso di superamento del limite di fatturato.
Fabio dice
Buonasera. In caso di negozio e-commerce che vende console e videogiochi usati è possibile aderire al regime forfettario ?
Staff dice
Buonasera, come specificato dalla normativa e confermato dalla circolare 10/E del 4 Aprile 2016, il regime forfettario non è compatibile con l’attività di “rivendita beni usati, oggetti d’arte, d’antiquariato o da collezione” in quanto queste attività rientrano tra quelle per cui è necessario applicare un regime speciale IVA (regime del margine art. 36, DL 41/95).
marina dice
salve io ho un mercatino usato bambini in forfettario quindi è errato? grazie
Staff dice
Buonasera Marina, come riportato dalla Circolare 10/e del 2016 e dalla legge 190/2014, sono esclusi dall’applicazione del regime forfettario coloro che esercitano attività soggette a regimi speciali Iva, come la rivendita di beni usati, di oggetti d’arte, d’antiquariato o da collezione (articolo 36 del D.L. n. 41/95).
Inoltre l’esercizio di un’attività soggetta ad un regime speciale Iva, preclude l’accesso al regime forfettario anche a tutte le altre attività esercitate anche se non soggette a regimi speciali.
Un saluto
Davide dice
Salve
Mi è stata proposta una collaborazione come educatore professionale. 24 ore settimanali (3 turni da 8) a 15€\ora, con il vincolo di aprirmi la partita iva. Dato che non ho altre entrate è una proposta da tenere in considerazione?
Grazie
Staff dice
Buonasera Davide,
Premettiamo che avere un unico committente per un periodo superiore ai due anni, in caso di controlli, potrebbe far scattare la presunzione di subordinazione, almeno che la tua posizione non possa essere qualificata come collaboratore specializzato (es. laureato nel settore del datore di lavoro). Ti consigliamo di leggere questo nostro articolo (https://www.regimeminimi.com/partite-iva-libere-dal-vincolo-fornero/)
Con i dati presentati si calcola un reddito al netto di imposte e contributi di circa 1.100€ al mese (senza considerare gli acconti per il primo anno).
La considerazione di questa offerta di lavoro deve anche essere valutata in base alle tue esigenze.
Per avere con maggiore precisione una stima del reddito mensile e un preventivo per la tua posizione inviaci una email o contattaci
Cordiali Saluti
Andrea dice
Buongiorno, mi è stato offerto un lavoro come rappresentante, ho 20 anni e mi è stato chiesto di aprirmi la partita IVA per poter eseguire questo mestiere, sono stato informato di un costo INPS annuale per la pensione di circa 3000 euro fissi, oltre le altre tasse.
È vero? Ogni anno dovró pagare 3000 euro al dilá del fatturato mio?
Se aprissi ora la partita iva con questo regime, in caso andasse tutto male, quando potrei chiuderla? Che costi avrei?
Attendo vostre risposte, Grazie.
Staff dice
Buonasera Andrea,
Ti confermiamo che per l’attività di rappresentante sono dovuti i contributi INPS in misura fissa, indipendentemente da quanto si incassa durante l’anno.
I contributi fissi trimestrali per l’anno 2017 ammontano a 3.682,99€, ma applicando il regime forfettario può essere richiesta una riduzione del 35% che porterebbe i contributi fissi trimestrali ad un totale di 2.393,94€, con un rata trimestrale di 598,48€.
Se desideri ricevere un preventivo ed una simulazione delle imposte che andrai a versare puoi scriverci una mail.
Cordiali saluti
valerio dice
Buongiorno, un’informazione a breve aprirò un negozio. pagherò di affitto 9600 annui, per il calcolo dei beni strumentali bisogna considerare anche la locazione.
la domanda è nel 2018 verranno considerati nei calcoli anche l’affitto del 2017?
o solo i costi dei beni strumentali acquistati/pagati nel 2018?
Grazie Mille
Staff dice
Buonasera Valerio,
Se abbiamo ben capito, ti riferisci al limite di 20.000€ per il costo complessivo dei beni strumentali.
La Circolare 10/e del 2016, al punto 2.2 lettera c. specifica che per il regime forfettario “non concorrono alla formazione di detto limite i beni immobili, comunque acquisiti, e anche se detenuti in locazione”, rettificando quanto previsto per il vecchio regime dei minimi.
Di conseguenza si specifica che al 31/12 di ogni anno il costo complessivo dei beni strumentali di proprietà del negozio non deve superare il limite di 20.000 €.
Nel calcolo di questo limite deve essere considerato il costo di acquisto al netto dell’IVA. Mentre i beni ad uso promiscuo concorrono nella misura del 50%.
Cordiali saluti
Eugenio dice
Salve io ho aperto la partita iva il 30 gennaio 2017 però ho iniziato a fatturare a marzo. Vorrei sapere se per non uscire dal regime forfettaria non devo superare i 27500 o i 25000 di fatturato nel 2017? Conta quindi da quando ho aperto la partita iva o da quando ho iniziato a fatturare? Grazie
Staff dice
Buonasera Eugenio, si ritiene che come data effettiva di inizio attività debba essere preso in considerazione quello comunicato al momento dell’iscrizione alla cassa previdenziale (gestione separata INPS, Artgiani e Commercianti o relativa cassa professionale).
Cordiali Saluti.
Vincenzo Borrelli dice
Buonasera dovrei aprire una partita iva con regime forfettario a maggio 2017 x svolgere attività di acquisizione clienti attraverso banner pubblicitari del mio sito web. Quale codice ATECO mi consigliate x avere diritto alla gestione separata INPS e non incorrere in problemi pure con il regime forfettario?
Grazie x la risposta
Staff dice
Ciao Vincenzo, l’attività di affiliation marketing tramite spazi pubblicitari su internet, avrebbe come inquadramento corretto quello dell’iscrizione in Camera di commercio come attività d’impresa.
Il codice ateco più utilizzato e a nostro parere corretto, è il 73.11.02 “Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari”.
L’iscrizione alla gestione separata tramite questo codice attività, anche se non la riteniamo appropriata, può essere fatta.
Molti tuoi colleghi in fase di startup hanno optato per questo inquadramento, in modo da non dover sostenere fin da subito il costo dei contributi fissi INPS.
Il codice ateco sopra indicato, secondo il regime forfettario prevede un limite di fatturato di 30.000€ ed un coefficiente di redditività del 78%.
Per una consulenza approfondita sulle modalità di apertura della partita iva puoi contattare il nostro staff di esperti.
https://www.regimeforfettario.it/contattaci/
Bouna giornata.
francesco di corato dice
Salve sono in regime forfettario dal gennaio 2016 e sono Agente di Commercio, nel 2016 mi sono state liquidate fatture di provvigioni inerenti il 2013 e 2014 anni in cui con il regime ordinario ho versato la relativa IVA e anticipato le tasse nonostante non avessi incassato le Fatture, oggi ricevo la Ritenuta d’Acconto operata su quelle Fatture , posso detrarre regolarmente la ritenuta dall’imposta che dovrò versare a Giugno???
Grazie
Staff dice
Buonasera Francesco,
A nostro parere dovrebbe essere tenuto conto del regime fiscale in cui viene percepito il compenso e non di quello in cui sono state emesse le fatture. Pertanto il pagamento del compenso non dovrebbe prevedere il versamento della ritenuta d’acconto come indicato, dovresti comunicare al debitore che attualmente sei nel regime forfettario e che non deve essere applicata la ritenuta d’acconto.
Se questa ormai fosse già stata versata, ti confermiamo che le ritenute subite per compensi ricevuti durante l’applicazione del regime forfettario possono essere recuperate nel qudro RS, esattamente al rigo RS40.
Cordiali Saluti
Francesco dice
Grazie del chiarimento
Staff dice
Prego Francesco,
per qualsiasi domanda siamo a tua disposizione.
Un saluto
Alex dice
Buongiorno,
attualmente ho un contratto di agenzia con un’azienda di vendita diretta leader nel settore della cosmetica. Circola voce che proporranno un nuovo contratto con regime forfettario e volevo informarmi un po’ su come funziona, quali sono i pro e quali i contro. Leggendo il vostro articolo mi é abbastanza chiaro che andrò a guadagnare molto meno perché non potrò emettere nel corso dell’anno fatture oltre i 30.000€. Se l’azienda dovesse decidere di togliermi il contratto d’agenzia andrei a perdere tutti i contributi ENASARCO e INPS versati da 10 anni ad oggi?
Staff dice
Buonasera, Alex
Il regime forfettario è un regime agevolato perchè non prevede l’applicazione dell’ IVA e della ritenuta d’acconto in fattura.
I contribuenti nel forfettario oltre che a godere di un’imposta sostitutiva IRPEF al 15%, sono esentati dall’obbligo di tenuta della contabilità e dalla presentazione delle dichiarazioni IVA. Per approfondire la tua conoscenza sul regime forfettario ti consigliamo di leggere qualche nostro articolo, come ad esempio:
https://www.regimeforfettario.it/regime-forfettario-vantaggi-e-svantaggi-del-nuovo-regime-minimi/
https://www.regimeforfettario.it/regime-forfettario-agevolazioni-inps/
https://www.regimeforfettario.it/guida-regime-forfettario/
I contributi INPS e Enasarco i versamenti effettuati durante l’attività con un contratto di agenzia, potranno essere ripresi una volta riottenuto un altro incarico o lavoro.
Per quanto riguarda i contributi Enasarco, non è possibile richiedere la ricongiunzione con i contributi INPS, in quanto si tratta di contributi di natura integrativa (art. 1 comma 1 legge 29/1979). Se l’attività cessa prima di avere 20 anni di versamenti all’Enasarco, per non perdere i contributi versati obbligatoriamente è necessario proseguire con il versamento dei contributi volontari.
Per quanto riguarda invece i contributi INPS verranno persi solo nel caso in cui non si raggiunga i requisti per richiedere la pensione minima.
Per avere maggiori informazioni sui nostri servizi puoi contattarci.
Cordiali Saluti
Sebastiano dice
Buongiorno,
ho aperto la partita IVA a gennaio 2017 e ho iniziato a fatturare dallo stesso mese, gennaio. La mia attività ha coefficiente di redditività pari al 78%. Al mese guadagno € 1.600. Quanto dovrò versare di tasse a giugno 2018 e poi a novembre 2018? Sia IRPEF che INPS e se dovrò versare anticipi.
N.B. IRPEF al 5% data apertura partita IVA quest’anno.
Grazie mille in anticipo!
Staff dice
Buonasera Sebastiano,
Il calcolo da eseguire è semplice:
1.600 x 12= 19.200€ incasso annuale
19.200 x 78%= 14.976€ reddito imponibile
14.976 x 5%= 748,80€ saldo imposta sostitutiva, giugno 2018
748,80 x 40%= 299.52€ 1°acconto imposta sostitutiva, giugno 2018
748.80 x 60%= 449.28€ 2°acconto imposta sostitutiva, novembre 2018
Per quanto riguarda i contributi, dipende a quale gestione sei iscritto.
Nel caso della Gestione separata, il saldo e si calcola sul solito reddito imponibile delle tasse.
14.976 x 25,72% (aliquota 2017)= 3.851,83€ saldo gestione separata, giugno 2018
3.851.83 x 40%= 1.540,73€ 1° acconto gestione separata, giugno 2018
3.851,83 x 40%= 1.540,73€ 2° acconto gestione separata, novembre 2018
Ricordiamo che gli acconti versati nel 2018 saranno recuperati dal saldo nel 2019.
Cordiali Saluti
Sebastiano dice
Buonasera,
innanzitutto la ringrazio per la risposta tempestiva.
Ho ancora due domande:
1) Mi era stato detto che l’IRPEF va calcolato moltiplicando il 5% con il REDDITOx78% ma sottraendo dal REDDITOx78% i contributi INPS: quindi sarebbe: 19.200 -> 14.976 – 3.851,83 = 11.124,17 e su questo moltiplicare il 5%, non su 14.976. È errato?
2) Okay per l’acconto dell’imposta sostitutiva 40%+60% ma non ho capito come mai invece i contributi INPS sono 40%+40%… il restante 20%?
Grazie ancora!
Staff dice
Buonasera Sebastiano,
Ti confermiamo che quanto ti era stato detto è corretto. Dall’imponibile IRPEF devono essere detratti i contributi della gestione separata pagati durante l’anno.
Nel nostro esempio non sono stati riportati in quanto se l’attività inizia nel 2017, i primi contributi verranno versati a partire da Giugno 2018.
Per quanto riguarda gli acconti della gestione separata il 20% rimanente viene versato direttamente a saldo in sede di dichiarazione dei redditi l’anno successivo.
Cordiali Saluti
Sebastiano dice
Adesso mi è quasi tutto chiaro, l’ultimissima cosa che le chiedo è, in merito a “nel nostro esempio non sono stati riportati in quanto se l’attività inizia nel 2017, i primi contributi verranno versati a partire da Giugno 2018”: il primo anno, nel mese di giugno 2018, non posso quindi sottrarre dall’IRPEF i contributi INPS che inizierò a pagare per la prima volta proprio a giugno 2018 ma sarà possibile farlo a partire dal 2019? Quindi si sottraggono i contributi INPS dell’anno precedente, è corretto?
Grazie ancora, gentilissimo.
Staff dice
Gentile Sebastiano, ti confermo che in sede di dichiarazione dei redditi dal reddito imponibile IRPEF devono essere sottratti i contributi INPS versati l’anno precedente.
Cordiali saluti
Massimo dice
Buongiorno, sono un lavoratore dipendente con contratto a tempo indeterminato. Lavoro per un’azienda artigiana e vorrei aprire anche la p.iva con regime forfettario visto che saltuariamente mi capitano piccoli lavoretti. Se non ho capito male non è possibile aprire un’attività simile a quella che svolgo come dipendente (ma nemmeno se il mio datore di lavoro è consenziente?). Per aderire al regime forfettario devo avere un reddito lordo da lavoro dipendente inferiore a 30.000 euro giusto? Il mio è di circa 15000 quanto potrei quindi fatturare x restare nel forfettario?
Grazie
Massimo
Staff dice
Buonasera Massimo,
Un’attività simile al tuo lavoro da dipendente può essere svolta, ma se viene verificata la prosecuzione dell’attività l’aliquota dell’imposta sostitutiva sarà al 15%.
Per prosecuzione dell’attività si intende, svolgere il lavoro da partita iva verso i medesimi clienti del datore di lavoro, con i soliti beni strumentali o svolgendo l’attività dal medesimo luogo di lavoro.
Per quanto riguarda il fatturato ti ricordiamo che il reddito da lavoro dipendente e il reddito da autonomo sono separati; se il tuo reddito da dipendente è di circa 15.000€ potrai applicare il regime forfettario e non superare le sogli di fatturato previste dalla normativa.
Codiali Saluti
Alex dice
Buongiorno,
mi hanno proposto di aprire la partita iva (sempre a regime forfettario) rientrando nel campo delle attività professionali, quindi con un reddito imponibile al 78%. Il mio fatturato al mese dovrebbe essere di 1500€ . Quello che non riesco a capire è se la tassazione IRPEF (che sarà del 5%) e INPS (che non so a quanto ammonta la percentuale) viene calcolata sul 78% del fatturato, il rimanente 22% rimane a me, va allo Stato… non ho capito… Via chiedo se gentilmente mi potreste spiegare questa cosa con un calcolo.
Vi ringrazio in anticipo!
Staff dice
Ciao Alex,
Ti confermiamo che l’imposta sostitutiva al 5% e i contributi della gestione separata INPS (aliquota 2017 del 25.72%) sono calcolati sul reddito determinato dal coefficiente di redditività.
Facciamo un esempio, considerando un fatturato totale di 18.000€ (1.500 x 12) e un coefficiente del 78%: 14.040€
il tuo reddito imponibile sarà dato da 18.000 x 78%, ovvero 14.040€; il primo anno l’imposta sostitutiva sarà determinata da 14.040 x 5% ovvero 702€, mentre la gestione separata da 14.040 x 25,72% ovvero 3.611€.
Spero che il nostro esempio ti sia stato di aiuto, per ulteriori informazioni puoi scriverci.
Buona giornata.
Massimo dice
Buonasera sono un lavotatore dipendente di una azienda artigiana. Ho un contratto a tempo pieno e indeterminato ma vorrei aprire la partita Iva visto che saltuariamente mi capita l’opportunità di fare qualche lavoretto ma ho questi dubbi:
È vero che non posso aprire la p.iva come artigiano se lavoro in un azienda artigiana? (Nemmeno se il mio datore è daccordo???).Per aderire al regime forfettario devo avere il reddito da lavoro dipendente inferiore a 30000 euro (io sono sui 15000) ma poi quanto potrei fatturae altri 15000 oppure anche di più? È vero che non devo pagare i contributi Inps visto che li pago già come dipendente?
Grazie
Massimo
Staff dice
Buongiorno Massimo,
Se hai un lavoro da dipendente a tempo pieno potrai aprire la partita iva, ma non potrai essere iscritto alla sezione Artigiani della Camera di commercio.
Questo perchè per avere la qualifica di artigiano è necessario che l’attività sia esercitata in modo esclusivo o prevalente e il lavoro da dipendente non te lo permette.
Ricorda che se viene verificata la prosecuzione dell’attività l’aliquota dell’imposta sostitutiva sarà al 15%. Per prosecuzione dell’attività si intende, svolgere il lavoro da partita iva verso i medesimi clienti del datore di lavoro, con i soliti beni strumentali o svolgendo l’attività dal medesimo luogo di lavoro.
Per aderire al regime forfettario devi avere un reddito da dipendente inferiore ai 30.000€ annui.
Ti ricordiamo che i due redditi sono completamente separati, infatti con la partita iva potrai incassare indipendentemente dal reddito di lavoro dipendente, l’importante è che non superi i limiti di ricavi previsti dalla normativa.
Il limite di ricavo per le attività artigiane può essere di 25.000€ o di 30.000€, dipende dal settore in cui si trova l’attività svolta.
Per concludere, ti confermiamo che non dovrai versare i contributi inps per l’attività di lavoro autonomo, in quanto sei già coperto dalla posizione contributiva del lavoro dipendente.
Cordiali Saluti
Marilena dice
Buonasera,
sono una dipendente di ente pubblico, con contratto part time a 18 ore e reddito annuo lordo dal lavoro dipendente di circa 15 mila euro .
Leggendo le risposte ad precedenti quesiti, in merito alla possibilità di aprire partita IVA in regime forfettario, anche io sto valutando di poter intraprendere ex novo una attività professionale, di guida ambientale e accompagnamento turistico ed escursionistico, educazione ambientale e formazione sportiva. Mi pare mi sia consentito, pur dipendente pubblico, in quanto compatibile con il regime contrattuale part time 50%.
Vorrei tentare l’esperienza pur con la prospettiva di un reddito annuo al massimo di 2/3 mila euro, previa tuttavia una stima dei costi per l’ apertura di partita IVA e l’ inquadramento fiscale, per valutarne la sostenibilità. Dal punto di vista fiscale nel regime forfettario mi pare non venga stabilito un volume di reddito minimo come imponibile, desumo che pertanto sarebbero tassati i redditi effettivi, fossero anche poche centinaia di euro l’anno. In quale codice attività e coefficiente rientrerei?
La tenuta dei registri contabili mi pare semplice, non essendo assoggettata ad IVA e ritenuta di acconto, e limitata al registro dei corrispettivi e conservazione della documentazione emessa, e si limiterebbe alla dichiarazione annuale.
Dal punto di vista della dichiarazione dei redditi il reddito da lavoro dipendente e quello di lavoratore autonomo sono due tipologie che si mantengono separate?
infine, essendo già titolare di una posizione previdenziale come lavoratore dipendente del comparto pubblico, sono esente dal pagamento di contributi INPS o devo aprire un’altra posizione e versare altri contributi?
grazie, Marilena F.
Staff dice
Buonasera Marilena,
Come lavoratore dipendente del settore pubblico, consigliamo comunque di comunicare al datore di lavoro la volontà di aprire la partita iva.
Nel regime forfettario non viene stabilito un reddito minimo, ma ricordiamo che non è possibile portare in deduzione i costi dell’attività. Il reddito imponibile verrà determinato dall’applicazione del coefficiente di redditività al totale dei ricavi.
Consigliamo di contattare i nostri professionisti per valutare attentamente quale Codice Ateco è il più consono alla tua attività. Il coefficiente di redditività sarà quasi sicuramente del 67%, ovvero quello per le “altre attività economiche”.
Non c’è obbligo della tenuta dei registri contabili, se non la conservazione della documentazione fiscale come le fatture emesse.
Nella dichiarazione dei redditi, il reddito da lavoro dipendente e da lavoro autonomo rimangono separati, ovvero non fanno cumulo tra loro.
Nel caso in cui la tua attività venisse inquadrata come attività professionale, l’iscrizione alla gestione separata sarebbe comunque dovuta, ma con un’aliquota ridotta al 24%.
Cordiali Saluti
emilio dice
salve, vorrei iniziare l’attività di amministratore di condominio.
rientrerei nel regime forfettario 86% per il settore Costruzioni e attività immobiliari.
ipotizzando un reddito totale pari a 10000.
quanto andrei a pagare tra inps e imposte(5 % giusto?) nell’arco di un anno?
grazie
Staff dice
Buongiorno Emilio,
grazie di averci contattato e effettivamente le tue considerazione relative alle conseguenze dell’apertura di una partita Iva sono corrette per quanto riguarda l’Irpef mentre sappi che
per quanto riguarda i contributi previdenziali (gestione separata Inps) sarai assoggettato ad un’aliquota pari al 25%.
Se desideri ulteriori informazioni, siamo a tua disposizione.
Cordiali saluti
Danilo dice
Buona sera.
Lavorando come libero professionista nel campo sanitario per 8 ore al giorno a 10€/ora lordi per 5 giorni alla settimana… quanto dovrebbe ammontare lo stipendio netto mensile?
Staff dice
Buonasera Danilo,
Se sei nel regime forfettario pagherai l’imposta al 5% e i contributi per la tua cassa previdenziale sul 78% dei tuoi ricavi totali.
Facendo un breve calcolo avresti un reddito annuale lordo di 19.200€ (8ore x 10€ x 5 giorni x 4 settimane x 12 mesi).
Il tuo reddito imponibile sarà di 14.976€ (19.200×78%).
Le tasse che dovrai versare, esclusi gli acconti per l’anno successivo sono di:
14.976 x 19% (5% imposta sostitutiva + 14% contributi cassa previdenziale) = 2.845,44€
In conclusione lo stipendio netto mensile sarà di circa 1.363€ dato da [(19.200 – 2.845,44) / 12].
Cordiali Saluti
Giuseppe dice
Buona sera, volendo aprire una nuova partita iva con il nuovo regime forfettario 2017 nel campo pubblicitario, vendita pannelli con stampa digitale, ideazione di campagne pubblicitarie, vetrofanie, realizzazione insegne etc etc e facendo parte ad oggi di una impresa familiare nello stesso settore, desideravo capire se era fattibile l’apertura della mia nuova partita iva o se prima di aprirla devo uscire dall’impresa familiare. Inoltre vorrei se possibile pagare il meno possibile quali contributi inps (quindi forse serve l’iscrizione alla cassa separata ?) Grazie
Staff dice
Buonasera Giuseppe, il regime forfettario non può essere applicato quando al contempo si è titolari di una partecipazione in una società di persone.
Se l’impresa familiare è svolta in forma individuale, il collaboratore familiare che non percepisce alcun reddito potrà applicare il regime forfettario per la sua attività imprenditoriale.
Il soggetto però si ritroverà così con una doppia posizione contributiva.
A nostro parere inoltre se il collaboratore non ha mai percepito alcun reddito dall’impresa familiare, potrà godere anche della riduzione al 5% per i primi 5 anni dell’imposta sostitutiva.
Dalla descrizione dell’attività che andresti a svolgere, si presume che non sia possibile richiedere l’iscrizione alla gestione separata.
Infatti come da te descritto, svolgendo attività commerciale (vendita di pannelli con stampa digitale) e attività artigianale (realizzazione di insegne), sarai sottoposto alla contribuzione fissa INPS da artigiano o commerciante.
Ricordiamo però che applicando il regime forfettario però potrà essere richiesta la riduzione del 35% dei contributi fissi INPS, che passerebbero da 3.600€ a 2.400€ all’anno.
Cordiali Saluti
Giuseppe dice
Salve e grazie per la risposta.considerando che ho avuto un reddito da questa impresa familiare da ditta individuale con mia quota del 49% di circa 8000 euro in conclusione mi pare di capire che potrei perseguire le seguenti opzioni 1) pur rimanendo nell impresa familiare posso aprire una partita iva regime forfettario e chiedere abbattimento inos del 35% e tassazione al 15%
Opzione 2) esco dall impresa familiare ed apro p.iva in regime Forfettario in quali termini ? Riguardo Inps e tassazione ? Grazie per la vostra gentilezza è preparazione
Giuseppe
Staff dice
Buonasera Giuseppe, con l’opzione 2 potrebbe essere comunque richiesta la riduzione del 35% per i contributi INPS.
Mentre per l’IRPEF la tassazione rimarrebbe ancora al 15% in quanto per usufruire della riduzione al 5% è necessario che nei tre anni precedenti all’inizio della attività non sia stata svolta alcuna attività di impresa.
Avendo percepito un reddito dall’impresa familiare il suddetto requisito non viene rispettato.
Cordiali Saluti
Danilo dice
Come mai i contributi sono al 14%? Non dovrebbero essere al 27,72%?
Staff dice
Gentile Danilo,
Abbiamo considerato contributi al 14%, in quanto l’aliquota media dei contributi soggettivi delle casse previdenziali per i professionisti nel settore della sanità è all’incirca il 14% (ENPAPI, ENPAP, ENPAM ecc..)
Mentre l’aliquota della Gestione Separata INPS, ovvero la cassa di previdenza per i liberi professionisti che non sono iscritti ad un ordine o albo, per il 2017 è stata ridotta dal 27,72% al 25,72%.
Al calcolo presentato puoi applicare l’aliquota a te più congeniale.
Cordiali Saluti
Stefano dice
Buongiorno, vorrei aprire la partita iva in regime forfettario a settembre 2017.
Attualmente lavoro per un impresa di pulizie e il 1 luglio 2017 saranno passati esattamente 3 anni (necessari per la pratica).
Rischio che venga considerata “mera prosecuzione di attività “?
Inoltre, i costi che non sostengo, rimangono ae come utile?
Grazie
Staff dice
Buonasera Stefano, la circolare 10e del 2016 dell’Agenzia delle Entrate riporta che “la prosecuzione dell’attività deve essere valutata sotto il profilo sostanziale e non formale”, è importante valutare se la nuova attività si rivolge alla medesima clientela e necessita delle stesse competenze lavorative. Da quanto riportato sembra che sia proprio il tuo caso, pertanto a nostro parere l’aliquota da applicare sarà al 15%.
I costi che non sostieni ma che comunque vengono dedotti forfettariamente dal tuo reddito imponibile rimarranno come utile.
Cordiali saluti
Teo dice
Buongiorno,
Stavo pensando di mettermi in proprio aprendo una partita iva avendo 16mesi di naspi che potrei risquotere per aprire l’attività, purtroppo trovo pareri contrastanti sulle spese..
Se fatturassi 30000 euro con il regime dei minimi (ho 26anni) come consulenza tecnica quindi con un coefficente del 78%
Avendo spese di software e affitto di circa 6000euro all’anno quanto mi rimarrebbe di netto? Al netto di contributi inps, tasse commercialista..
posso scaricare i 6000euro?
Grazie mille
Staff dice
Buongiorno.
Ricordiamo che l’unico regime agevolato applicabile ad oggi è il “regime forfettario” e non più il “regime dei minimi”.
Con il regime forfettario il reddito imponibile viene determinato “forfettariamente” applicando il coefficiente di redditività (del 78% nel tuo caso) al totale degli incassi.
Di conseguenza ricordiamo che nel regime forfettario non è possibile dedurre alcun costo di esercizio, eccezione per i contributi inps pagati durante l’anno.
Ti riportiamo di seguito una simulazione:
reddito imponibile: 30.000 x 78% = 23.400€
irpef: 23.400 x 5% = 1.170€
gestione separata: 23.400 x 25,72%= 6.018,48€
reddito netto: 30.000 – 1.170 – 6.018,48 – 6.000(costi software e affitto) – 218.38(commercialista con nostro servizio) = 16.593,24€ reddito netto
NB: il primo anno di esercizio dovranno essere anche versati gli acconti per le imposte dell’anno successivo, che per quanto riguarda l’IRPEF sono pari al 100% dell’IRPEF (1.170€ nel tuo caso), mentre per quanto riguarda la gestione separata sono pari all’80% del saldo gestione separata (nel tuo caso 6.018,48 x 80%). Ricorda che gli acconti poi saranno recuperati l’anno successivo in sede di dichiarazione dei redditi.
Cordiali Saluti
luca dice
Quindi diciamo se io ho fatturato sui 25.000 euro tolte tutte le tasse a me personalmente quanto mi rimana? calcolate che ho p.iva nel settore digital marketing
Staff dice
Buonasera, considerato per l’attività di digital marketing un coefficiente di redditività del 78%, con un fatturato di 25.000€ il reddito imponibile ammonterebbe a 19.500€.
Al netto delle tasse al 5% e dei contributi della gestione separata del 25,72% avresti un reddito netto mensile di circa 1.600€.
Il reddito netto mensile ogni anno può variare a seconda degli acconti, di tasse e contributi, versati nell’anno precedente.
Cordiali Saluti
Elena dice
Salve,
Ho una partita iva aperta nel 2014 (regime dei minimi).
Vorrei capire se fatturo annui 29000€ Quale tassazione mi verrà imposta x il 2017??
Staff dice
Buonasera Elena, con queste poche informazioni non è facile darti una risposta precisa, ma potrai considerare i seguenti dati:
Se applichi il regime dei minimi avrai il 5% di imposta sostitutiva sulla differenza tra ricavi e costi sostenuti nel 2016.
Inoltre in base al tuo inquadramento previdenziale dovrai versare i contributi alla gestione separata INPS (se libero professionista) con un’aliquota del 27,72%, o i contributi IVS (se artigiano o commerciante) con aliquota del 23% circa sulla differenza tra il reddito imponibile (ricavi – costi) e il minimale di 15.548€.
Cordiali Saluti
Luca dice
Buongiorno,
sono un lavoratore dipendente a tempo indeterminato. Vorrei svolgere attività di consulenza e coaching (quindi in un settore diverso da quello in cui opero attualmente e in cui continuerei, almeno inizialmente, a lavorare) aprendo Partita IVA.
Vorrei sapere come verrebbero calcolate le tasse e come i contributi (dal momento che ho già una contribuzione come lavoratore dipendete). C’è qualche schema con indicazione di scaglioni e aliquote che potrebbe aiutarmi in un calcolo, replicabile a seconda del fatturato?
Grazie!
Staff dice
Buonasera Luca, per il calcolo delle tasse puoi usufruire dello schema riportato nell’articolo.
Per quanto riguarda i contributi invece ricordiamo che se l’attività venisse svolta come impresa di servizi iscritta in camera di commercio potrai godere dell’esenzione contributiva, in quanto i contributi sono già versati dal tuo datore di lavoro; mentre se vorrai svolgere l’attività come libero professionista iscritto alla gestione separata INPS avrai un’aliquota contributiva ridotta al 24%.
La base di calcolo sul quale calcolare i contributi è data da: Ricavi x Coefficiente di redditività.
Cordiali Saluti
davide dice
Buonasera, sono un’elettricista. Mi hanno proposto di eseguire l’installazioni di impianti elettrici ma devo aprire la partita iva. Quali sono i costi fissi da sostenere durante l’anno? come viene calcolata l’imposta da pagare? il limite dei ricavi è di 25000€? quando emetto fattura devo calcolare SOLO il 4% sul compenso? Grazie per la risposta.
Staff dice
Buonasera Davide, applicando il regime forfettario come costi fissi annuali avrai i contributi INPS da artigiano. L’importo originario di questi contributi è di circa 3.600€, ma applicando il regime forfettario può essere richiesta una riduzione del 35%, portando i contributi a 2.400€ all’anno. Saranno versati in quattro rate con cadenza trimestrale.
Ti confermiamo che il limite di ricavi per la tua attività è 25.000€ e che l’imposta da versare viene calcolata moltiplicando il totale dei ricavi per il coefficiente di redditività, che nel tuo caso è del 86%. Sul risultato ottenuto si applica l’aliquota al 5% del regime forfettario.
Cordiali Saluti
FRANCESCA dice
Buongiorno,
nel caso di un ingegnere libero professionista, l’imposta sostitutiva versata per l’anno precedente (col regime del vantaggio) può essere dedotta dall’ammontare dei ricavi del nuovo regime forfettario?
oppure può essere considerata un “contributo” e quindi dedotta dal reddito forfettario?
o non esiste modo per renderla deducibile?
Grazie
Staff dice
Buongiorno Francesca, l’imposta sostitutiva non è mai deducibile dal reddito d’impresa.
Solamente gli acconti versati l’anno precedente potranno essere recuperati nel saldo di questo anno, anche se è stato effettuato il passaggio da regime dei minimi a regime forfettario.
Cordiali Saluti
FABIO dice
Buongiorno,
sono un ingegnere iscritto all’ordine degli ingegneri.
A dicembre 2015 l’azienda metalmeccanica per la quale ho lavorato come dipendente per 6 anni mi ha messo in mobilità. Ora la mobilità si è conclusa e l’azienda mi propone delle collaborazioni a partita IVA (si tratta di lavoro tecnico come disegni tecnici, manuali ed eventualmente calcoli strutturali che svolgerei da casa con mia strumentazione).
Rendendomi conto che queste mansioni che svolgerei come libero professionista potrebbero intravedersi come una prosecuzione dell’attivita che svolgevo in azienda, potrei aprire la partita IVA col regime forfettario al 15%. Corretto?
In tal caso in quanto ingegnere devo prima fare domanda apertura partita iva presso l’agenzia delle entrate o presso INARCASSA (cassa previdenziale per ingegneri e architetti)? Che voi sappiate quanto è la aliquota inarcassa da applicare all’imponibile per determinare il 1° e il 2° acconto di giugno e novembre?
Grazie 1000
Staff dice
Buonasera Fabio, il regime forfettario potrà essere applicato con l’aliquota al 15%. Dovrai per prima cosa procedere all’apertura della partita Iva e successivamente fare richiesta di iscrizione ad Inarcassa.
L’aliquota del contributo soggettivo di Inarcassa è al 14,50%.
Cordiali Saluti
Maria dice
Buongiorno,
da giugno 2016 ero disoccupata, essendosi presentata un’opportunità di lavoro, ho aperto la mia prima P.IVA con regime dei minimi, il 27 Aprile 2017.
Mi chiedo, ho dei contributi relativi alla P.IVA da versare entro il 16 Giugno 2017 per i ricavi percepiti in questo mese e mezzo? Se si, quali sono?
Grazie
Staff dice
Buonasera Maria, dalla descrizione riportata presumiamo che tu sia iscritta alla Gestione separata INPS come libero professionista, se è effettivamente così i contributi sui redditi del 2017 li dovrai versare in sede di dichiarazione dei redditi a Giugno 2018. Pertanto al 16 Giugno 2017 non dovrà essere effettuato alcun versamento.
Cordiali Saluti
VINCENZO NASTI dice
Salve, dal 1° Luglio 2017 mi è stata offerta una collaborazione come ingegnere aeronautica con retribuzione lorda di 1300 Euro, con l’obbligo di aprire partita IVA (regime forfettario). Da quello che ho appreso anche grazie a voi, dovrò pagare il 25% di contributi previdenziali sul 78% del lordo e il 15% sullo stesso importo di tasse. Non ho ancora però ben chiaro come comportarmi per la ritenuta d’acconto e come e quando dovrò poi pagare sia contributi che tasse. Potete aiutarmi? Grazie mille
Staff dice
Ciao Vincenzo, se rispetti determinati requisiti per 5 anni l’imposta sostitutiva che dovrai versare sarà pari al 5%. Nel caso tu non hai i requisiti richiesti l’imposta sostitutiva sarà del 15%.
Nel regime forfettario sei esonerato dall’applicazione della ritenuta d’acconto, pertanto non dovrà essere presente sulle tue fatture, così come l’Iva.
Le tasse verranno pagate in sede di dichiarazione dei redditi a Giugno 2018. Mente per quanto riguarda i contributi dipenderà dalla cassa previdenziale a cui dovrai iscriverti.
Cordiali Saluti
Carlos dice
Salve, mi potreste spiegare come è stato fatto il seguente calcolo delle tasse da pagare ?
Fatturato 2016: 4000,00€
Redditività: 78%
INPS: 27.72%
Imposta: 5%
Tasse da pagare entro giugno: circa 1.300
Staff dice
Buonasera, se è il primo anno che si pagano le imposte, il calcolo è il seguente:
4.000 x 78%= 3.120€ reddito imponibile (dal quale possono essere dedotti solo i contributi della gestione separata versati nell’anno precedente)
3.120 x 5%= 156€ saldo imposta sostitutiva regime forfettario (da cui sottrarre gli eventuali acconti pagati l’anno precedente)
156 x 40%= 62.40€ 1° acconto regime forfettario
3.120 x 27,72%= 864.86€ saldo gestione separata (da cui sottrarre gli eventuali acconti pagati l’anno precedente)
864,86 x 40%= 345.94€€ 1° acconto gestione separata
Totale= 1.429,20€
Il totale è leggermente discostante da quanto indicato nella domanda, la differenza può essere data dal versamento di acconti o di contributi per la gestione separata effettuati nell’anno precedente.
Cordiali Saluti
Carlos dice
Buonasera la ringrazio per la celere risposta.
Questo è il primo anno perchè la p.iva l’ho aperta a fine 2016.
Non capisco infatti come il commercialista sia arrivato a tale cifra
info dice
Complimenti davvero chiaro!
Vorrei solo una delucidazione:
se la dichiarazione 2016 – redditi 2015 – la mia imposta è stata di euro 1368 (Saldo 2015) + 547 (I° acconto per il 2016 e pari al 40% di 1368= saldo 1368 del 2015) e di 821 euro ( II° acconto pari al 60% del saldo 2015 = 1368 euro) e per la dichiarazione 2017 – redditi 2016 – il saldo è di euro 826 ( saldo 2016) + euro 330 ( I° acconto 2017) e euro 496 (II° acconto 2017), dovrei pagare quale importo visto che il saldo 2016 e gli acconti 2017 sono inferiori sia al saldo 2015 e sia agli acconti 2016 versati. In attesa un cordiale saluto.
Staff dice
Buongiorno, se gli acconti 2016 sono stati versati, nella dichiarazione 2017 il saldo di 826€ sarà completamente scalato dagli acconti versati nel 2016 e la parte in eccedenza verrà poi scalata come credito dagli acconti per il 2017, vedi di seguito il dettaglio:
saldo 2016: 826€ – 547 (1° acconto) – 821 (2° acconto) = – 542€ credito imposta sostitutiva
1° acconto 2017: 330€ – 542€ = -212€ credito eccedente imposta sostitutiva
2° acconto 2017: 496€ – 212= 284€
Per quest’anno risulterà da versare solamente 284€ come secondo acconto.
Cordiali saluti
info dice
Grazie, ma non mi torna il conteggio. Il saldo 2015 era di 1368 e gli acconti versati per il 2016 sono stati 1368 metodo storico. Se non dovessi operare compensazioni di sorta, dovrei versare il saldo 2016 di 826 e gli acconti per il 2017 di altrettanti 826. Volendo eseguire compensazioni a differenza tra quanto versato con acconti 2016 pari a 1368 e il saldo 2016 pari a 826 avrei un credito di 542 = (1368-826), a cui aggiungersi 826 degli acconti per il 2017 per una cifra totale a debito di 1110= (826 saldo 2016 + 826 acconti 2017 – 542 eccedenza su saldo 2016). Mi sbaglio?
Staff dice
Gentilissimo, nel suo ultimo calcolo ha riportato “826 saldo 2016 + 826 acconti 2017 – 542 eccedenza 2016 totale debito 1.100€”, gli 826€ di saldo 2016 li ha già compensati con gli acconti 2016 di 1368, dalla quale ha ottenuto l’eccedenza di 542€, pertanto il calcolo è il seguente:
826 saldo 2016 + 826 acconti 2017 – 1386 acconti 2016= debito 284€
Cordiali slauti
info dice
Buongiorno e grazie, quindi debbo versare solo 284 euro! Quindi il primo F24_ al 30 giugno 2017 (saldo + acconto con compensazione) valore 0; il secondo acconto per 30 novembre 2017_debito 284. Come indicare ai righi del modello LM dal LM 43 a LM 49 e del modello RX rigo RX31? Per far generare dal software di AdE i rispettivi F24?
Staff dice
Buongiorno, confermiamo il calcolo riportato.
Per i righi LM43 a 49 deve essere indicato se ci sono dei dati da riportare dalla precedente dichiarazione.
Nell’ RX31, riportare gli importi a debito o credito risultatnti dal quadro LM.
Le istruzione del software potranno sicuramente aiutarti.
Cordiali saluti
info dice
Buongiorno, dopo varie sono riuscito a comprendere che al rigo LM43 va indicato 1368 (quale importo totale degli acconti 2016 versati con dichiarazione 2016) tale valore è il riporto di quanto indicato al rigo RX31 del modello RX.Pertanto al rigo LM47 ho l’imposta a credito di 542 che posso compensare con F24.
Alessandra dice
Buonasera ho una partita iva a gestione separata aperta da qualche anno. Vorrei passare adesso, a metà anno, a quella forfettaria senza iva e ritenuta d’acconto.
Io insegno in una scuola ed ho saputo da poco che i mie colleghi fatturano con un importo non superiore alle 30.000 euro solo aggiungendo il 4% rivalsa INPS (senza iva e R.A), rivalsa che non ho mai aggiunto nella mia fattura a gestione separata, poichè non ne conoscevo l’esistenza..
In attesa di una Sua gentilissima risposta, invio distinti saluti
Alessandra
Staff dice
Ciao Alessandra, hai descritto la tua situazione però forse ti sei dimenticata di formulare la tua domanda la tua domanda. Se ce la invii la ricolleghiamo al tuo intervento.
Un saluto
Alessandra dice
Mi scusi vorrei sapere se posso cambiare adesso regime e passare dalla gestione separata al regime forfettario senza aspettare che finisca l’anno ed emettere nuove fatture
Staff dice
Buongiorno Alessandra,cerchiamo di rispondere alla tua domanda anche se non abbiamo ben chiaro cosa si intende con partita Iva a gestione separata.
La gestione separata è il nome della cassa previdenziale per i liberi professionisti che non sono iscritti ad alcun ordine o albo.
Se il regime fiscale adottato è il regime dei minimi e quindi fino ad oggi hai emesso fatture senza ritenuta d’acconto e Iva, per passare adesso al regime forfettario può essere sufficiente ritirare tutte le fatture già emesse e riemetterle inserendo la dicitura fiscale del regime forfettario o in alternativa emettere delle note di credito, al fine di modificare la dicitura delle fatture.
Se il regime fiscale adottato fino ad oggi è il regime ordinario, il ritiro delle fatture sarebbe più problematico, in quanto il tuo cliente ha già provveduto alla liquidazione periodica dell’Iva e lo stesso hai fatto te. Pertanto in quest’ultimo caso sarà necessario variare il regime fiscale a termine del periodo d’imposta.
Cordiali saluti.
Emma dice
Buongiorno,
vorrei dei chiarimenti. Provo ad essere il più chiara possibile. Ho 28 anni e ho aperto la Partita Iva a Gennaio 2017 nel regime forfettario, poiché a Novembre 2016 mi sono abilitata come commercialista, con conseguente iscrizione alla Cassa. La partita Iva non l’ho ancora minimamente movimentata poiché a fine Aprile sono stata assunta come contabile amministrativa da un’azienda. Dopo di che ho proseguito alla cancellazione dalla Cassa essendo iscritta, con l’assunzione, a un ente di Previdenza Obbligatorio (l’ENPAIA). La mia domanda è, dopo la cancellazione cosa devo fare? Fare qualche comunicazione all’INPS? Iscrivermi alla Gestione Separata?.. Inoltre, dato che devo iniziare a fare qualche piccola fattura per delle consulenze contabili che effettuo presso alcuni clienti, volevo sapere che costi devo affrontare già nel 2017 (io al momento non ho pagato ancora nulla). Se cortesemente potreste prospettarmi le mie scadenze nel 2017( o se già ci sono state), poiché nonostante ho provato a informarmi da diversi professionisti, ho avuto risposte discordanti e colpita dalla vostra professionalità nel rispondere alle varie domande ho pensato di rivolgermi a voi.
Vi ringrazio in anticipo.
Staff dice
Buongiorno Emma. Se sei iscritta all’albo dei dottori commercialisti ed hai preso partita Iva per tale attività puoi essere esonerata all’iscrizione della cassa previdenza se lavoratrice dipendente.
I Dottori Commercialisti che esercitano la professione ma hanno scelto di non iscriversi alla Cassa, o di cancellarsi, in quanto lavoratori dipendenti o pensionati di altri enti previdenziali, sono tenuti:
1) all’obbligo della comunicazione, entro il 15 novembre, dei dati reddituali (anche se il reddito netto professionale e/o il volume di affari sono pari a zero), che si effettua esclusivamente mediante il Servizio PCE (la cui data di apertura è indicata nella sezione Calendario Contributivo);
2) al versamento, entro il 15 dicembre, del contributo integrativo annuale, pari al 4% del volume di affari (al netto del contributo integrativo stesso).
I Dottori Commercialisti iscritti ad altra Cassa professionale non hanno obblighi contributivi verso la CNPADC: non devono versare contributi e non devono comunicare i dati reddituali.
Anche i Dottori Commercialisti che non hanno mai aperto la P. IVA non versano contributi nè hanno l’obbligo di comunicazione dei dati reddituali.
Vediamo un esmepio:
Dottore Commercialista, non iscritto alla Cassa in quanto lavoratore dipendente, che esercita la professione e che nel 2016 comunica alla Cassa un reddito netto professionale (prodotto nel 2015) pari a € 50.000,00 e un volume di affari (al netto del contributo integrativo) pari a € 80.000,00.
Nel 2016 i versamenti saranno pari a: € 3.200,00 di contributo integrativo (=80.000,00*4%).
Per quanto attiene le scadenze fiscali per il periodo d’imposta 2017 se adottato il regime forfettario possiamo rassicurarti che non hai alcuna scadenza eccetto quelle di natura previdenziali fino agli obblighi dichiarativi da espletarsi nel 2018.
Cordiali saluti
Emma dice
Volevo ringraziarvi per la chiarezza, celerità e professionalità nel rispondermi.
Grazie mille
Staff dice
Grazie a Te per averci scritto.
Un saluto
Giordano dice
Salve,
sono un libero professionista, architetto, ho aperto la p.iva il 16 marzo 2016. Da dicembre 2014 a gennaio 2015, per un totale di 50gg, sono stato assunto come architetto da un’impresa edile, durante tale periodo non ero ancora iscritto all’ordine degli architetti, quindi non ero dotato di firma, svolgendo, per lo più, ruolo di disegnatore/segratario.
Ho diritto ad accedere all’aliquota al 5% per i primi 5 anni di attività?
Grazie per la disponibilità e per la chiarezza delle risposte che fornite.
Saluti
Staff dice
Buongiorno Giordano, a nostro parere non è stata violata alcuna condizione per l’applicazione del 5% per i primi 5 anni.
La mera prosecuzione dell’attività non si verifica se il mercato di riferimento è diverso da quello del lavoro da dipendente, ovvero con clienti completamente diversi, senza svolgere il lavoro presso l’ufficio dell’ex datore e senza l’ausilio dei medesimi beni strumentali.
Cordiali saluti
Andrea Baroncelli dice
Vorrei ringraziarvi per il vostro articolo mi e stato veramente utile penso che diventerò presto un vostro cliente.
Staff dice
Andrea, grazie a Te per averci scritto, ci auguriamo di risentirci presto.
Un saluto
Francesco dice
Buongiorno,
sono un un ingegnere. Sono stato titolare di partita IVA dal 2005 al 2007 con Inarcassa, in seguito ad assunzione ho avuto la stessa partita IVA dal 2007 al 2010 con Gestione separata e poi l’ho chiusa.
Ho riaperto partita IVA a gennaio 2017 con regime forfettario.
DOMANDA: Nel mio caso l’imposta unica è da ritenersi al 5% o al 15% ?
Ringraziando anticipatamente porgo
Cordiali Saluti
Staff dice
Buongiorno Francesco, considerato che sono passati 3 anni dalla data di chiusura della partita Iva, se l’attività non costituisce mera prosecuzione dell’attività svolta come dipendente, potrà essere applicata l’aliquota al 5% per i primi 5 anni.
Un saluto
Francesco dice
Grazie per la chiarezza!
Staff dice
Prego Francesco, grazie a te per la visita.
Un saluto
Francesco P. L. dice
Buongiorno
E’ da quasi un anno che ho già aperto la partita iva. Il mio commercialista mi consigliò di aprire col regime ordinario ma io non ne fui mai convinto. Sono un infermiere, percepisco ogni mese all’incirca 1700€ lordi. Al netto della ritenuta d’acconto all’incirca 1470€. La mia domanda è questa: mi è convenuto veramente scegliere il regime ordinario, oppure sarebbe stato meglio il forfetario e pagare solo il 5%? Non riesco a trovare nel mio caso una convenienza nell’ordinario. Ho pagato allo Stato nel 2016 la bellezza di 1470€, con il forfetario ne avrei pagati solo 350€ circa??? Da premettere che andranno scorporati tutti i costi che ho sostenuto nel 2016 (acquisto auto nuova, carburante, assicurazione professionale, ecc ecc) che non ho considerato, ma penso comunque sia impossibile arrivare ai soli 350€ se avessi scelto il forfetario.
Grazie, a presto.
Staff dice
Buongiorno Francesco, il regime forfettario sicuramente è un regime vantaggioso sotto diversi aspetti ma meno vantaggioso sotto altri. Uno dei punti di vantaggio è sicuramente l’imposta sostitutiva al 5%, mentre lo svantaggio principale è che non è possibile portare in deduzione i costi dell’attività.
Probabilmente la scelta del collega è stata ponderata sulla base dell’acquisto dell’auto nuovo, dove applicando il regime forfettario non avresti potuto né scaricare il costo né recuperare l’Iva in detrazione.
Sulla base di questi pochi elementi non possiamo sbilanciarci sullo stabilire se giusta o meno la scelta del regime ordinario. Magari dacci ulteriori dettagli se desideri.
Un saluto
Chiara dice
Buongiorno,
ho aperto partita IVA nel 2016 con regime forfettario. Ho affidato la contabilità ad un commercialista. Leggo qui che avrei dovuto versare l’imposta sostitutiva del 5% entro il 30.06.17 con saldo del 2016 e acconto per il 2016. Ho capito bene?
Il commercialista mi aveva parlato di una scadenza ad agosto e non mi ha ancora fornito l’Unico.
Sono ancora in tempo a versare l’imposta? Con che tempi e mora?
Ma soprattutto, devo rivolgermi ad un altro commercialista?
Grazie
Staff dice
Gentilissima, il 30 Giugno era la prima scadenza per il versamento del saldo 2016 e acconto 2017. Queste imposte potranno essere versate anche entro il 31 Luglio con una piccolissima maggiorazione dello 0.40%. Superata anche la data del 31 Luglio le sanzioni e gli interessi seguiranno le percentuali ordinarie. L’importo delle sanzioni e degli interessi nel caso di un versamento ad Agosto, sarà comunque molto contenuto.
Un saluto
andrea onofri dice
Nel vostro Calcolo tasse regime forfettario di un professionista ho capito tutto perfettamente.Vi chiedo solo una cosa.L’acconto che si paga per l’anno sucessivo si puo’ recuperare se il fatturato dell’anno sucessivo si azzera?
per spiegarmi meglio nel vostro esempio Calcolo tasse regime forfettario di un professionista gli acconti per il 2017 390+585 che fine fanno se nel 2017 il professionista non fa piu’ fatture?
Staff dice
Buongiorno Andrea, in questo caso gli acconti si recupereranno come credito d’imposta che potrà essere compensato con eventuali altri debiti oppure richiesto a rimborso.
Cordiali saluti
Max dice
Salve sono Max,
mi è stata proposto un lavoro in un circolo sportivo reception/custode,percepirei 20000€ annui e devo aprire partita iva.
Immagino che il regime forfettario sia la soluzione migliore?
Penso di aver diritto alla riduzione IRPEF al 5%,posso avere anche riduzione del contributo INPS?
Con quale codice ATECO sarei inquadrato?
Potete descrivermi il calcolo per determinare il mio stipendio netto?
Vi ringrazio anticipatamente!!!
Max
Staff dice
Salve Max, la tua domanda è troppo articolata per una risposta dentro un commento.
Per questo giriamo il tuo quesito nella rubrica le consulenze, quando sarà pubblicata ti avvisiamo con una email.
Un saluto
Max dice
Ok,vi ringrazio!
andrea onofri dice
Chiedo gentilmente se in un regime forfettario lavoratore autonomo sia obbligatoria la Pec.In altre parole se devo spedire per email la fattura devo procurarmi una Pec?
Staff dice
Buonasera Andrea, un libero professionista che non è iscritto ad un ordine o albo, non è obbligato ad essere in possesso di un indirizzo Pec. Le fatture possono essere inviate anche tramite la mail ordinaria. Cordiali saluti
Dario dice
Buonasera, ho un dubbio sulla correttezza dei calcoli che mi sono stati fatti:
da gennaio 2017 sono passato a regime forfettario a seguito della naturale fine del regime dei minimi. Sono libero professionista e pertanto mi viene applicato un coefficiente di redditività del 78% e un’ imposta sostitutiva irpef del 15% poichè è prosecuzione dal regime dei minimi. Per quanto riguarda l’inps non ho capito se il coefficente è 25,72% oppure 27,72% (ho letto in diverse risposte che di volta in volta viene riportato un coefficiente diverso, perchè ?). Nelle fatture che emetto applico un 4% di rivalsa inps e vorrei sapere se per il calcolo dell’imposta sostitutiva il coefficiente di redditività va applicato sull’imponibile fattura + il 4% di rivalsa oppure su solo l’imponibile escludendo la rivalsa inps ?
Faccio un esempio:
1000 euro di imponibile + 40 euro come 4% di rivalsa inps = 1.040 euro. Il coefficiente del 78% lo calcolo su 1000 euro o su 1040 euro ?
Altro quesito: ho letto da altre parti che dei commercialisti seguono un ragionamento alquanto insolito, ovvero calcolano prima l’inps e l’importo dovuto lo vanno a detrarre dall’imponibile per calcolare di conseguenza l’imposta sostitutiva. E’ corretta questa procedura ?
Esempio: 1000 euro di imponibile x 78% di coefficiente = 780 euro. Calcolo l’inps al 27,72% su 780 euro, ovvero verserò di inps 216,22 euro. Per calcolare l’imposta sostitutiva faccio 780-216,22= 563,78 euro su cui applico il 15% di imposta = 84,57 euro. Le informazioni che trovo in giro mi confondono parecchio perchè quest’ultima procedura che ho descritto cambia di molto i conteggi.
Vi ringrazio anticipatamente per la vostra gentile risposta.
Staff dice
Buongiorno, per prima cosa ti confermiamo che l’imposta sostitutiva del 15% deve essere calcolata su imponibile + rivalsa e quindi ad esempio:
1.040 x 78%= 811,20€ reddito imponibile al fine del calcolo dell’imposta sostitutiva del 15%, ricordiamo che i contributi versati nel corso del 2016 sono deducibili dal reddito imponibile, quindi:
(811,20€ – contributi versati nel 2016) x 15% .
Per quanto riguarda invece la gestione separata deve essere considerata ancora l’aliquota del 27,72%, l’anno prossimo sarà al 25,72%, quindi:
(1.040 x 78%)x 27,72% = 811,20 x 27.72%= 224,86€
Ricorda che gli acconti per l’imposta sostitutiva del regime forfettario sono il 40% (il primo) e il 60% (il secondo) del saldo, mentre per la gestione separata sono due acconti del 40% del saldo.
Cordiali saluti
Andrea dice
Buongiorno, sono un geometra libero professionista e chiedo cortesemente se la marca da bollo di 2 euro che il professionista appone in fattura e che inserisce come spesa anticipata concorre all’ammontare del reddito imponibile (che in seguito si moltiplica x 78%).
Ma più in particolare (visto gli importi minimi di 50 euro) chiedo se le spese anticipate per i diritti catastali e/o ipotecari versate dal professionista per conto del cliente (che possono anche superare l’onorario del professionista) fanno reddito?
Si pensi per esempio ad un geometra che esegue una pratica docfa di accatastamento per 400 euro e che la deve inviare tramite servizio telematico anticipando 600 euro di diritti catastali magari comprensivi di sanzione amministrativa per tarda presentazione.
Ringrazio infinitamente.
Staff dice
Buongiorno Andrea, a nostro avviso la marca da bollo non deve essere conteggiata tra i redditi percepiti che verranno moltiplicati per il coefficiente del 78%.
A maggior ragione le spese anticipate in nome e per conto del cliente, come i 600 euro di diritti catastali, che rientro tra le anticipazioni esenti ex Art. 15 DPR 633/72 e pertanto non vanno a formare il reddito imponibile ai fini dell’imposta sostitutiva.
Cordiali saluti
Andrea dice
Buongiorno vi ringrazio tantissimo….
Andrea
Staff dice
Andrea prego, buona giornata!
cristina dice
Salve. il 2016 è per me il quinto anno dei regimi dei minimi.
nel 2017 sto applicando il forfetizzato ? è esatto ? o dovevo applicare ordinario?
inoltre non so se nel unico 2017 redditi 2016 devo indicare qualcosa nel quadro VO e cosa ?
Staff dice
Buongiorno Cristina, il regime forfettario si presenta come regime naturale, pertanto se alla scadenza del regime dei minimi (31/12/2016) venivano rispettati i requisiti per accedere al forfettario, non era necessaria alcuna comunicazione all’Agenzia delle Entrate e nemmeno nel quadro VO dell’UNICO 2017.
Cordiali saluti
Luigi F. dice
Buongiorno,
ho un dubbio sulle soglie/limiti del regime forfettario.
Io rientro nella categoria “Attività professionali bla bla bla” quindi ho un limite di 30k annui con coefficiente al 78%.
Il mio dubbio è: ma i 30k annui sono lordi o netti rispetto al 4% di rivalsa INPS? Cioè io posso arrivare a 30k incluso il 4% o a 30k + il 4% (che quindi sarebbe 31.200€)?
Siccome sono molto vicino alla soglia voglio fare attenzione a non sforarla e questa differenza potrebbe impattare parecchio.
Staff dice
Buonasera Luigi, il limite di 30.000€ se sei iscritto alla gestione separata INPS deve essere considerato incluso il 4% in quanto ,al contrario dei liberi professionisti iscritti ad una cassa professionale, il 4% di rivalsa fa reddito e quindi deve essere conteggiato tra i compensi. Cordiali saluti.
Francesco dice
Buongiorno.
Sono un disperato ….. iscritto da 30 anni alla Cassa Nazionale Geometri, ma ormai svolgo l’attività di amministratore di condominio con un fatturato di circa € 10.000 annui in regime forfettario.
Attualmente sto percependo dei soldi che poi giro alla Cassa, al Collegio ed allo Stato.
Vorrei cancellarmi dall’Albo e quindi dalla Cassa, ma non riesco a capire se iscrivendosi all’INPS risparmierei in contributi previdenziali.
Quanto sopra perché non riesco a capire se vi sono dei minimi contributivi.
Grazie per l’eventuale gentile risposta.
Francesco
Staff dice
Buonasera Francesco, cancellandoti dall’albo e dalla cassa dei Geometri, dovrai variare il tuo codice Ateco in 68.32.00 ”
Amministrazione di condomini e gestione di beni immobili per conto terzi ed iscriverti alla gestione separata INPS.
Con la gestione separata INPS andrai a versare il 25,72% sull’86% dei tuoi ricavi.
Ovvero: (10.000 x 86%) x 25,72%= 2.212€
Cordiali saluti
Stefano dice
Buonasera e complimenti per l’articolo, ho notato che, nemmeno nei commenti, non si fa riferimento alla cifra restante della differenza tra ricavi e imponibile..
mi spiego meglio con questo esempio:
ricavi 25.000 euro
coefficiente 86%
imponibile 25.000×86%=21.500
ma il restante 14%, ovvero 3.500 euro, a chi vanno, sono soggetti ad altra tassazione ?
Grazie in anticipo per l’eventuale risposta.
Staff dice
Buongiorno Stefano,il restante 14% non è soggetto ad altra tassazione.
E’ la parte che lo Stato riconosce come costi deducibili a forfait, indipendentemente dal vero ammontare dei costi sostenuti durante l’anno.
Cordiali saluti.
Al dice
Buongiorno,
Sono un libero professionista ( grafico 3d) con p.iva dei minimi (5%), codice Ateco 741029,
Dato l’incremento di entrate per il 2017 ( oltre i 18000 ) sono passato al regime forfettario (quindi dal 2018) perché secondo il mio commercialista da quella cifra in poi conviene rispetto al regime dei minimi (5%) Ma seguendo i vostri conteggi a me non sembra conveniente questo passaggio ? Sbaglio
Grazie
Cordiali saluti
Staff dice
Buonasera Al, sicuramente per valutare la convenienza del regime forfettario rispetto al regime dei minimi è necessario conoscere l’effettivo ammontare dei costi deducibili sostenuti costantemente durante l’anno.
Se i costi sostenuti durante l’anno sono inferiori a quelli determinati a forfait con la percentuale del 78%, può essere considerato conveniente il regime forfettario.
Si ricorda che il regime forfettario prevede anche la possibilità di richiedere la riduzione del 35% dei contributi Inps da Artigiano.
In definitiva ci sono molti casi dove il regime forfettario può risultare più conveniente rispetto al regime dei minimi, ma come detto sopra è importante conoscere nel dettaglio la situazione contabile del contribuente.
Cordiali saluti.
Tiziano dice
Buonasera al vostro staff, innanzitutto complimenti per il sito e per questo articolo molto utile. Vorrei farvi una domanda, anche se più generica e leggermente fuori tema. Volendo ricevere una o più consulenze su calcolo tasse o altre questioni fiscali è possibile riceverla in forma privata anche pagando? Avete un servizio di questo genere? Se si è disponibile solo per professionisti e ditte o anche per consulenti? In attesa di vs. risposta porgo cordiali saluti
Tiziano F.
Staff dice
Buongiorno Tiziano, si è possibile ricevere le consulenze anche in forma privata. Ti riassumiamo le varie possibilità: consulenza gratuita, consulenza standard, consulenza prioritaria e pacchetto di consulenze. Tutte le soluzioni, comprese quelle a pagamento sono utilizzabili da chiunque. Per ulteriori info contattaci o parla con un operatore in chat.
Un saluto
chiara dice
Buongiorno, sono una praticante, avrei bisogno di capire con un esempio numerico la dichiarazione dei redditi di un professionista con contributo al 4% sia in regime semplificato, regime dei minimi e regime forfettario. vi ringrazio in anticipo
Staff dice
Buongiorno Chiara, farti tre esempi comprensibili come ci chiedi all’interno dei commenti diventa problematico ma soprattutto poco chiaro per chi li legge. Vediamo di fare il possibile per esaudire la tua richiesta creando dei contributi appositi sul blog. Appena in linea ti avviseremo con una email.
Un saluto
Carmelo dice
Salve sono un ingegnere iscritto all’ordine, titolare di partita iva e dipendente di una azienda, in regime forfettario devo versare :
24 % gestione separata.
15% imposta etc etc, posso abbattere l’imposta al 5%? In precedenza avevo aperto la p.iva e chiusa al 31\12/ 2013…. Riaperta p.iva il01/07/2016
Staff dice
Buongiorno Carmelo, ricordiamo che deve essere versato a Inarcassa il contributo integrativo del 4% applicato sulle fatture come rivalsa ai clienti.
La riduzione dell’imposta sostitutiva non può essere applicata in quanto, prima dell’apertura della nuova partita Iva, dovevano essere passati almeno 3 anni dalla precedente chiusura.
Cordiali saluti
cristian dice
Salve, non ho capito se è possibile dedurre dal reddito le spese per le collaborazioni.. esempio:
Fatturo in un anno 20000€ e ho richiesto delle collaborazioni per 5000€..
questi 5000€ possono essere in qualche modo scalati? altrimenti pagherei tasse/inps (gestione separata) su qualcosa che non ho incassato.
grazie
Staff dice
Buongiorno Cristian, nel regime forfettario non può essere dedotto alcun costo dal reddito, nemmeno quello per le collaborazioni.
L’unico costo deducibile sono i contributi previdenziali versati secondo il principio di cassa nel periodo d’imposta di riferimento.
I costi rientrano tutti forfettariamente nella riduzione prevista dal coefficiente di redditività.
Cordiali saluti.
cristian dice
Grazie per la celere risposta, quindi da quello che capisco non ha senso avere dei collaboratori, se su 5000€ che do ne devo pagare 2000€ io di tasse. Giusto?
Staff dice
Cristian, ti riconfermiamo che i costi per eventuali collaborazioni nel regime forfettario non sono deducibili dal reddito. Ricordati che le tasse le paghi moltiplicando i compensi/ricavi per il coefficiente di redditività.
un saluto
Consalvo dice
Salve, vorrei vendere su internet dei videocorsi di marketing e altro. La mia intenzione è di inquadrarmi in un regime forfettario . Chiedo se è possibile la gestione separata Inps. Da quanto leggo nel vostro interessantissimo sito, dovrei pagare di Inps (gestione separata) l’aliquota del 25,72% sul 67% di fatturato.
Staff dice
Buongiorno, a nostro avviso la vendita di info prodotti è comunque un’attività commerciale, pertanto dovrai iscriverti incamera di commercio e versare i contributi INPS come commerciante.
I contributi INPS come commerciante sono i famosi contributi fissi di circa 3.600€ all’anno, da pagare in rate trimestrali, più una percentuale del 23,64% sulla parte di ricavi eccedente la soglia di 15.548€
Ricorda che con il regime forfettario può essere richiesta una riduzione del 35% di questi contributi.
Cordiali saluti
Donato dice
Buona sera, sono un lavoratore dipendente presso azienda privata, per la quale lavoro circa 6/7 mesi l’anno con ricavo netto circa 8000 euro l’anno. In più ho aperto una partita iva anni fa con regime dei minimi e dal 2018 conto di entrare nel regime ordinario. La mia domanda é questa,
per quanto riguarda la copertura imps come faccio a calcolare quanto dovrei pagare di imps considerando che con il lavoro dipendente ho già una copertura di 6/7 mesi l’anno?
Devo pagare una differenza o comunque pagarli per intero. Dimenticavo la partita iva l’ho aperta per svolgere lavoro di rappresentanza.
E dal 2018 invece passando al regime ordiario cambierà qualcosa in termini di imps,
Potrei inoltre sapere quali è quante altre tasse dovrei pagare oltre l’imps sia nel 2017 che 2018? I miei fatturati con partita iva sono 29000 nel 2017 e dovrebbero essere 40000 nel 2018.
Grazie in anticipo e complimenti vivissimi per l’articolo super chiaro tutto.
Buona serata
Staff dice
Buongiorno Donato, a nostro avviso, considerando i pochi dati a disposizione, l’importo INPS da versare con la partita Iva sarà completo ovvero il minimale di 3.682,99€ per i redditi fino a 15.548€ più il 23,64% sulla differenza tra il totale dell’utile e 15.548€.
Cordiali saluti
ivano rizzo dice
Buon giorno,
se ho vinto al lotto 20 mila euro, questo mi fa uscire dal regime forfettario (con limite 30 mila) se supero i 10 mila euro di reddito da consulenza ?
Grazie
Staff dice
Buongiorno Ivano, dal 1 Gennaio 2012 la tassazione delle vincite a lotto, superenalotto, gratta e vinci ecc, è del 6%.
Viene applicata sulle vincite superiori ai 500€ e solo sulla parte eccedendte i 500€.
L’importo viene trattenuto direttamente dal concessionario, che funge come sostituto d’imposta.
Considerato che la tassazione è immediata, non è necessario dichiarare queste vincite nella dichiarazione dei redditi.
Poichè la tassazione è ritenuta alla fonte a titolo di imposta, questa non può fare cumulo con i redditi percepiti con la partita iva nel regime forfettario, pertanto non può causare la fuoriuscita dal regime fiscale di vantaggio.
Cordiali saluti.
ivano rizzo dice
Grazie mille,
scusi se ne approfitto, ma le chiedo anche: e se i soldi ( es 3.000 euro) mi arrivano dall’estero come amministratore, non vengono conteggiati nel tetto dei 30.000 forfettari ?
Staff dice
Buongiorno Ivano, confermiamo che nel limite del regime forfettario devono essere conteggiati solamente i redditi derivanti dall’attività con partita Iva.
Cordiali saluti.
ivano dice
ancora grazie mille
Corrado dice
Buongiorno,
Ho lavorato per 30 anni come dipendente, maturando quindi contributi pensionistici.
Ora vorrei lavorare come consulente, partita IVA regime forfettario perchè non supererei i 30.000. Dovrei quindi pagare i contributi INPS gestione separata (credo il 25,72% se ho capito bene).
Supponendo di accumulare 5 anni di gestione separata, quando andrò in pensione che succederà? Riceverò una pensione come dipendente + una pensione come gestione separata (ovviamente proporzionale ai contributi versati) ?
Grazie,
Corrado
Staff dice
Buongiorno Corrado, nel tuo caso potrà essere utilizzato lo strumento della Totalizzazione dei contributi.
La totalizzazione consente di sommare i contributi tra più gestioni, ed è applicabile sia alla pensione di vecchiaia, che a quella di anzianità.
Cordiali saluti.
Luca dice
Buongiorno, sono Luca e la mia ragazza, under 35 ed ingegnere edile, ha bisogno di alcuni chiarimenti riguardo ad una sua posizione lavorativa.
Collaborando presso uno studio tramite ritenuta d’acconto, con la fine di settembre, ha raggiunto il tetto dei € 5000 lordi per committente. Lo studio le ha chiesto di aprire una partita IVA per iniziare una collaborazione a € 1170 al mese (compreso della rivalsa del 4% di Inarcassa).
Leggendo il vostro articolo, molto ben fatto ed esaustivo, e tutte le domande e le risposte dei commenti, le ho fatto dei calcoli per capire cosa si sarebbe ritrovata in tasca mensilmente, ma mi sono sorte alcune domande.
1) avendo lavorato tramite ritenuta d’acconto e proseguendo con la partita IVA presso lo stesso committente, si tratterebbe di mera prosecuzione di attività? Perchè se si, la riduzione di imposta sarebbe del 15% e non più del 5%, giusto?
2) le date degli acconti da versare per l’imposta sostitutiva del 2018 saranno: entro fine giugno 2018 il saldo 2017 (solo su 3 mesi da ottobre 2017 a dicembre 2017) ed il 1°acconto 2018 mentre entro fine novembre 2018 il 2°acconto 2018. Per l’anno successivo di partita IVA (da gennaio 2018 a dicembre 2018), ci sarà da versare, entro le scadenze del 2019, oltre ai due acconti per il 2019 anche il saldo 2018? E’ corretto? Perché, se non ho capito male, il saldo 2018 non dovrebbe essere stato già pagato tramite i due acconti versati l’anno precedente?
3) la parte % del contributo soggettivo di Inarcassa va calcolata sempre e solo sull’imponibile oppure, nel caso sia presente del deducibile, sull’imponibile – il deducibile?
Al netto delle domande qui sopra, questi sono i conti che ho fatto:
Ottobre 2017 – Dicembre 2017
– ricavi: € 1.170 * 3 = € 3.510 (nei € 1.170 c’è compresa la rivalsa del 4% di contributo integrativo di Inarcassa)
– reddito imponibile: € 2.737,80 (€ 3.510 * 78%)
– imposta sostitutiva: € 136,89 (€ 2.737,80 * 5%)
– inarcassa soggettivo: € 388,49 (dato da 3 mesi di fisso agevolato + percentuale agevolata al 7,25% sul reddito imponibile)
– inarcassa integrativo: € 56,25 (dato da 3 mesi di fisso agevolato)
– inarcassa maternità: € 12,25 (€ 49 / 3 mesi)
– totale inarcassa: € 456,99
– guadagno: € 3.510 – € 136,89 – € 456,99 = € 2.916,12 (€ 972,04 al mese)
Entro fine giugno 2018 si dovrà versare la scadenza saldo 2017 (imposta sostitutiva) + il 1^ acconto per l’anno 2018: € 136,89 + € 136,89 * 40 % –> € 191,65
Entro fine novembre 2018 si dovrà versare il 2^ acconto per l’anno 2018: € 136,89 * 60% –> € 82,13
Gennaio 2018 – Dicembre 2018
– ricavi: € 1.170 * 12 = € 14.040 (nei € 1.170 c’è compresa la rivalsa del 4% di contributo integrativo di Inarcassa)
– reddito imponibile: € 10.951,20 (€ 14.040 * 78%)
– reddito imponibile detraendo il deducibile: € 10.550,46 (€ 10.951,20 – i contributi Inarcassa soggettivo e maternità del 2017)
– imposta sostitutiva: € 527,52 (€ 10.550,46 * 5%)
– inarcassa soggettivo: € 1553,96 (dato dal fisso agevolato + percentuale agevolata al 7,25% sul reddito imponibile)
– inarcassa integrativo: € 225,00 (dato dal fisso agevolato)
– inarcassa maternità: € 49
– totale inarcassa: € 1827,96
– guadagno: € 14.040 – € 527,52 – € 1827,96 = € 11.684,52 (€ 973,71 al mese)
Entro fine giugno 2019 si dovrà versare la scadenza saldo 2018 (imposta sostitutiva) + il 1^ acconto per l’anno 2019: € 527,52 + € 527,52 * 40 % –> € 738,52
Entro fine novembre 2019 si dovrà versare il 2^ acconto per l’anno 2019: € 527,52 * 60% –> € 316,51
Spero di essere stato il più chiaro possibile.
Grazie.
Luca
Staff dice
Buongiorno Luca, cerchiamo di rispondere a tutte le tue domande infrangendo in via eccezionale il nostro regolamento che non prevede la pubblicazione di commenti e risposte cosi articolati come in questo caso:
1) la mera prosecuzione di attività in questo caso non si verifica in quanto a queto proposito non possono essere considerate le forme di lavoro precarie come le prestazioni occasionali.
2) il saldo del 2018 non sarà dovuto qualora gli acconti versati saranno sufficienti a coprire quanto dovuto. Attenzione che a Giugno 2018 gli acconti saranno calcolati sul saldo del 2017, dove si lavorerà solo 3 mesi, pertanto nel 2018 molto probabilmente si fatturerà di più e il saldo 2018 (da pagare a Giugno 2019) di conseguenza sarà più alto degli acconti versati (a Giugno 2018).
3) la % di contributo soggettivo di Inarcassa deve essere calcolata sul reddito professionale derivante dall’applicazione del coefficiente di redditività al totale dei ricavi (reddito imponibile), quindi al lordo dei contributi deducibili eventualmente versati.
Nei calcoli che ci hai presentato dopo le tue domande, dobbiamo fare subito una correzione. Il contributo integrativo Inarcassa del 4% non fa reddito, pertanto non deve essere considerato nel totale dei ricavi.
Cordiali saluti
Luca dice
Grazie mille, siete stati gentilissimi!!!
Buona giornata.
Luca.
Alex dice
Salve,
avrei bisogno di un consulto inerente la mia situazione.
Sono un dipendente a T.I. full time settore privato a 38 ore settimanali e dal 1 gennaio 2018 avrei intenzione di aprire una PI in regime forfettario (il mio reddito lordo annuale da lavoro dipendente leggendo il cud è sotto i 30mila euro).
La partita iva la aprirei per piccole riparazionì elettroniche di telefonia e pc quindi rientrerebbe nel commercio (Codice ateco 95.12.01 con aliquota al 67%)
Dalle informazioni che ho recepito online, essendo dipendente full time non sono tenuto al versamento di ulteriori contributi all’inps; inoltre le imposte per i primi 5 anni sono al 5%. Faccio un esempio per vedere se ho capito i costi:
Ricavi lordi 1000€
Imponibile calcolato al 67%: 670€
Imposta sostitutiva al 5% (essendo nuova attività) sull’imponibile : 33,50 €
Totale spese annue 33.50 euro
Poi i due redditi (dipendente e forfettario) non verrebbero sommati in dichiarazione dei redditi giusto?
Grazie
Alex
Staff dice
Buonasera Alex, confermiamo tutto quello riportato nel tuo commento.
Non dovrai pagare i contributi in quanto già coperto dalla posizione previdenziale da dipendente.
Cordiali saluti
Giuseppe dice
Buonasera,
Sono dipende full time e vorrei aprire nel 2018 iva al 5%. Il mio reddito da dipendente nel 2017 è di circa 29000 ho però fatto una prestazione occasionale per 2500 netti. sforeró il limite dei 30000? Se si è anche socio di maggioranza di una srl e amministratore unico si può accedere al regime forfettario?
Grazie
Staff dice
Buonasera Giuseppe, a nostro avviso potrai applicare comunque il regime forfettario, in quanto la normativa precisa che tale limite vale per i redditi da lavoro dipendente o assimilati.
Essendo i redditi occasionali non assimilati a quelli da dipendente, potrai applicare il regime forfettario.
Inoltre la partecipazione nelle società di capitali non ostacolano l’applicazione del regime forfettario.
Cordiali saluti.
Marco dice
Buonasera,
Sono attualmente procacciatore di affari per una concessionaria in cui vendo veicoli nuovi, ho aperto la p.IVA con regime forfettario a gennaio 2016. L’anno scorso sono rientrato nella soglia ricavi di 25000€. Quest’anno si presenta il problema di oltrepassarlo. E quindi l’anno 2018 tecnicamente sarò costretto a passare nel regime ordinario. E’ possibile cambiare la soglia dei ricavi (ad esempio cambiando il codice ATECO) da 25000€ a 50000 nel 2017? Parlando con alcuni colleghi, anch’essi procacciatori d’affari, alcuni con data di apertura della p.IVA in regime forfettario successiva alla mia, è venuto fuori che loro sono stati inquadrati con altro codice ATECO, che gli dà la possibilità di avere una soglia ricavi di 50000€.
Grazie
Staff dice
Buongiorno Marco, gli intermediari del commercio hanno un limite di ricavi di 25.000€.
I commercianti ovvero chi effettua compravendita di prodotti, possono godere di un limite di 50.000€.
Cordiali saluti.
Alessio Colombo dice
Buongiorno,
Sono un medico iscritto all’albo da Marzo 2017. Nello stesso mese ho aperto P.IVA nel regime forfettario con un limite lordo annuo per la mia classe ATECO di 30.000 euro. Il dubbio che mi sorge è se effettivamente io mi debba riferire al limite annuo di 30.000 o se debba considerare un limite inferiore avendo aperto la P.IVA a Marzo e non a Gennaio 2017. Grazie,
Alessio
Staff dice
Buonasera Alessio, confermiamo che il limite di ricavi previsto dal regime forfettario, nei casi in cui l’attività si iniziata in corso d’anno, deve essere ragguagliato al giorno di inizio attività.
Quindi qualora l’attività sia iniziata il 1° Marzo il limite di ricavi per il 2017 sarà di 2.500€ x 10, quindi 25.000€.
Cordiali saluti.
stefania dice
Salve, sono una ragazza di 20 anni insegno danza, pilates e posturale ho un contratto con 2 società sportive dilettantistiche per il 2017 i compensi che percepirò non supereranno i 7500, il problema sorgerà per il 2018 andrò a prendere circa 1.100 euro al mese il mio reddito nel 2018 sarà di circa 11.000 euro. Cosa mi consigliate di fare aprire una partita iva regime forfettario per start up?
se la risposta è si mi potreste dire quanto andrei a pagare di IVA ,contributi INPS e INAIL e per finire devo fare fattura ogni mese alle società sportive?
grazie
Staff dice
Buonasera Stefania, aprendo la partita Iva come forfettario andrai a pagare imposte (5% per i primi 5 anni) e contributi (gestione separata aliquota del 25,72%) sul 67% dei tuoi ricavi.
Potrai presentare la fattura mensilmente, con la dicitura del regime forfettario e una marca da bollo di 2€.
Per avere maggiori informazioni sul regime forfettario, puoi dare un’occhiata alla nostra guida.
Cordiali saluti.
stefania dice
vi ringrazio per la risposta e vi chiedo conferma sui calcoli:
esempio su reddito annuo di euro 12.100
12.100*67%= 8107,00 ricavi
8107*5%= 405,00 di iva
8107*25,72= 2085 contributi
per un totale di 2490
mentre se non apro la p. iva dovrei calcolare il 23% di iperf sulla somma che eccede i 7500 in questo caso su 4.600. ultima domandina anche in questo secondo caso devo calcolare una quota (che percentuale?) per contributi.
grazie infinite
Staff dice
Gentile Stefania, prima di rispondere alla tua domanda una precisazione, il 5% di 8.107€ dei tuoi calcola non si riferiscono all’Iva ma all’Imposta sostitutiva IRPEF.
Se non apri la partita Iva sulla parte di reddito eccedente il limite di 7.500€, quindi su 4.600€ (12.100 – 7.500) ti sarà applicata un ritenuta a titolo di imposta di IRPEF, addizionale regionale e di addizionale comunale.
La ritenuta è del 23% di IRPEF + la percentuale delle addizionali.
Per quanto riguarda la gestione previdenziale, i redditi diversi percepiti dalle associazioni sportive dilettantistiche oltre la soglia di 7.500€ sono soggetti anche alla ritenuta per i contributi ENPALS, la quale è pari al 33% di cui 9,19% trattenute sul compenso al lavoratore e il 23,81% a carico del committente.
Cordiali saluti.
stefania dice
grazie siete sempre molto gentili e sopratutto chiari
Staff dice
Prego Stefania, buona giornata!
Fabio Ruschioni dice
Volevo fare una domanda per calcolare il reddito le rate dell’ inps vanno sottratte dal reddito lordo ma in quale modo integralmente o solo lerate pagate nell’ anno cioè la rata che scade a febbraio dell’ anno dopo va sottratta o va calcolata per i redditi dell’ anno dopo ?
Staff dice
Buonasera Fabio, per determinare il reddito imponibile ai fine dell’imposta sostitutiva, devono essere sottratte solamente le rate INPS effettivamente pagate nel periodo d’imposta di riferimento.
Prendendo in esame l’esempio proposto, la rata pagata al 16 Febbraio 2018 non deve essere considerata per i redditi 2017, ma verrà scalata dai redditi del 2018 nel successivo modello Unico.
Cordiali saluti.
Michele dice
Buongiorno,
Attualmente sono un dipendente (apprendistato) in un’agenzia web, e nel mio progetto formativo sono stati segnati i codici Ateco 62.09.09 – 74.10.21, rispettivamente: ALTRE ATTIVITA’ DEI SERVIZI CONNESSI ALLE TECNOLOGIE DELL’INFORMATICA NCA e ATTIVITA’ DEI DISEGNATORI GRAFICI DI PAGINE WEB.
L’azienda andrà in liquidazione a fine anno e dall’anno prossimo vorrei aprire partita Iva a regime forfettario.
Vista la situazione ho due domande:
– Se per la mia nuova attività userò uno degli stessi codici Ateco, dovrò pagare il 15% di Irpef?
– Se uso il codice 62.01, che credo sarebbe più corretto visto che farò consulenza web, pagherò il 5% di Irpef, ma sarò “costretto” ad iscrivermi alla previdenza Commercio all’INPS invece che alla gestione separata, nonostante l’attività che andrei a svolgere sarebbe prettamente intellettuale?
Grazie per la disponibilità e complimenti per la precisione delle informazioni che si trovano nel vostro sito!
Staff dice
Buonasera Michele, dal tuo commento possiamo capire che l’attività che vorrai intraprendere l’anno prossimo è di consulenza nel settore dell’informatica.
Il codice ateco corretto è il 62.02.00 “Consulenza nel settore delle tecnologie dell’informatica”.
Questo codice, al contrario del 62.01, ti permetterà di iscriverti alla gestione separata come libero professionista.
Potrai inoltre applicare il 5% di imposte per i primi 5 anni, poichè l’attività che andrai a svolgere avrà un mercato di riferimento diverso da quello del lavoro da dipendente.
Ad ogni modo anche qualora il mercato di riferimento sia lo stesso, essendo cessato il rapporto di lavoro per cessazione dell’attività da parte del datore, non sarai sottoposto subito alla tassazione del 15%.
Se cerchi un consulente per la tua attività, dai un’occhiata al nostro pacchetto:
Gestione forfettario più apertura partita Iva
Cordiali saluti.
Michele dice
Grazie per le informazioni, come al solito precise e puntuali.
Valuterò sicuramente la possibilità di affidarmi alla vostra consulenza.
Chiara dice
Buonasera, ho ricevuto una proposta come recruiter in Italia per un’azienda britannica. Ho un contratto da dipendente part-time, aprire la p. Iva a regime forfettario per fatturare unicamente a loro. Ho due domande: fatturando ad un’azienda estera (e non UE) quali tasse pagherei? Scatterebbero i controlli per lavoro subordinato anche fatturando all’estero? Loro non possono assumermi come loro dipendente.
Grazie mille del vostro aiuto.
Staff dice
Buonasera Serena, svolgendo i servizi dall’Italia, le tasse che andresti a pagare con il regime forfettario sono le stesse anche se l’azienda è UE o Extra UE
Per quanto riguarda la presunzione di subordinazione, non si trovano prese di posizione dall’amministrazione finanziaria, ma a nostro parere se il committente ha sede all’estero viene meno la possibilità dell’organo di controllo di verificare le condizioni in cui avviene lo svolgimento del lavoro. Pertanto non si ritiene applicabile alle aziende con sede all’estero.
Cordiali saluti
Simona dice
Salve, nel calcolo dell’Irpef, al fatturato annuo non vanno tolti i contributi versati ? Grazie
Staff dice
Buongiorno Simona, confermiamo che al fine del calcolo dell’imposta sostitutiva, il reddito imponibile deve essere ridotto dai contributi previdenziali versati nel periodo d’imposta.
Nel nostro esempio non li abbiamo inseriti in quanto era riferito ad un libero professionista che iniziava l’attività nel 2016, pertanto essendo il suo primo anno non aveva contributi da portare in deduzione.
Cordiali saluti.
Marco dice
Salve, sono un tecnico sanitario e ho un contratto co.co.co (non supero 30000 euro) presso un ente pubblico, con regolare iscrizione alla gestione separata. Mi è stato offerto un secondo lavoro con partita iva presso un ente privato con stessa mansione. Mi chiedevo se aprissi una p. Iva con regime forfettario, quali sono le % di tasse da pagare (5 o 15%) e di inps? Infine, i due lavori sono compatibili?
Grazie mille!!
Staff dice
Ciao Marco rispondiamo alla tua domanda all’interno della sezione l’esperto risponde, visto l’impossibilità di inserirla tra i commenti causa la lunghezza eccessiva.
Puoi leggere la risposta a questo link
Un saluto – Tony webmaster
barbara dice
Una info tecnica:
Devo fare fattura ad un collega a cui ho fatto dei lavori (tecnico disegnatore), se la mia fattura è questa:
imponibile € 1000
inps 4% € 40
totale fattura € 1040
le spese/tasse che devo calcolare in fattura sono:
(1000×78%)x15%= € 117 + € 40= € 157…
giusto?????
Staff dice
Buongiorno Barbara,
la rivalsa del 4% che la gestione separata INPS permette di aggiungere in fattura, costituisce reddito imponibile. Pertanto dovrà essere considerata tra il totale dei ricavi.
Si ricorda inoltre che l’aliquota contributiva della gestione separata INPS è del 25,72%, pertanto il calcolo corretto è il seguente.
1040 x 78% = 811,20
(811,20 – contributi INPS versati l’anno precedente*) x 15% = 121,68€ *considerato a zero i contributi versati l’anno precedente
811,20 x 25,72% = 208,64€
tasse e contributi totali = 121,68 + 208,64= 330,32€
Attenzione: in questo calcolo non sono stati compresi gli acconti per l’anno successivo.
Cordiali saluti
Assunta Campobasso dice
Salve,
sono una psicologa e lavoro come consulente per l’orientamento professionale. Le mie prestazioni sono retribuite 30 euro all’ora al lordo della ritenuta d’acconto e contributo enpap (2%) + iva. Dal 2018 sono passata dal regime ordinario al forfettario. Come devo impostare la mia fattura? Nei 30 euro orarie devo considerare pagato contributo enpap e imposta da bollo? Oppure vanno aggiunti?
ES:
TOTALE IMPONIBILE 30,00
Cassa al 2% 0,60
Imposta di Bollo 2,00
Netto a pagare 32,60
Staff dice
Buonasera Assunta, la simulazione di fattura che proponi risulta sotto l’aspetto formale corretta eccetto il tributo di bollo che non è dovuto fino a prestazioni di importo non superiore ad euro 77,47.
Come giustamente segnala il regime forfettario è un regime in franchigia dell’Iva e quindi non deve indicare l’ammontare dell’imposta ma l’annotazione “Operazione effettuata ai sensi dell’art. 1 commi da 54 a 90 della Legge n. 190/2014”. Come abbiamo anticipato per i contribuenti nel nuovo regime forfettario è dovuto il bollo sulle fatture se di importo superiore ad euro 77,47.
L’imposta di bollo che va assolta acquistando un contrassegno telematico, ex marca da bollo, da 2 euro o attraverso il bollo virtuale su fattura elettronica, (CM n. 7/E del 2008).
Cordiali saluti
Pablo dice
Buongiorno, è mia intenzione dal mese di maggio 2018 svolgere un’attività commerciale non ambulante in quanto ho deciso di aprire un negozio vero e proprio .
Volevo sapere come vengono calcolate le tasse nel primo anno, devo comunque versare a giugno e a novembre 2018 l’IRPEF basandosi su un importo di reddito presunto? Oppure tutto viene rimandato all’anno successivo il 2019 in quanto sarò in possesso dell’importo del reddito effettivo?
Grazie per la risposta.
Staff dice
Buonasera Pablo, chi apre l’attività nel corso del periodo d’imposta 2018 non deve nel medesimo anno pagare alcunché di imposte sui redditi.
Ti ricordiamo infatti che il pagamento delle imposte in acconto deve essere effettuato utilizzando due metodi alternativi di liquidazione:
calcolo su base storica calcolo su base presuntiva.
Nel tuo caso il metodo di calcolo di base storica ti permette per tutto il 2018 di non versare alcuna imposta in acconto.
Cordiali saluti
Claudio dice
Buongiorno,
Mi trovo costretto ad aprire una partita iva per poter continuare a lavorare, presso una struttura pubblica, in quanto il vecchio contratto di co.co.co con iscrizione alla gestione separata é scaduto.
La mansione sarà la medesima di quello che facevo prima (6 anni!!!!) e sarebbe “operatore addetto alla manutenzione”. In poche parole farei l’operaio tuttofare ( idraulico, fabbro, falegname, magazziniere). Secondo lei che codice ateco si potrebbe utilizzare?
É possibile usufruire del 5% in regime forfettario? Il fatturato non dovrebbe superare i 20000€.
Un’ultima domanda con questo tipo di partita iva, occasionalmente, potrei fatturare qualsiasi lavoro (magazziniere, commesso, autista ecc)?
La ringrazio e cordialmente Saluto
Claudio
Staff dice
Buongiorno Claudio, a nostro avviso sarà possibile usufruire del regime forfettario ma non sarà possibile applicare il 5% di tassazione.
In quanto uno dei requisiti specifica che:
– l’attività non deve costituire una prosecuzione di altra attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo;
Nel caso di rapporti di lavoro con co.co.co, per applicare il 5%, questo non deve essere stato di durata superiore alla metà del triennio precedente.
Riferimento Circolare dell’Agenzia delle entrate 10/e del 2016.
Per quanto riguarda l’inquadramento dell’attività, ricordiamo che possono essere inseriti più codici ateco.
Tuttavia a nostro avviso la classe ateco che potrebbe esserti utile è la 33.
Ovviamente può essere individuato anche un codice ateco che ti permetta di svolgere servizi generici come quello di magazziniere o autista.
Cordiali saluti
Claudio dice
Grazie per la celere risposta.
Pensavo di poter rientrare nella tipologia del Sig. Marco del 30/11/17 con successiva risposta vostra del 4/12/17.
Eppure ci son colleghi i quali loro professionisti sostengono il 5%
Pazienza e ancora grazie
Claudio dice
Un’ultima cosa, i contratti precedenti sono annuali e semestrali e non un unico contratto.
Staff dice
Buonasera Claudio, a differenza del sig. Mario nel tuo caso il lavoro con partita Iva andrebbe a svolgersi verso lo stesso datore di lavoro e quindi lo stesso mercato di riferimento.
Ad ogni modo se il contratto di co.co.co non ha avuto una durata superiore alla metà del triennio precedente, considerato che questa forma contrattuale viene considerata come precaria dall’Ade, si potrà applicare l’imposta al 5% per i primi 5 anni, nonostante si tratti di una situazione molto al limite. Nella precedente risposta avevamo dato per scontato che il contratto da co.co.co fosse stato di durata superiore alla metà del triennio, considerato la durata del rapporto di lavoro con questo datore di 6 anni.
Cordiali saluti
marcello dice
salve da marcello
dovrei aprire una p .iva da rappresentante x materiale pubblicitari
dovrei percepire sui 30.000/40.000 lordi annui
con regime forfettario
come rientrerei e quanto tra tasse e inps andrei a pagare???
grazie
Staff dice
Buonasera Marcello, se non hai esercitato negli ultimi 3 anni attività da professionista o autonomo (anche in forma societaria) potrai applicare il 5% di tassazione per i primi 5 anni. Attenzione però per gli intermediari del commercio il limite di ricavi previsto per applicare il regime forfettario è di 25.000€, pertanto con un fatturato di 30.000/40.000 usciresti subito dal regime forfettario. Cordiali saluti
Doc dice
Buongiorno,
Potreste aiutarmi nell’identificare un codice ateco al fine di migliorare il 78% come lavoratore autonomo.
Mansioni: Riparatore generico campo falegnameria, idraulica, ferramenta.
Magari un 33 ma non ne vengo a capo, ce ne sono troppi e poco chiari.
Grazie 1000
Doc
Staff dice
Buongiorno Doc, sicuramente sarà opportuno indicare più codici Ateco, in quanto non è previsto un codice Ateco ad hoc per il riparatore generico.
Potresti ad esempio indicare il 33.19.04 “Riparazioni di altri prodotti in legno nca”, per l’attività relativa alla falegnameria.
Cordiali saluti
Matteo dice
Buonasera, l’amministratore del condominio in cui abito mi ha proposto di fare le pulizie nel palazzo in cui risiedo e in altri 3 o 4 da lui amministrati. Ipotizzando un incasso annuo di circa 18.000 € volevo sapere qual è innanzitutto il coefficiente di redditività e quanto dovrò versare di tasse.
P.S Non ho mai svolto attività d’impresa.
Grazie per l’aiuto
Staff dice
Buonasera Matteo, potrai aprire la partita Iva con il seguente codice ateco: 81.21.00 – Pulizie generali (non specializzata) di edifici.
Il Coefficiente di redditività è del 67% ed il limite dei ricavi 30.000€
Per quanto riguarda gli aspetti previdenziali è necessaria l’iscrizione all’INPS Artigiani e all’INAIL.
L’aliquota d’imposta sostitutiva se rispetti i requisiti richiesti sarà al 5% altrimenti al 15%.
Se vuoi avviare l’attività con i nostri servizi (apertura partita Iva e gestione in forfettario) valuta il nostro servizio dedicato. Restiamo a tua disposizione per eventuali info e chiarimenti.
Un saluto
Agata dice
Buonasera, le chiedo una informazione. Ho aperto p.iva nel 2016 regime forfetario. Mi han proposto un contratto da dipendente pubblico in un altro posto fino a novembre con chiusura obbligatoria p.iva. se ad oggi la dovessi chiudere: potrei riaprirla nei prossimi 3 anni ? Oltre al l’aliquota dal 5 al 15% a quali cambiamenti in fatto di spese aggiuntive andrei incontro?
Grazie!
Staff dice
Buongiorno Agata, potrai riaprirla nei prossimi tre anni senza alcun problema. Come da te indicato l’unica differenza che per applicare il 5% di imposta sostitutiva sarà necessario attendere 3 anni dalla chiusura della partita Iva.
Cordiali saluti
Carlo dice
Salve, ho appena aperto partita iva in regime forfettario con codice ateco 59.11.00, ho un coefficiente di redditività del 67% e non posso beneficiare del 5% di sostituto d’imposta perchè svolgo già questo mestiere da più di un anno. Volevo sapere, nel momento in cui per un lavoro mi viene detto che, ad esempio, mi pagano 200€ netti, io devo mandargli una fattura maggiorata in cui calcolo il sostituto d’imposta del 15% e il 25,72% di inps (da detrarre dall’imponibile al 67%)? C’è una qualche formula da poter mettere su excel per poter calcolare eventualmente questo lordo partendo dal netto?
Staff dice
Buongiorno Carlo, la fattura deve essere trasmessa senza alcuna ritenuta.
La formula matematica non è semplice da estrapolare, considera che per avere un netto di 200€ il lordo da fatturare è di 275€ circa.
Cordiali saluti
Carlo dice
Perfetto grazie mille. Un’ultima curiosità: ho aperto ora la partita iva a regime forfettario per continuare a lavorare nel cinema ma ho iniziato da un anno a lavorare nel settore cinematografico (tramite collocamento e/o prestazione occasionale), non vi è nessuna possibilità che io possa beneficiare del sostituto d’imposta del 5% per i primi 5 anni?
Inoltre per le fatture da mandare, devo sempre comprare io la marca da bollo da 2€ e farmela rimborsare in fattura oppure basta mandare la fattura senza bollo e poi lo mette il cliente?
Staff dice
Buongiorno Carlo, se prima di aprire la partita Iva ha esercitato l’attività solamente tramite prestazioni occasionali, può applicare il 5% di tassazione per i primi 5 anni. L’assolvimento della marca da bollo è a carico di chi emette la fattura.
Cordiali saluti
Luca dice
Buongiorno,
sono un fotografo libero professionista in P. IVA regime forfettario con aliquota al 15% (non al 5% perchè proseguo attività svolta come lavoro subordinato) e gestione separata al 25,7%. Vorrei capire che percentuale va in tasse, il mio fatturato ipotetico 2018 si aggira intorno ai 27,000 Euro. Circa un 40% tra aliquota e IRPEF?
Inoltre se dovessi sforare la soglia dei 30,000 e passare al regime ordinario quali sarebbero le tasse sui 27,000? Grazie
Staff dice
Buongiorno Luca, senza considerare gli acconti da versare, l’aliquota delle tasse + contributi è di circa il 32%.
Uscendo dal regime forfettario le aliquote aumentano, in quanto nel regime ordinario verrebbero applicare quelle ordinarie per scaglioni di reddito.
Cordiali saluti
Miri dice
Salve, ho fatto da sola la compilazione dell’unico. Mi sono però dimenticata di indicare gli acconti versati in modo da compensarli.
Due domande: in qual quadro/ riga dovevo indicarli?
È possibile ora fare una dichiarazione correttiva per rimediare?
Grazie mille del parere!!!
Miri
Staff dice
Buonasera Miri,
se ha già inviato la dichiarazione dei redditi potrà comunque presentare una dichiarazione integrativa indicando gli acconti versati lo scorso anno.
Cordiali saluti
Cristina dice
Buonasera,
lavoro come biologa in un laboratorio ospedaliero e ho aperto partita iva in regime forfettario. Prima di lavorare come libero professionista avevo un contratto a tempo indeterminato con qualifica di tecnico di laboratorio presso un altro ospedale (e un altro tipo di laboratorio). Nel mio caso è applicabile l’agevolazione al 5% per quanto riguarda la tassazione IRPEF?
Grazie dell’informazione
Cristina
Staff dice
Buonasera Cristina,
a nostro avviso come riportato dalla circolare 10E del 2016, la prosecuzione dell’attività da dipendente deve essere valutata sotto il punto di vista sostanziale, pertanto non si applica se il mercato di riferimento è diverso.
Nel suo caso avendo aperto partita iva per un altro ospedale con una mansione diversa a nostro avviso può applicare il 5% per i primi 5 anni.
Attenzione però a rispettare il limite 30.000€ di reddito da lavoro dipendente nel corso dell’anno precedente all’apertura della partita iva.
Cordiali saluti
Endro dice
Buongiorno,
Vorrei porre un quesito. Ho aperto partita Iva e faccio parte del regime agevolato. Inoltre ho anche un reddito da locazione, dove ovviamente sono soggetto a versare l’IRPEF. Essendo soggetto ad altri redditi IRPEF e cumulando quelli di attività con quelli di locazione non supero la soglia dei € 30.000,00 annuali. Posso dedurre i contributi previdenziali obbligatori, derivanti dalla partita iva dall’IRPEF dovuta per i canoni di locazione?
Staff dice
Buongiorno Endro, i redditi percepiti da un’attività nel regime agevolato sono soggetti ad imposta sostitutiva e non ad IRPEF. Pertanto non fanno cumulo con altri redditi IRPEF come nel tuo caso quelli da locazione, quindi i contributi previdenziali sono deducibili solamente dal reddito derivante dalla partita iva.
Cordiali saluti
Alessandro dice
Salve
Nell’anno 2017 ero nel regime di vantaggio forfettario, ma a novembre 2017 ho chiuso la partita IVA. Nel 2018 sono stato assunto altrove come dipendente.
Nel predisporre il modello unico, mi chiede l’acconto dell’imposta sostitutiva scaturente dal quadro LM. Visto che non avrò tali redditi nel 2018, come posso indicare in dichiarazione che tali acconti non sono dovuti?
Grazie
Saluti
Alessandro
Staff dice
Buonasera Alessandro,
sarà sufficiente non versare gli acconti di imposta sostitutiva.
In dichiarazione dei redditi sarà l’intermediario, attreverso i qudri interni (quelli che l’Agenzia delle Entrate non vede) ad indicare di non calcolare gli acconti per il 2018.
Cordiali saluti
Roberto dice
Salve, sono Roberto, ho un’attivita di barbiere con regime ordinario e da circa un anno ho un dipendente. Il mio reddito annuo lordo è di 18mila euro, compreso il dipendente il cui reddito ammonta a 4800 euro annui. Vorrei sapere se queste condizioni mi permettono di modificare regime dall’ordinario al forfettario, quali obblighi fiscali dovrei ottemperare e quanto andrei a risparmiare in tasse.
Staff dice
Buonasera Roberto, se le condizioni presentate saranno mantenute fino al 31/12/2018, potrai, a partire dal 1 gennaio 2019, applicare il regime forfettario.
Questo regime fiscale sicuramente ti sgraverà da molti adempimenti fiscali.
Non avendo l’Iva da trattare, di fatto l’unico adempimento sarà la dichiarazione dei redditi.
Per valutare la convenienza del regime forfettario, sarebbe necessario un’analisi approfondita della tua situazione. Soprattutto per quanto riguarda i costi dell’attività, che nel regime forfettario non sono deducibili dal reddito d’impresa.
Inoltre avendo un’attività già avviata, l’imposta sostitutiva del regime forfettario sarà del 15%.
Gerd dice
Buongiorno,
accingendomi a passare da gennaio 2019 al regime fiscale forfettario, ho alcuni dubbi.
Il principale è il seguente: considerando che mi verrà applicata una redditività pari al 78% (codice Ateco 62.02.00) e non potendo più detrarre le spese, come potrei gestire al meglio l’attività di creazione e stampa (per conto terzi) di materiale pubblicitario di vario genere (volantini, striscioni, manifesti,…)?
Esempio pratico: realizzazione e stampa di 1.000 volantini, venduti al cliente finiti a 100 euro. Costo di produzione (pagato a tipografia dal sottoscritto) 70 euro. Mio guadagno reale 30 euro, ma su fattura dovrò indicare 100.
Ma il mio guadagno non è stato 78 come prevede la legge, ma 30.
Dovrei sapere come comportarmi con largo anticipo per gestire al meglio le mie strategie professionali.
Ringrazio per la sempre preziosa consulenza.
Cordiali saluti.
GM
Staff dice
Buonsera,
precisiamo che il coefficiente di redditività del codice ateco 62.02.00 è del 67% e non del 78% come indicato. Ad ogni modo è difficile trovare una soluzione al problema presentato, è uno dei principali limiti del regime forfettario.
Cordiali saluti
Ginevra dice
Buonasera,
il limite di 20000€ di beni strumentali acquistati deve considerarsi annuale (cioé ogni anno di regime forfettario si ha un limite di acquisto di beni strumentali pari a 20000€ o si ha l’obbligo di non superare il limite in 5 anni)?
Staff dice
Buonasera Ginevra,
il limite di 20.000€ deve essere rispettato ad ogni 31/12 per poter applicare il regime forfettario anche l’anno successivo.
Si precisa che il limite di 20.000€ non è un limite sugli acquisti ma un limite sul valore, ovvero ogni anno deve essere rispettato il limite di valore dei beni strumentali posseduti.
Cordiali saluti
Marco dice
Buonasera,
prima di tutto volevo farvi i complimenti per i contenuti molto curati e ben spiegati!
Ho un dubbio riguardo alle tempistiche tra pagamento e dichiarazione che vedo non essere mai spiegato ne menzionato, probabilmente perchè è una banalità.
Come faccio a sapere quanto devo versare a luglio se prima non ho fatto la dichiarazione dei redditi che di solito è verso settembre?
Provo a portare come esempio pratico la mia situazione.
Ho aperto la partita IVA forfettaria a dicembre del 2017. Entro il 31 ottobre devo dichiarare per l’anno solare 2017 che è 0 non avendo fatturato ne incassato nulla e non avendo altri redditi.
Nel 2019 dovrò (sempre a luglio?) versare il saldo imposte/contributi del 2018 + acconti relativi.
Per come posso capirla io sarebbe logico che prima dichiaro e poi pago, e in questo caso sarebbe quindi – seguendo le scadenze precedenti – a luglio 2020, ma sicuramente lo stato non sta ad aspettare 2 anni prima di incassare…
Ho capito male qualcosa? Che cosa mi sfugge di ovvio?
Grazie mille per il vostro lavoro e per qualunque informazione se avrete il tempo!
Cordiali saluti
Staff dice
Buonasera Marco, la dichiarazione dei redditi deve essere predisposta in anticipo, in modo da conoscere gli importi da versare prima della scadenza delle tasse.
Ovviamente sarà importante che la dichiarazione predisposta in anticipo per il calcolo delle tasse e quella inviata all’Agenzia delle Entrate entro il 31 Ottobre siano identiche.
Cordiali saluti.
Marco dice
Grazie mille per la risposta!
Capisco, mi confondeva principalmente la separazione molto lunga dei tempi per la presentazione rispetto al pagamento, ma ora è chiaro!
Ho un’ultima domanda se posso, anche questa probabilmente sciocca… mentre mi documentavo su come comunicare la dichiarazione sul sito delle entrate leggo questa specifica sul loro sito[1]:
>>
# Contribuenti obbligati alla presentazione di Redditi Persone fisiche
Sono obbligati a utilizzare il modello Redditi Persone fisiche i contribuenti che:
– nell’anno precedente (cioè, quello oggetto di dichiarazione) hanno posseduto redditi d’impresa, anche in forma di partecipazione, redditi di lavoro autonomo per i quali è richiesta la partita Iva, redditi “diversi” non compresi fra quelli dichiarabili con il modello 730, plusvalenze derivanti dalla cessione di partecipazioni qualificate o derivanti dalla cessione di partecipazioni non qualificate in società residenti in Paesi o territori a fiscalità privilegiata, i cui titoli non sono negoziati in mercati regolamentati, redditi provenienti da “trust”, in qualità di beneficiario
– nell’anno precedente e/o in quello di presentazione della dichiarazione non risultano residenti in Italia
– devono presentare anche una delle dichiarazioni: Iva, Irap, Modello 770- devono presentare la dichiarazione per conto di contribuenti deceduti
>>
Nel primo punto dove dice “hanno posseduto”, è sotto inteso che non avendo io posseduto/percepito reddito nell’anno precedente non sono tenuto a fare la dichiarazione “a vuoto” o a zero(0€)? Sarebbe una scocciatura in meno non dover fare questa formalità, ma immagino sia un’altra domanda ingenua…
In ogni caso grazie mille per il vostro tempo e disponibilità!
Cordiali saluti
[1] https://www.agenziaentrate.gov.it/wps/content/Nsilib/Nsi/Schede/Dichiarazioni/Redditi+Persone+fisiche+2018/Contribuenti+obbligati+Redditi+PF2018
Staff dice
Buonasera Marco, in caso di possesso di partita Iva attiva, la dichiarazione dei redditi deve essere sempre presentata anche se a 0€.
Cordiali saluti
Gabriele dice
Salve, grazie per le informazioni di questo post, molto chiare per calcolare l’imposta sostitutiva. Dunque per un designer in regime forfettario il calcolo dell’imposta sostitutiva al 5% da pagare è questo:
(FATTURATO x 78% – INPS_VERSATI) x 5%
Ho invece un dubbio sui contributi INPS.
Il calcolo dei nuovi contributi INPS da pagare è:
(FATTURATO x 78% – INPS_VERSATI) x 25,72%
oppure
FATTURATO x 78% x 25,72% ??
Cioè, i contributi INPS da versare si calcolano sull’imponibile dell’anno precedente, o sull’imponibile dell’anno precedente sottraendogli prima i contributi INPS versati in quell’anno?
Grazie mille
Staff dice
Buonasera Gabriele,
ti confermiamo la correttezza del calcolo per quanto riguarda l’imposta sostitutiva.
Mentre per quanto riguarda l’INPS il calcolo da seguire è il seguente: FATTURATO x 78% x 25,72%
Cordiali saluti
Gabriele dice
Grazie mille,
dunque i pagamenti del contributi INPS fatti nell’anno precedente sono deducibili solo nel calcolo dell’imposta sostitutiva, ma non in quello sui nuovi contributi INPS da pagare?
Staff dice
Buonasera Gabriele,
ti confermiamo la correttezza del calcolo per quanto riguarda l’imposta sostitutiva.
Mentre per quanto riguarda l’INPS il calcolo da seguire è il seguente: FATTURATO x 78% x 25,72%
Cordiali saluti
Alessandra dice
Buonasera, il limite sui beni strumentali del valore di 20.000 euro per un forfettario è soggetto all’applicazione del pro rata annuale? Ossia se io ho attivato l’impresa il 10 ottobre 2018, per il 2018, dunque il primo anno, devo avere dei beni strumentali del valore massimo di 4.443€, che si calcola applicando il prorata di 20.000€ dal 10 ott al 31 dicembre ossia per 2 mesi e 20 giorni? O posso già avere il primo anno beni strumentali del valore di 20.000€?
Staff dice
Buongiorno Alessandra,
la normativa non fa riferimento al pro rata annuale per i beni strumentali, ma solamente per quanto riguarda le soglie di ricavo.
Si ritiene pertanto che al 31/12 si possa già detenere beni strumentali per un valore di 20.000€.
Cordiali saluti
Roby dice
Nella dichiarazione dei redditi (mod Unico) avendo solo introiti da partita iva fofettaria , cosa posso scaricare ? Svolgo azione di social media marketing e vorrei sapere se posso scaricare : acquisto pc o parti PC (es. hard disk, alimentatore…) , concelleria, fondo pensione , visite mediche ecc…
Grazie e saluti
Staff dice
Buonasera Roby, purtroppo nel regime forfettario non è possibile scaricare alcun costo sostenuto nell’esercizio della propria attività.
Il reddito imponibile, sul quale si calcolano le tasse, viene determinato applicando al totale dei ricavi il coefficiente di redditività relativo al proprio codice Ateco.
Cordiali saluti
Davide dice
Buonasera, ho 23 anni ho aperto partita iva nel regime forfettario codice attività 620300 il 06/11/2018, vorrei sapere il limite massimo fatturabile nel corso del 2018.
Le fatture emesse nel 2018 con scadenza del pagamento 31/01/2019 rientrano nei redditi del 2018?
Grazie
Staff dice
Buongiorno Davide, a nostro avviso il limite di fatturato deve essere rapportato per i giorni di attività, pertanto il calcolo da seguire sarà:
(30.000/365) x 56 (giorni di attività 2018) = 4.602,74€
Ovviamente il calcolo effettuato non tiene in considerazione l’eventuale innalzamento a 65.000€ del limite di ricavi previsto dalla Legge di Bilancio.
Ricordiamo anche che vale il principio di cassa, pertanto dovranno essere dichiarate solamente le fatture effettivamente percepite nel 2018. Le fatture emesse nel 2018 ma incassate nel 2019, dovranno essere considerate come redditi del 2019.
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Cordiali saluti
Pamela dice
Buongiorno,ho aperto p.iva e iniziato una professione sanitaria nel gennaio 2018 con regime forfettario e imposta sostitutiva agevolata del 5%. Adesso con la nuova legge di stabilità nel 2019 potrò comunque mantenere l imposta agevolata del 5% anche se compio 35 anni? Avevo letto del regime forfettario con si può mantenere per i primi 5 anni senza vincoli di età anagrafica mentre per la nuova legge di stabilità potranno usufruirne solo gli under 35anni se no si passa al 15% di imposta. Avendo aperto io il forfettario nel 2018 potrò continuare a mantenere la mia tassazione al 5% per altri 4 anni oppure no? Grazie
Staff dice
Buongiorno Pamela,
a nostro avviso si, la norma dovrebbe permettere, a chi ha aperto partita Iva prima della sua entrate in vigore, di poter continuare ad applicare l’aliquota al 5% fino alla naturale scadenza.
Ad ogni modo, non possiamo ancora affermarlo con certezza, fino a quando la Legge di bilancio non sarà pubblicata e non saranno emessi chiarimenti ufficiali da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Cordiali saluti
Pamela dice
Buongiorno,in relazione a quanto avevo richiesto a dicembre, con la nuova legge di bilancio continuero’ a pagare il 5% di imposta sostitutiva per i prossimi 4 anni anche se quest’anno compio 35 anni? Non ho capito se per le startup considerano come limite eta’ anagrafica under 35.( ricordo che ho aperto p.va in gennaio 2018 e sono una libera professionista professioni sanitare con gestione separata inps) . Ringrazio
Staff dice
Buongiorno Pamela, con il regime forfettario hai la possibilità di avere l’imposta sostitutiva al 5% per 5 anni.
Non viene considerato il limite dei 35 anni di età. Pertanto potrai applicare il 5% fino ai redditi del 2022.
Cordiali saluti
Pamela dice
Grazie mille! E invece l’aliquota inps per l anno 2019 per i liberi professionisti gestione separata a quanto ammonta?
Staff dice
Buongiorno Pamela, per il 2019 l’aliquota è rimasta invariata a 25,72%.
Cordiali saluti
luca dice
Buongiorno,
Vorrei gentilmente un parere veloce sulla situazione che mi si è presentata.
Faccio parte del regime dei minimi da 3 anni, e su un fatturato di 20.000 Euro lordo annuale mi sono trovato a pagare 6.600 Euro più 2.200 euro di anticipo per il prossimo anno. A me sembra tanto per un regime dei minimi ma non essendo esperto in materia chiedo un parere a voi,
Grazie
Staff dice
Buonasera Luca,
se sei un libero professionista iscritto alla gestione separata Inps, e quindi paghi i contributi direttamente in dichiarazione dei redditi, la cifra indicata è probabile.
La Gestione separata ha un’ aliquota del 25,72%.
Consigliamo di chiedere al tuo consulente da cosa è composto l’importo da pagare per toglierti ogni dubbio.
Cordiali saluti
stefania dice
Buongiorno,
ho aperto la Partita Iva regime forfettario a febbraio 2018 , pago ogni mesi i contributi Inps di circa 612€ adesso ho l ‘ultimo pagamento a febbraio .
Vorrei sapere invece a quanto ammonta la tassa irpef per l anno 2018 con un fatturato di 23.200€ non capisco se devo applicare il 15% o il 5% .
Tabella Prog. 8 codice Ateco 66
Grazie
Staff dice
Buonasera Stefania, l’applicazione del 5% o del 15% dipende dal rispetto dei seguenti requisiti:
– non aver esercitato, nei 3 anni precedenti l’inizio dell’attività di cui al comma 54, attività artistica, professionale ovvero d’impresa, anche in forma associata o familiare;
– l’attività non deve costituire in nessun modo mera prosecuzione di altra attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo, escluso il caso in cui l’attività precedentemente svolta consista nel periodo di pratica obbligatoria ai fini dell’esercizio di arti o professioni;
– in caso di prosecuzione di attività svolta in precedenza da altro soggetto, l’ammontare dei relativi ricavi e compensi, realizzati nel periodo d’imposta precedente quello di riconoscimento del predetto beneficio, non sia superiore ai limiti di cui al comma 54.
Cordiali saluti
Mario dice
Quindi se uno è stato dipendente ma nel 2018 ha deciso di aprire la partita iva continuando comunque principalemente a fatturare al vecchio datore di lavoro sarà tassato al 15%?
Staff dice
Buonasera, con la nuova legge di bilancio 145/2018 per mantenere il regime forfettario non devono essere emesse fatture prevalentemente verso i datori di lavoro attuali o dei due anni precedenti.
Cordiali saluti
Mario dice
Per cui con questa legge ti obbligano a passare in ordinario? Poi mi chiedo come fa un libero professionista a sapere a priori quanto fatturerà e a chi?
Staff dice
Buongiorno Mario, purtroppo l’unica alternativa è passare al regime ordinario.
Ad ogni modo viene indicata la parola “prevalentemente”, che a nostro avviso significa che il 51% del fatturato non deve essere diretto verso attuali o ex datori di lavoro.
Cordiali saluti
info dice
Buongiorno,sono nel regime forfetario in qualità di professionista,avendo guadagnato per l’anno 2018 solo euro 2.500,00 (causa clienti morosi) e avendo versato euro 2.340,00 alla cassa di appartenenza, Inarcassa, applicando la regola del forfetario [((ricavi x 0,78 ) – cassa di previdenza) x 0,15]=
REDDITO NETTO = 2.500,00 x 0,78 =1.950,00
Reddito imponibile = 1.950,00 (reddito netto) -1950,00( parziale importo cassa) = 0
Imposta= Reddito imponibile x 0,15= 0x0,15=0.
Vorrei sapere se l’eccedenza (2340-1950=390) è possibile recuperarla aggiungendola ai contributi versati nel 2019?In attesa saluti.
Staff dice
Buongiorno, purtroppo quanto richiesto non è possibile in quanto si applica il principio di cassa.
Ovvero sono deducibili solamente i contributi versati nel periodo di imposta di riferimento.
Cordiali saluti
Giovanni Alban dice
Buongiorno, mia figlia neo medico abilitato ha conseguito nel 2018 un reddito di 8.400€. Facendo il calcolo: 8.400X78%X5%= dovrà versare €328.
Con che modello deve fare la dichiarazione? E se nel 2019 non emetterà fatture perchè entrata in specialità, deve versare anche gli acconti?
Grazie.
Staff dice
Buongiorno Giovanni, in qualità di medico con partita Iva è necessario presentare la dichiarazione dei redditi tramite il Modello Persone Fisiche (Unico 2019 o mod. 740).
Se nel 2019 è già consapevole che il fatturato sarà pari a zero, potrà decidere di non versare gli acconti per le imposte dell’anno successivo.
Cordiali saluti
Carlo dice
buongiorno nei calcoli ho vito che avete calcolato l’imposta sostitutiva del 5% sul fatturato tolto il coefficiente di redditività e basta.
Io ho sentito più commercialisti e mi hanno spiegato che l’imposta sostitutiva del 5% va calcolato sul fatturato meno il coefficiente di redditività e meno i contributi inps
quindi il calcolo sarebbe
Ricavi: 25.000 €
Coefficiente di redditività: 78%
Reddito imponibile: 25.000 € x 78% = 19.500 €
19.500 € x 25,72% (Inps) = 5015,4 €
e solo adesso viene calcolato l’imposta sostitutiva (Irpef)
5015,4 € x 5% = 250,77 (Irpef)
a voi non risulta?
ed eventualmente mi interessava sapere , gli anticipidel 40% di giugno e 60% di novembre, riguardano solo l’irpef o anche l’Inps?
Staff dice
Buonasera Carlo, sono deducibili i contributi pagati nello stesso periodo d’imposta dei redditi percepiti.
Ad esempio, se un professionista iscritto alla gestione separata INPS apre partita Iva nel 2019, verserà i contributi a Giugno 2020.
Quindi nell’anno 2019 non avrà contributi da portare in deduzione.
Cordiali saluti