
Sei un libero professionista, artigiano o freelance e vuoi capire se il regime forfettario è adatto a te? In questa guida completa e aggiornata al 2025 ti spieghiamo in modo chiaro chi può accedervi, quali sono i limiti, i vantaggi e come gestire tasse e contributi nel modo corretto.
In particolare il regime forfettario è particolarmente vantaggioso per Partite IVA individuali con ricavi che non superano gli 85.000 € annui.
Inoltra, applicandolo si accede a numerose agevolazioni: imposta al 5 %, contabilità semplificata senza IVA, riduzione dei contributi INPS e molto altro.
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Indice dei contenuti
Cos’è il regime forfettario e come funziona
Il regime forfettario è un regime fiscale agevolato, pensato in particolare per liberi professionisti, freelance, artigiani e piccoli imprenditori. Infatti, è stato introdotto per semplificare la gestione fiscale e incentivare l’attività autonoma.
Questo regime si caratterizza per la tassazione sostitutiva (15% o 5% nei primi 5 anni), l’esenzione dall’IVA e una contabilità notevolmente semplificata.
Di conseguenza, diventa una scelta vantaggiosa per chi ha costi contenuti e vuole concentrarsi sull’attività, senza perdersi in burocrazia.
Il reddito imponibile viene calcolato applicando un coefficiente di redditività in base al codice ATECO dell’attività svolta, senza dedurre le spese effettive.
Chi può accedere al regime forfettario
Possono accedere al regime forfettario tutti i lavoratori autonomi, professionisti, artigiani e commercianti che rispettano determinati requisiti stabiliti dalla normativa fiscale.
Per aderire al regime forfettario, è fondamentale rispettare quindi alcuni requisiti:
- Limite di ricavi o compensi: non devono superare gli 85.000 € annui.
- Nessuna partecipazione in società di persone o S.r.l. trasparenti.
- Assenza di attività prevalentemente svolta nei confronti di datori di lavoro attuali o ex (ultimi 2 anni).
- Essere residenti in Italia, o in uno Stato UE/SEE con almeno il 75 % del reddito prodotto in Italia.
- Non usufruire di regimi speciali IVA
Solo se rispetti questi criteri, puoi accedere ai vantaggi previsti dal forfettario.
Controlla se possiedi i requisiti per accedere al regime forfettario nella guida dedicata.
Tassazione nel forfettario: 5% o 15%?
La tassazione nel regime forfettario avviene con un’imposta sostitutiva.
L’aliquota è del 15% ma si riduce al 5% per le startup per un periodo di cinque anni:
- 5% per i primi 5 anni se l’attività è nuova e rispetta requisiti di startup
- 15% ordinaria dal sesto anno o se non si ha diritto all’agevolazione iniziale
Attività escluse dal forfettario
Abbiamo visto quali sono i requisiti d’accesso per le parte Iva al regime forfettario.
Inoltre alcune attività non sono compatibili con il forfettario.
La circolare n. 10/E del 2016, ci indica le attività alle quali non è possibile applicarlo, ecco la lista completa:
- agricoltura e attività connesse e pesca
- vendita sali e tabacchi
- commercio dei fiammiferi
- editoria
- gestione di servizi di telefonia pubblica
- rivendita di documenti di trasporto pubblico e di sosta
- intrattenimenti, giochi e altre attività di cui alla tariffa allegata al d.P.R. n. 640 del 1972
- agenzie di viaggi e turismo
- agriturismo
- vendite a domicilio
- rivendita di beni usati, di oggetti d’arte, d’antiquariato o da collezione
- agenzie di vendite all’asta di oggetti d’arte, antiquariato o da collezione
Regime Forfettario e fatturazione elettronica
Dal 2024 la fatturazione elettronica è obbligatoria anche per chi aderisce al regime forfettario. Le fatture devono essere inviate tramite il Sistema di Interscambio (SdI), tranne per alcuni casi specifici previsti dalla normativa.
E’ necessario adottare un software di fatturazione elettronica in grado di generare e inviare le fatture elettroniche nei formati XML al Sistema di Interscambio (SdI).
Le regole fiscali sull’Iva non cambiano, quindi chi applica il regime forfettario non deve addebitare l’IVA in fattura ai clienti. Ovviamente, anche l’Iva sugli acquisti non viene detratta e non è previsto nessun versamento a differenza dei regimi ordinari.
📌 Leggi la guida completa alla fatturazione elettronica nel forfettario
Vantaggi e svantaggi del regime forfettario
Il regime forfettario offre vantaggi fiscali e contabili, tra cui tassazione agevolata, niente IVA né IRAP, e semplificazioni amministrative. Tuttavia, ha anche limiti legati a detrazioni, deduzioni e accesso al credito.
Tra i vantaggi più evidenti troviamo la tassazione bassa e fissa, la possibilità di ridurre i contributi INPS per le ditte, una contabilità semplificata e quindi meno costi. Da non sottovalutare l’assenza di IVA in fattura, IRAP, studi di settore e molto altro.
Vuoi scoprire in modo semplice e dettagliato tutti i principali benefici fiscali, contributivi e gestionali di questo regime? Scopri tutti i vantaggi del regime forfettario per le partite Iva.
Ovviamente ci sono anche degli svantaggi, come ad esempio non si possono dedurre deducono le spese analiticamente, nessuna detrazione IVA sugli acquisti e limiti ben precisi al fatturato. Quindi per alcune attività che presentano molte spese operative non sempre conviene applicarlo. Ricordati che anche il forfettario presenta dei limiti ben precisi che non è possibile aggirare.
Ricapitolando tra i principali vantaggi del regime forfettario troviamo:
- Aliquota ridotta: 15% o 5% nei primi 5 anni.
- Contabilità semplificata: niente registri IVA, né liquidazioni o dichiarazioni IVA.
- Agevolazioni INPS per artigiani e commercianti.
- Esenzione da IRAP e addizionali.
Pertanto, chi ha ricavi contenuti e pochi costi strutturali può beneficiare di una fiscalità leggera e snella.
Come si calcola il reddito nel regime forfettario
Nel regime forfettario, il reddito imponibile non si calcola sottraendo i costi effettivi, ma si determina applicando un coefficiente di redditività ai ricavi o compensi percepiti.
Questo coefficiente varia in base al codice ATECO dell’attività svolta e rappresenta la parte di reddito considerata “netta” dall’Agenzia delle Entrate. Per esempio:
- Attività professionali: coefficiente 78 %
- Commercianti: coefficiente 40 %
- Artigiani: coefficiente 67 %
Sul reddito così calcolato si applica l’imposta sostitutiva:
- 5 % per i primi 5 anni, se si rispettano i requisiti di nuova attività
- 15 % negli anni successivi
Non è prevista la deduzione di spese effettive, fatta eccezione per i contributi previdenziali versati, che possono essere dedotti dal reddito imponibile.
Regime Forfettario: il coefficiente di redditività
Il coefficiente di redditività è una percentuale stabilita per ogni attività economica che serve a determinare il reddito imponibile nel regime forfettario. Si applica ai ricavi annui e consente di stimare le spese in modo forfettario, senza necessità di documentazione.
Il coefficiente di redditività varia in base al codice ATECO ed è stabilito per legge da una tabella ministeriale, che ne assegna un valore specifico a seconda del tipo di attività, che riassumiamo in sintesi di seguito
Settore | Coefficiente di redditività |
---|---|
Industrie alimentari e delle bevande | 40% |
Attività di commercio all’ingrosso e al dettaglio | 40% |
Commercio ambulante di prodotti alimentari e bevande | 40% |
Commercio ambulante di altri prodotti | 54% |
Costruzioni e attività immobiliari | 86% |
Intermediari del commercio | 62% |
Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione | 40% |
Attività professionali, scientifiche e tecniche | 78% |
Attività sanitarie, di istruzione, finanziarie ed assicurative | 78% |
Altre attività economiche | 67% |
Ad esempio, un professionista con coefficiente 78% e ricavi annui pari a 40.000 €, avrà un reddito imponibile di 31.200 €. Su questo importo si calcolano contributi e imposta sostitutiva.
Imposte e contributi nel regime forfettario
Una delle caratteristiche più vantaggiose del regime forfettario è la gestione semplificata delle tasse e dei contributi. Sul reddito imponibile, come già visto, si applica un’unica imposta sostitutiva:
- 5 % per i primi 5 anni (se si rispettano i requisiti per la “nuova attività”)
- 15 % dal sesto anno in poi
Questa imposta sostituisce IRPEF, addizionali regionali/comunali e IRAP.
- Gestione separata INPS (per professionisti senza cassa): aliquota ordinaria al 26,07 %
- Artigiani e commercianti INPS: contributi fissi + % sul reddito. Se sei in forfettario puoi chiedere una riduzione del 35 %
- Professionisti con cassa (es. avvocati, architetti, ecc.): versano i contributi alla propria cassa, secondo regole specifiche.
I contributi versati possono essere dedotti dal reddito imponibile prima di calcolare l’imposta sostitutiva. Vediamo alcuni esempi di calcolo per capire meglio il meccanismo.
📌Leggi tutto su imposte e tassazione nel regime forfettario
Liberi professionisti
Michele è un Social Media Manager con Partita Iva in regime forfettario.
- Reddito lordo: 55.000€
- Coefficiente di redditività: 67%
- Aliquota imposta sostitutiva: 15%
- Cassa di previdenza: Gestione separata INPS
- Reddito imponibile: 55.000 € x 67% = 36.850€
- Imposta sostitutiva: 36.850 € x 15% = 5.527,50€
- Contributi INPS: 36.850 € x 26,07% = 9.606,80€
Carlo è un geometra e beneficia della riduzione dell’imposta al 5% perché ha appena aperto la partita IVA.
- Reddito lordo: 20.000€
- Coefficiente di redditività: 78%
- Aliquota imposta sostitutiva: 5%
- Cassa di previdenza: CIPAG
- Reddito imponibile: 20.000 € x 78% = 15.600€
- Imposta sostitutiva: 15.600 € x 5% = 780€
Carlo dovrà versare la previdenza alla CIPAG, la Cassa autonoma per i geometri.
Puoi leggere la guida dedicata ai geometri per ulteriori dettagli.
Artigiani
Alessandra è un’estetista con Partita Iva forfettaria.
- Reddito lordo: 30.000€
- Coefficiente di redditività: 67%
- Aliquota Imposta sostitutiva: 5%
- Cassa di previdenza: Gestione artigiani INPS
- Reddito imponibile: 30.000€ x 67% = 20.100€
- Imposta sostitutiva: 20.100€ x 5% = 1.005€
- Contributi fissi INPS: 4.460,64€
- Contributi variabili INPS: (20.100-18.555) x 24% = 370,80€
Commercianti
Francesco ha appena aperto un e-commerce per prodotti per animali ed ha anche un lavoro come dipendente.
- Reddito lordo: 40.000€
- Coefficiente di redditività: 40%
- Aliquota imposta sostitutiva: 5%
- Reddito imponibile: 40.000 € x 40% = 16.000€
- Imposta sostitutiva: 16.000 x 5% = 800€
Francesco è esentato dal versamento dei contributi previdenziali INPS perché svolge un lavoro come dipendente ed ha richiesto l’esenzione.
Per approfondire il meccanismo leggi la guida calcolo tasse regime forfettario dove trovi anche un pratico calcolatore online.
Contributi previdenziali INPS
I titolari di partita IVA forfettaria versano i contributi INPS in base al reddito imponibile calcolato. Artigiani e commercianti possono ottenere una riduzione del 35% sui contributi fissi, ma questo inciderà sul calcolo del montante versato e quindi della pensione.
I liberi professionisti iscritti agli Ordini professionali, verseranno i contributi alle loro casse di riferimento. Ad esempio i geometri alla CIPAG, gli infermieri all’ENPAPI, i periti industriali all’EPPI. Le modalità e le scadenze di versamento vengono indicate direttamente dalla Cassa Previdenziale di riferimento sui rispettivi web istituzionali.
I liberi professionisti che non hanno un Ordine o un Albo professionale con Cassa Autonoma, hanno l’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata INPS. Social media manager, consulenti informatici, fotografi, traduttori sono alcuni esempi.
Artigiani e Commercianti devono iscriversi alla Gestione Artigiani ed alla Gestione Commercianti INPS. I contributi previdenziali variano in base alla gestione INPS:
- gestione Separata: 26,07% sul reddito imponibile
- gestione Artigiani e Commercianti: contributi fissi + % sul reddito, con possibilità di riduzione del 35%
I contributi versati sono deducibili dal reddito imponibile prima di calcolare l’imposta sostitutiva. Per approfondire come funzionano le Casse previdenziali leggi la nostra guida dedicata.
Eventuali agevolazioni contributive
I lavoratori a tempo pieno con partita Iva forfettaria come ditta individuale possono scegliere di non versare i contributi previdenziali INPS. Nell’esempio precedente, Francesco usufruisce di questo esonero perché ha un lavoro come dipendente a tempo pieno.
Le partite Iva forfettarie possono usufruire anche di una altro tipo di agevolazione sui contributi. La legge 208/2015 prevede la possibilità di richiedere una riduzione del 35% sui contributi INPS per Artigiani e Commercianti che applicano il forfettario, cosa non possibile applicando i regimi ordinari.
Per usufruire di questa agevolazione devi effettuare una comunicazione all’INPS entro il 28 febbraio di ogni anno e certificare la sussistenza e la permanenza dei requisiti di accesso.
Regime Forfettario e le società
Cosa è previsto in caso di eventuale partecipazione a società di capitali?
Se non sei in una delle condizioni seguenti puoi applicare il regime forfettario:
- controllo diretto o indiretto di società a responsabilità limitata o di associazioni in partecipazione
- esercizio da parte delle stesse attività economiche direttamente o indirettamente riconducibili a quelle svolte dagli esercenti attività d’impresa, arti o professioni
Maggiori informazioni su questo punto puoi trovarle nella Circolare 9/E del 10 aprile 2019.
Siamo arrivati alla fine di questa guida regime forfettario 2025 e ci auguriamo che tutti gli argomenti trattati abbiano chiarito i tuoi dubbi. Ricorda che il regime forfettario è una soluzione eccellente per chi desidera avviare o gestire un’attività con semplicità e benefici fiscali. Tuttavia, è importante analizzare il proprio caso specifico. Per una valutazione gratuita e personalizzata, puoi parlare con un consulente fiscale esperto.
Fatturazione e adempimenti fiscali nel regime forfettario
Il regime forfettario è pensato per semplificare la vita ai titolari di Partita IVA: le procedure fiscali sono minime, ma non per questo trascurabili. Ecco cosa devi sapere:
Fatturazione elettronica
- obbligatoria per tutti dal 1° gennaio 2024
- si utilizza il Sistema di Interscambio (SdI) dell’Agenzia delle Entrate
- è possibile delegare la fatturazione a un commercialista o usare un software
Adempimenti fiscali
Nel regime forfettario non sei soggetto a IVA, quindi:
- non addebiti l’IVA nelle fatture
- non detrai l’IVA sugli acquisti
- non sei soggetto a ritenuta d’acconto, né la applichi ai tuoi fornitori
Tuttavia, restano obbligatori:
- versamento dell’imposta sostitutiva (acconto + saldo)
- contributi previdenziali
- dichiarazione dei redditi (Modello Redditi PF)
- predisposizione e pagamento F24
⚠️ È fondamentale rispettare scadenze e obblighi: anche se il regime è “forfettario”, le sanzioni esistono.
Come aprire una Partita Iva forfettaria
Hai deciso di avviare la tua attività con il regime forfettario? Ottima scelta! L’apertura è gratuita se effettuata in autonomia, ma per evitare errori consigliamo sempre di farsi affiancare da un professionista. Scopri i 10 errori comuni da evitare!
In particolare, è fondamentale scegliere correttamente il codice ATECO, che influenza tassazione e contributi.
📎 Leggi anche: Come aprire Partita IVA nel regime forfettario
Domande frequenti sul regime forfettario
Il reddito si calcola applicando il coefficiente di redditività al totale dei ricavi annui. Il risultato è il reddito imponibile su cui si applicano le imposte.
L’aliquota è del 15%, ridotta al 5% per i primi 5 anni se si rispettano i requisiti per startup.
Sì, i contributi previdenziali versati sono interamente deducibili dal reddito imponibile prima del calcolo dell’imposta sostitutiva.
Le tasse si versano tramite F24 con scadenze fissate dal calendario fiscale, in genere con acconto e saldo.
📌 Consulta altre risposte alle domande frequenti
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Grazie molte dell’articolo. è interessante … Buon lavoro !
Grazie dell’articolo illuminante!
Sono di nuovo l’ing. Schipani Pancarzio.
Premetto che non ho mai aperto partita iva.
Nel caso di regime forfettario, se apro e poi chiudo la partita iva, posso
sempre riaprirla con lo stesso regime fino al compimenro del 5 anno?
oppure una volta chiusa , prima dei 5 anni, non posso piu’ riaprirla sotto
questo regime?.
Altra cosa: sul reddito imponibile ottenuto abbatendo il reddito lordo del
78% applico l’aliquota del 15% ? oppure posso applicare l’aliquota
del 5% essendo, una partita iva nuova e non avendo mai usuffruito di altrri regimi agevolati?.
Vi sarei immensamente grato per un aituto.
E’ il primo incarico professionale dopo 12 anni di iscrizioni albo ing.
Avendo pochissime possibilita’ economiche mi consentirebbe di sopravvivere e l’unico modo di poterlo portare avanti e il fai da te’,
dato il modesto comprnso. Fare e Dare lavoro a voi commercialisti non e’ sicuramente danaro sprecato per questo mi scuso e considerate il mio un caso speciale.
Vi auguro le piu’ belle cose a voi tutti di questo studio.
Siete bravi e’ so’ quanto e’ difficile questo momento, per tutti i professionisti, grazie di cuore.
Buonasera Pancrazio, ti confermiamo che qualora decidessi di aprire e chiudere la partita Iva nel forfettario, potrai sempre riaprirla con questo regime ma non potrai più godere dell’agevolazione dell’imposta al 5% per i primi 5 anni. La seconda volta che viene aperta la partita Iva con il regime forfettario si passerà alla aliquota del 15%, se questa viene aperta prima che siano trascorsi tre anni dalla chiusura della partita Iva precedente.
Come anticipato sopra, la prima volta che apri la partita potrai godere dell’aliquota al 5% se nei tre anni precedenti non è mai stata svolta alcuna attività di impresa, professionale o artistica.
Cordiali saluti
Grazie mille per l’articolo.
buongiorno , attualmente ho una partita iva come programmatore con redditività al 68% .
Vorrei aprire un B&B.
Posso aggiungere un nuovo codice attività iva , dovrebbe essere il 55.20.51 per la gestione del mio B&B ?
inoltre vorrei assumere una colf per le pulizie , posso scaricarmi contributi? anche nel regime forfettario?
grazie
Buonasera Cristina, potrai sicuramente aggiungere un codice attività alla tua partita Iva, ma se non già presente sarà necessaria l’iscrizione alla Gestione commercianti INPS.
Nel regime forfettario non possono essere sostenute spese per lavoro dipendente superiore ai 5.000€ annuali.
Inoltre ricorda che i costi sostenuti per il lavoro dipendente, contributi compresi, non possono essere dedotti dal reddito d’impresa, come del resto tutti gli altri costi.
Solamente i contributi INPS personali, pagati nel corso dell’anno, sono deducibili dal reddito d’impresa.
Cordiali saluti.
Salve, mio fratello, che cerco di seguire contabilmente è un agente di commercio, e avendo fatturato sia nel 2016 che nel 2017 al di sotto del limite previsto per questa attività, vorrebbe passare al regime forfettario dal 2018, solo che per quanto riguarda i beni strumentali possiede un auto dal 2010 che ha acquistato in leasing e il costo sostenuto dalla società di leasing è di 23.500 euro. Questo valore è da considerare al 100%, all’80% visto che fin ora ha detratto le spese in base a questa percentuale o può considerarlo al 50% visto che la usa anche per fini personali?
grazie
Buongiorno, per accedere al regime forfettario, al 31/12 dell’anno precedente l’accesso, è necessario rispettare il limite di 20.000€ di valore dei beni strumentali in dotazione.
Per i beni detenuti con contratto di leasing il valore di riferimento è il costo originario, ovvero quello sostenuto dalla società di leasing.
Tale valore, se trattasi di un auto, dovrà essere considerato al 50% e al netto dell’iva pagata, in quanto bene ad uso promiscuo.
Cordiali saluti
Salve
avrei due domande da porvi
1) a Novembre 2017 ho aperto partita IVA per un contratto di prestazione (gestione separata INPS, codice ateco 72) ma ho cominciato a fatturare da gennaio 2018. Ho quindi fatturato 0 nell’anno 2017: come presentare il modello CU 2018?
2) Fino a febbraio 2017 ho ricevuto borsa di studio per il dottorato già tassata in gestione separata: nella dichiarazione 2018 devo far riferimento anche a quest’entrata ? (non ho mai fatto dichiarazione per gli anni precedenti). Grazie
Buonasera, la dichiarazione dei redditi deve essere comunque presentata anche se il fatturato da partita Iva risulta zero.
Per quanto riguarda il reddito da borsa di studio, se in presenza di CUD dovrà essere inserito anche quest’ultimo.
Cordiali saluti
Buonasera,
sono un ingegnere di 37 anni con PIVA in regime forfettario del 15 % ed ora ho intenzione di chiudere PIVA. Se in futuro decidessi di aprire PIVA posso nuovamente inserirmi nel regime forfettario?
Grazie
Cordiali saluti
Buonasera Riccardo, si potrai nuovamente applicare il regime forfettario se ne rispetterai ancora i requisiti.
Cordiali saluti
Buonasera volevo sapere se anche un regime forfettario deve trasmettere lo scontrino telematico all’agenzia delle entrate che va in vigore nel gennaio 2019. Cordiali saluti
Buongiorno,
essendo ancora non definito, si presume che come per la fattura elettronica, gli appartenenti al regime dei minimi e al regime forfettario saranno esonerati dall’obbligo.
Cordiali saluti
Gent. responsabile,
vorrei chiedere se riguardo alle clausole di esclusione comma 57 d-bis, l’attività della causa di esclusione relativa all’esercizio dell’attività prevalentemente nei confronti dell’ex datore di lavoro. Per valutare la prevalenza ci si riferisce all’attività che svolgeremo nel 2019, o chi ha svolto attività prevalenti con ex datore di lavoro nel 2018 sarà escluso quest’anno dal forfettario? grazie
Buongiorno Paolo, a nostro avviso deve essere tenuto in considerazione per l’attività che verrà svolta nel 2019.
Non si dovrà fatturare prevalentemente ad attuali datori di lavoro da dipendente o a gli ex datori di lavoro degli ultimi due anni.
Cordiali saluti
Spett. Redazione,
ho una P.IVA a regime forfettario, e vorrei delucidazioni in merito agli acquisti da me effettuati presso distributori stile SoGeGross, Metro, ecc.
Il distributore mi dice che, ai fini legali non sono obbligato a fornire i dati per la fatturazione elettronica, ma loro emetteranno comunque una fatturazione elettronica ed io potrò richiederne copia. Domande:
1) è meglio esigere due pagamenti distinti, in caso di acquisti per uso personale piuttosto che per uso professionale, o è indifferente?
2) è possibile pagare in contanti per esempio gli acquisti personali e tramite fattura quelli professionali, o addirittura pagare in contanti in entrambi i casi?
3) siccome il distributore emetterà comunque una fattura elettronica, è meglio che io ne richieda copia da conservarmi presso il mio archivio o per esempio per gli acquisti personali, o per entrambi, posso farne a meno?
Grazie e complimenti per il sito!!!!
Buonasera Renato, rispondiamo alle tue domande per punti.
1) sicuramente anche se nel regime forfettario eviterei di confondere gli acquisti;
2) puoi tranquillamente pagare in contanti gli acquisti personali e tramite fattura quelli relativi all’attività;
3) l’agenzia delle entrate ha comunicato che i minimi e i forfettari possono continuare la conservazione dei documenti analogici, pertanto consigliamo di richiedere sempre la copia della fattura.
Cordiali saluti
Buon giorno, volevo chiedere informazioni sulla possibilità di aprire P.IVA forfettaria cod. ATECO 74.10.29 libero professionista. Poter lavorare alla realizzazione di, INVITI, BIGLIETTI per cerimonie; e ancora, eventuale consulenza GRAFICA per volantini o LOGO e logo-tipo.
Poter dare servizio a privati su richiesta, rilasciando RICEVUTA o Fattura, possibilmente elettronica e eventuale possibilità di farsi pagare con strumenti elettronici (contactless).
La mia prestazione è appunto, poter realizzare digitalmente il progetto con PDF stampabili e in seguito il cliente decide di utilizzare o meno per le sue esigenze.
Gentile Rodolfo, ti ringraziamo per il contatto. Abbiamo analizzato la tua richiesta e sarebbe meglio poterne parlare telefonicamente per poterti indicare al meglio come procedere. Puoi scriverci tramite la form di contatto e fissare una consulenza con i nostri esperti.
Salve, quindi se ho capito bene, se io sono fisioterapista con contratto da dipendente e mi licenzio non posso aprire una partita iva (come fisioterapista) per lavorare autonomamente ed usufruire dell’agevolazione del 5%. Giusto??? grazie per la risposta
Buonasera, a nostro avviso se il mercato di riferimento della sua attività individuale è diverso (magari zona e clienti diversi), se non viene svolta l’attività nella sede del datore di lavoro precedente o con beni strumentali del precedente datore di lavoro, l’attività può essere svolta con aliquota al 5%
Grazie per la celere risposta siete top!!! ma il problema è proprio questo. Cioè io continuerei a lavorare come libero professionista presso la stessa azienda per 20 ore settimana (centro di riabilitazione) contemporaneamente avrei accettato un incarico presso la pubblica amministrazione come docente solo per 9 ore settimanali!
Questo posso farlo (la scuola mi ha confermato) ma mi sà che non posso usufruire del 5%.
In questo caso si rende difficile l’applicazione del 5%, quindi potrebbe applicare il forfettario al 15% ma solamente se il suo fatturato non deriva prevalentemente (51%) dal suo precedente datore di lavoro, in sostanza il suo precedente datore di lavoro non deve essere il cliente prevalente, altrimenti si perde l’applicazione del regime forfettario
Grazie mille per le delucidazioni!!!