Sei un elettricista e vuoi avviare la tua attività in regime forfettario? Hai già una ditta di installazioni e vuoi approfondire gli aspetti su tasse e contributi previdenziali?
Stai cercando un modo per risparmiare sul costo del Commercialista tradizionale? Sei arrivato sul sito giusto per avere tutte queste risposte.
Nella guida di oggi affrontiamo proprio questi argomenti ed in modo particolare cosa devi fare per aprire partita iva elettricista in regime forfettario.
Passo passo ti spiego come procedere per essere in regola con il fisco italiano ed aprire finalmente la tua ditta individuale.
Parleremo di codice ATECO, Pratica ComUnica, limite di fatturato, il coefficiente di redditività e molto altro.
Sono consapevole che questi aspetti possono risultare leggermente ostici o non sufficientemente chiari.
Ma è fondamentale conoscerli in fase di startup perché ti consente di decidere in modo ponderato se avviare la tua attività d’impresa.
Il nostro team è specializzato in servizi di gestione fiscale soprattutto in regime forfettario.
Da anni proponiamo online il nostro servizio che è apprezzato da moltissimo professionisti e ditte individuali operanti su tutto il territorio nazionale.
Se ancora non sai cos’è il regime forfettario ti anticipo che si tratta di un regime fiscale agevolato che ti permette di ottenere molte agevolazioni e vantaggi per la tua Partita IVA.
Per aderire al forfettario la tua ditta non deve superare il limite di fatturato lordo di 65.000 euro all’anno.
Più avanti vediamo altri aspetti essenziali che devi sapere, ma se ancora non conosci bene le regole generali del forfettario ti consiglio innanzitutto la lettura della nostra guida al regime forfettario.
Sei pronto per leggere come aprire partita iva da elettricista? Mettiti seduto e leggi questa guida con attenzione con tutti i suggerimenti che ti ho preparato. Ti auguro buona lettura!
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Aprire partita Iva elettricista
La prima cosa che devi verificare è se possiedi i requisiti tecnico professionali necessari per avviare questa attività.
Puoi verificarli sul sito della Camera di Commercio della tua città, se hai difficoltà ti indico questo link della CCIAA della provincia di Prato dove puoi verificarli.
Se possiedi i requisiti tecnico professionali puoi andare avanti e vedere i passi necessari per aprire l’attività ed iniziare.
Il primo passo consiste nell’aprire una Partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate e presentare la pratica ComUnica.
Ricordati che aprire una ditta individuale di installazione e manutenzione impianti è attività d’impresa e comporta l’iscrizione al Registro delle Imprese CCIAA.
Non dimenticarti che per un elettricista è prevista anche l’iscrizione INAIL.
Per aprire la partita iva elettricista in regime forfettario occorre scegliere il codice Ateco dell’attività.
E’ possibile scegliere quello che preferisci tra alcuni disponibili oppure inserirne più di uno:
- 43.21.01 – Installazione di impianti elettrici in edifici o in altre opere di costruzione inclusa manutenzione e riparazione;
- 43.21.02 – Installazione di impianti elettronici;
- 43.21.03 – Installazione impianti di illuminazione stradale e dispositivi elettrici di segnalazione, illuminazione delle piste degli aeroporti inclusa manutenzione e riparazione
In regime forfettario, come ti ho accennato sopra, hai un limite di fatturato di 65.000 € e non devi superarlo durante l’anno.
Se ti trovi in questa condizione, l’anno successivo sei costretto ad applicare il regime semplificato.
In questo caso possiamo tranquillamente continuare a gestire la tua contabilità perché abbiamo una soluzione molto conveniente anche in questo caso.
Per determinare il reddito imponibile sul quale calcolare le imposte da versare, si devono prima considerare calcolare i costi da detrarre.
In regime forfettario, vengono determinati tramite il cosiddetto coefficiente di redditività che per una attività di installazione impianti è pari all’86%.
Se soddisfi i requisiti previsti dalla Legge, puoi usufruire di un aliquota dell’imposta sostitutiva pari al 5% per i primi 5 anni.
In caso contrario avrai lo stesso un’aliquota conveniente del 15%, molto più vantaggiosa dei tradizionali scaglioni IRPEF.
Il 15% si applica anche nei casi in cui decidi di passare dal regime semplificato a quello forfettario possedendo i requisiti richiesti.
Calcolo tasse in regime forfettario
Ti ho spiegato come avviene la tassazione in regime forfettario ma vediamo di capire meglio con un piccolo esempio.
Andrea è un installatore manutentore che possedendo i requisiti richiesti dalla Legge ha aperto la sua attività all’inizio dell’anno.
Vediamo il carico fiscale e contributivo che Andrea dovrà affrontare nel suo primo anno di attività.
Volume affari: 15.000 €
Coefficiente redditività: 86%
Spese forfettarie in detrazione: 2.100 €
Il reddito imponibile, cioè il reddito su cui si calcolano le tasse sarà:
15.000 – 2.100 = 12.900 €
Le imposte sui redditi saranno: 645 € (12.900 x 5%)
Per quanto riguarda la contribuzione previdenziale INPS Andrea dovrà versare in 4 rate un totale di: 2.496,11 €
Questo perché può usufruire della riduzione prevista per il regime forfettario e perché ha un reddito imponibile inferiore ai 15.953 €
Puoi approfondire meglio questo aspetto nell’articolo artigiani in regime forfettario, ma tra poco riassumo in sintesi questo concetto.
Contributi INPS elettricista
L’elettricista è inquadrato come artigiano, deve quindi iscriversi obbligatoriamente alla Gestione INPS Artigiani.
Le aliquote contributive per il 2020 sono pari al 24 % del reddito, ci sono però delle eccezioni:
- artigiani con più di 65 anni già pensionati;
- artigiani con meno di 21 anni.
Nel primo caso i contribuenti con più di 65 anni di età godono di una riduzione del 50% dei contributi solitamente dovuti.
Coloro che hanno meno di 21 anni di età possono usufruire delle agevolazioni previste dall’art. 1, comma 2, della Legge 2 Agosto 1990, n. 233.
Ti ricordo che nella gestione Artigiani INPS, è prevista una soglia contributiva minimale pari a 3.836,16 €.
La riduzione del 35%
Per fortuna applicando il regime forfettario c’è la possibilità della riduzione del 35% sul minimale contributivo previsto.
Stai attento che la riduzione va richiesta non è automatica.
In ragione di quanto detto vediamo quanto un elettricista deve versare grossomodo per i contributi INPS ogni anno.
Quanto versare
I contributi da versare variano in base al reddito imponibile, la soglia è di 15.953 €.
Se il reddito è uguale o inferiore a 15.953 €, il contributo minimo da versare è di 3.836,16 € che si riducono del 35% se adotti il forfettario ossia a 2.496,11 €.
Per redditi superiori, occorre sommare anche i contributi calcolati in percentuale.
Verrà applicata una aliquota del 24% sull’importo eccedente i 15.953 €.
I versamenti dei contributi INPS devono essere effettuati tramite modelli F24, secondo il seguente calendario:
contributi minimi
- 18 Maggio 2020
- 20 Agosto 2020
- 18 Novembre 2020
- 16 Febbraio 2021
quote eccedenti il minimale
entro i termini per il pagamento delle imposte sui redditi delle persone fisiche.
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Il contratto ha validità annuale, ma puoi scegliere tre modalità di pagamento: annuale, semestrale o mensile.
Se devi aprire adesso la tua ditta artigiana di installazione e manutenzione impianti occorre anche presentare le pratiche agli uffici competenti.
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Un saluto dal Team di regimeforfettario.it
Libri utili
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