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Professionista e regime forfettario

Professionista e regime forfettario

Lo sai che puoi iniziare una nuova professione senza pagare una tassazione esagerata? Hai sentito parlare del regime forfettario e vuoi sapere se puoi applicarlo alla tua partita IVA?
Oppure stai valutando se aprire una nuova attività e vuoi sapere se il forfettario fa al caso tuo?

In questa guida dedicata a professionisti e regime forfettario, ci occupiamo di come aprire la partita Iva, della tassazione e degli aspetti previdenziali.

Indice dei contenuti

  • Professionista e regime forfettario
  • Riduzione dell’aliquota al 5%
  • Requisiti richiesti per il regime forfettario
    • Cause di esclusione
  • Imposte e contributi previdenziali INPS per professionisti
  • Calcolo tasse professionista
  • Consulente per Professionista in Regime Forfettario

Professionista e regime forfettario

Al momento dell’apertura partita iva come professionista devi scegliere tra queste due possibilità:

  1. regime forfettario
  2. regime semplificato

La differenza sostanziale sta nella determinazione del reddito e nelle tasse che si pagano.
In regime forfettario tutto è basato sul coefficiente di redditività mentre nel regime semplificato è determinato da ricavi meno i costi sostenuti. Ovviamente ci sono altre differenze che non rientrano nell’oggetto di questa guida.

Vediamo cosa prevede il regime forfettario se si applica alla propria partita IVA.
Permette di godere di un’aliquota sostitutiva del 15% che viene ulteriormente ridotta al 5% per i primi 5 anni, se vengono rispettati determinati requisiti, maggiori informazioni le trovi nella nostra guida al regime forfettario.
Se si ha già una partita IVA, il forfettario si può applicare se l’anno precedente non si è superata la soglia di 85.000 € come fatturato.

Nel caso in cui tu apri adesso la partita IVA dovrai prestare attenzione a non superare la stessa soglia degli 85.000 € nel corso dell’anno, in caso contrario dal primo gennaio dell’anno successivo dovrai applicare il semplificato.

Riduzione dell’aliquota al 5%

Vediamo come poter usufruire dell’aliquota al 5% per i primi 5 anni di attività.
Occorre essere in possesso dei seguenti requisiti:

  • non aver esercitato, nei 3 anni precedenti attività artistica, professionale o d’impresa, anche in forma associata o familiare;
  • l’attività non deve costituire in nessun modo mera prosecuzione di altra attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo.
    E’ escluso il caso in cui l’attività precedentemente svolta consista nel periodo di pratica obbligatoria ai fini dell’esercizio di arti o professioni;
  • in caso di prosecuzione di attività svolta in precedenza da altro soggetto, l’ammontare dei relativi ricavi e compensi, realizzati nel periodo d’imposta precedente quello di riconoscimento del predetto beneficio, non sia superiore ai limiti di cui al comma 54.

Requisiti richiesti per il regime forfettario

Per adottare il regime forfettario, o per continuare ad applicarlo si devono rispettare determinati requisiti:

  1. nell’anno precedente non aver avuto ricavi superiori a 85.000 €  o non superarli nell’anno di applicazione;
  2. non usufruire di altri regimi speciali ai fini IVA;
  3. essere residente in Italia o in uno stato membro dell’Unione Europea. In quest’ultimo caso si deve produrre in Italia almeno il 75% del reddito;
  4. l’anno precedente non devi aver sostenuto spese per lavoratori dipendenti o collaboratori superiori a 20.000 €;
  5. attività di cessione di fabbricati, terreni edificabili o mezzi di trasporto nuovi non sono ammessi;
  6. il reddito da eventuale lavoro dipendente percepito l’anno precedente non deve essere superiore a 30.000 €;
  7. non partecipare a società di persone, associazioni professionali, Srl trasparenti contemporaneamente all’esercizio dell’attività;
  8. non avere partecipazioni di controllo, diretto ed indiretto, in Srl la cui attività sia riconducibile direttamente o indirettamente all’attività svolta con partita Iva individuale;
  9. il fatturato non deve essere prodotto prevalentemente nei confronti di datori di lavoro con i quali sono intercorsi rapporti di lavoro o erano intercorsi nei due anni d’imposta precedenti.

Cause di esclusione

Vi sono ovviamente anche casi di esclusione. La causa di esclusione più insidiosa per molti professionisti è la partecipazione ad associazione professionali. Nel nostro Paese sono molto frequenti associazioni professionali tra gli iscritti agli ordini, i famosi studi associati. Se ad esempio sei un architetto, un geometra o un commercialista che è parte di una associazione professionale non puoi adottare per la tua partita Iva personale il regime forfettario.

Imposte e contributi previdenziali INPS per professionisti

Il calcolo delle imposte avviene nella maniera più semplice che puoi pensare!
Il reddito imponibile si ottiene applicando ai ricavi o compensi un coefficiente di redditività.

Un aspetto molto importante e particolarmente sentito da tutti coloro che cercano informazioni per decidere se aprire la partita IVA o meno sono i contributi INPS.

Se hai deciso di aprire partita Iva come professionista ed applicare il regime forfettario devi essere iscritto alla Gestione Separata INPS.
Al contrario di artigiani e commercianti non devi versare i contributi previdenziali in misura fissa durante l’anno ma soltanto in sede di dichiarazione dei redditi.
Tieni presente che sia imposte che contributi INPS andranno versati in percentuale in base ai ricavi prodotti durante l’anno.

L’aliquota prevista per l calcolo dei contributi INPS è per l’anno corrente del 26,07%.
Nel caso tu fossi titolare di altra forma previdenziale, come lavoratore dipendente full time, potrai applicare l’aliquota del 24%.

Calcolo tasse professionista

Vediamo alcuni esempi su come calcolare le tasse nel regime forfettario per un libero professionista.

Esempio 1

Un personal trainer con codice ATECO 85.51.00 nel suo primo anno di attività fattura 10.000€. Quanto deve pagare l’anno successivo tra tasse e contributi INPS?

Reddito lordo: 10.000 €
Coefficiente di redditività: 78%
Aliquota imposta sostitutiva: 5%
Aliquota Gestione separata INPS: 26,07%

Reddito imponibile: 10.000 € x 78% = 7.800 €
Imposta sostitutiva : 7.800 € x 5% = 390 €
Contributi INPS: 7.800 € x 26,07% = 2.033,46€

Esempio 2

Un disegnatore grafico con codice ATECO 74.10.29 nel suo primo anno di attività fattura 30.000 €. Quanto deve pagare l’anno successivo tra tasse e contributi INPS?

Reddito lordo: 30.000 €
Coefficiente di redditività: 78%
Aliquota imposta sostitutiva: 5%
Aliquota Gestione separata INPS: 26,07%

Reddito imponibile: 30.000 € x 78% = 23.400 €
Imposta sostitutiva : 23.400 € x 5% = 1.170 €
Contributi INPS: 23.400 € x 26,07% =  6.100,38 €

Esempio 3

Un istruttore insegnante Yoga con codice ATECO 85.51.00 al suo primo anno di attività fattura 45.000 €. Purtroppo non può applicare l’aliquota ridotta del 5% perché ha riaperto la partita IVA chiusa precedentemente da circa 16 mesi. Quanto deve pagare l’anno successivo tra tasse e contributi INPS?

Reddito lordo: 45.000 €
Coefficiente di redditività: 78%
Aliquota imposta sostitutiva: 15%
Aliquota Gestione separata INPS: 26,07%

Reddito imponibile: 45.000 € x 78% = 35.100 €
Imposta sostitutiva : 35.100 € x 15% = 5.265 €
Contributi INPS: 35.100 € x 26,07% =  9.150,57 €

Approfondimento consigliato
Calcolo tasse regime forfettario

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    Commenti

    1. Alessandro dice

      2 Luglio 2017 alle 0:26

      Grazie per la chiarezze dell’esposizione. Vorrei capire meglio la differenza tra il 5% ed il 15% alla fine dell’articolo.

      Rispondi
    2. sandro dice

      17 Agosto 2017 alle 15:29

      Salve,
      Ho da poco acquistato, tramite atto notarile, un’attività con i relativi beni strumentali. In merito al requisito dei beni al di sotto dei 20.000€ per l’applicazione del regime forfettario, devo considerare il valore, di tali beni, indicati nell’atto di cessione o considerare il valore storico dei beni che aveva il vecchio proprietario(visto che si devono considerare al lordo degli ammortamenti)? Inoltre si deve tenere conto anche del valore dell’avviamento?
      Grazie per la risposta.

      Rispondi
      • Staff dice

        24 Agosto 2017 alle 12:08

        Buongiorno Sandro, quanto richiesto nel commento, non trova una vera e propria precisazione normativa.
        Sicuramente la Circolare 10/E del 4 Aprile 2016 può esserci di aiuto.
        Al punto 2.2 lettera c) viene indicato solamente che per i beni in proprietà sia da considerare “il prezzo di acquisto”.
        Il costo sostenuto deve essere considerato al netto dell’Iva e al 50% nel caso di beni ad uso promiscuo.
        Non rilevano i beni immobili, i beni con costo unitario inferiore ai 516,45€ e soprattutto specifica che non deve essere considerato in questo limite il valore attribuito all’avviamento.
        Cordiali saluti.

        Rispondi
    3. Ornela Mici dice

      8 Settembre 2017 alle 10:41

      Salve,
      sono una laureanda in architettura che vuole aprire la partita iva come disegnatore tecnico. Non sono residente in italia ma di uno stato non UE (Albania) anche se vivo in italia da 7 anni e ci lavoro da 1 ( facendo fattura con ritenuta d’acconto). Vorrei capire se nel mio caso io non possa aprire la partita IVA.
      Vi ringrazio in precedenza.
      Ornela Mici

      Rispondi
      • Staff dice

        14 Settembre 2017 alle 12:18

        Buongiorno, per poter svolgere lavoro autonomo è necessario ottenere il permesso di soggiorno per lavoro autonomo di cui all’art. 39 DPR 394/99.
        Cordiali saluti.

        Rispondi
    4. Shale dice

      7 Febbraio 2018 alle 12:12

      Buongiorno, vorrei un chiarimento. Ho due lavanderie e appartengo al regime forfettario. Facendo tutti i calcoli del caso quindi tolto il coefficiente per il calcolo delle spese il mio unico 2017(quindi anno 2016) è di 16.225 circa. Da qui tolgo 3600€ di inps. Dovrei pagare intorno ai 1893,75 l imposta del 15% giusto? Io mi trovo a dover pagare 4905,35. Possibile? Ho gia escluso i contributi inps aggiuntivi perche ho superato i 15500 di guadagni. Può darmi qualche delucidazione? Grazie in anticipo

      Rispondi
      • Staff dice

        8 Febbraio 2018 alle 16:32

        Buongiorno, deve moltiplicare il totale dei ricavi per il coefficiente di redditività. Dal risultato dovrà togliere i contributi INPS pagati nel 2016, otterrai così il reddito imponibile dove calcolare il 5% di imposta sostitutiva.
        Cordiali saluti

        Rispondi
        • Shale dice

          8 Febbraio 2018 alle 17:33

          Buongiorno, e qual’è il coefficiente di redditività per quanto riguarda la mia professione? Grazie

          Rispondi
          • Shale dice

            8 Febbraio 2018 alle 17:52

            Dovrebbe essere il 67. Mi dica se il mio calcolo è giusto. 16225moltiplicato per 67%=10870’75-3600(inps)=7270,75moltiplicato per15%=1090,61 ho messo 15%perché è la percentuale che mi aveva detto il commercialista. Fosse poi il 5% sarebbe ancora meno quello da pagare. È questo il calcolo da fare? Grazie mille

            Rispondi
            • Staff dice

              9 Febbraio 2018 alle 16:19

              Buonasera, per conoscere il coefficiente dobbiamo conoscere il codice ateco.
              Se il coefficiente di redditività del 67% è corretto, il calcolo è giusto.
              Attenzione che se fosse il primo anno di attività, sarà necessario versare anche gli acconti di imposta sostitutiva per l’anno successivo. Pari al 100% del saldo.
              Cordiali saluti

              Rispondi

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