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Errori comuni nel regime forfettario: cosa evitare nel 2025

I Dieci errori comuni nel regime forfettario da evitare.

Il regime forfettario è scelto ogni anno da migliaia di freelance, professionisti e microimprese per la sua semplicità e per la tassazione agevolata. Ma dietro la facilità apparente si nascondono regole, limiti e trappole fiscali che è facile ignorare.

In questa guida aggiornata al 2025 ti mostriamo i 10 errori più comuni nel regime forfettario che possono farti perdere agevolazioni, subire sanzioni o persino uscire dal regime senza accorgertene.

Evitali con consapevolezza e scopri come proteggere la tua Partita IVA in modo semplice, chiaro e conforme alla normativa.

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Indice dei contenuti

  • 1. Superamento del limite dei ricavi (85.000 euro)
  • 2. Errori nella gestione della fatturazione elettronica
  • 3. Dimenticare i contributi INPS
  • 4. Errata applicazione del coefficiente di redditività
  • 5. Superare i limiti per lavoro dipendente o pensione
  • 6. Ignorare l’incompatibilità con regimi speciali IVA
  • 7. Confondere esonero IVA con esonero da dichiarazioni
  • 8. Confondere il forfettario con il regime semplificato
  • 9. Dimenticare l’esonero da ritenuta d’acconto
  • 10. Dimenticare i contributi INPS
  • Domande frequenti sul regime forfettario
    • 📥 Scarica la checklist gratuita

1. Superamento del limite dei ricavi (85.000 euro)

Il limite ordinario di ricavi per poter rientrare o restare nel regime forfettario è pari a 85.000 €. Tuttavia, se durante l’anno i ricavi superano questa soglia ma non eccedono i 100.000 €, si può restare nel regime per l’anno in corso e si fuoriesce solo dal 1° gennaio dell’anno successivo. Se invece si superano i 100.000 €, l’uscita è immediata con passaggio al regime semplificato.

Suggerimento: monitora mensilmente le fatture emesse, inclusi eventuali anticipi e incassi cumulativi, per non sforare i limiti e perdere i benefici del forfettario.

2. Errori nella gestione della fatturazione elettronica

Leggi anche la nostra Guida completa alla fatturazione elettronica per forfettari Dal 1° luglio 2022, tutti i forfettari (eccetto rari casi) sono obbligati all’uso della fattura elettronica tramite SDI. Errori comuni includono:

  • uso di software non aggiornati
  • mancata conservazione a norma
  • emissione tardiva delle fatture

Suggerimento: utilizza software certificati e attiva promemoria automatici per la generazione delle fatture. Il nostro piano Forfettario Gold prevede un software professionale di alta qualità.

3. Dimenticare i contributi INPS

Molti contribuenti in forfettario dimenticano che, pur avendo tassazione agevolata, devono contribuire regolarmente alla gestione separata o artigiani/commercianti.

Suggerimento: verifica se puoi beneficiare della riduzione del 35% per i commercianti/artigiani e crea un piano di accantonamento mensile.

4. Errata applicazione del coefficiente di redditività

Consulta i coefficienti di redditività per Codice ATECO Il reddito imponibile in regime forfettario si calcola applicando un coefficiente di redditività variabile in base al codice ATECO. Applicarne uno errato significa pagare tasse in eccesso o in difetto.

Suggerimento: consulta un consulente per verificare il tuo codice ATECO e confrontalo con i coefficienti ufficiali.

Settore Coefficiente di redditività
Industrie alimentari e delle bevande 40%
Attività di commercio all’ingrosso e al dettaglio 40%
Commercio ambulante di prodotti alimentari e bevande 40%
Commercio ambulante di altri prodotti 54%
Costruzioni e attività immobiliari 86%
Intermediari del commercio 62%
Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 40%
Attività professionali, scientifiche e tecniche 78%
Attività sanitarie, di istruzione, finanziarie ed assicurative 78%
Altre attività economiche 67%

5. Superare i limiti per lavoro dipendente o pensione

Approfondisci le condizioni di accesso al regime forfettario con lavoro dipendente. Chi percepisce redditi da lavoro dipendente o pensione superiori a 35.000 € deve prestare attenzione: se questi redditi superano questo limite, il contribuente non può accedere o restare nel regime forfettario.

Suggerimento: considera il cumulo dei redditi all’inizio dell’anno fiscale e rivedi la tua posizione entro marzo.

6. Ignorare l’incompatibilità con regimi speciali IVA

Chi effettua operazioni soggette a regimi IVA particolari (es. agricoltura, editoria, oro, agenzie viaggi) non può aderire al forfettario.

Suggerimento: verifica la tua attività nei primi mesi dell’anno con il commercialista per evitare decadenze automatiche.

7. Confondere esonero IVA con esonero da dichiarazioni

Essere esonerati dall’IVA non significa non avere obblighi: ad esempio, bisogna trasmettere le LIPE in alcuni casi e emettere autofatture per acquisti esteri.

Suggerimento: mantieni un calendario fiscale aggiornato e verifica i casi limite con un esperto.

8. Confondere il forfettario con il regime semplificato

Molti contribuenti pensano erroneamente che il regime forfettario sia solo una versione “semplificata” del regime ordinario o semplificato. In realtà ha logiche completamente diverse di tassazione e adempimenti.

Suggerimento: prima di aderire, confronta attentamente i due regimi con l’aiuto di un consulente per evitare sorprese su detrazioni, IVA e deduzioni.

9. Dimenticare l’esonero da ritenuta d’acconto

Nel regime forfettario, chi emette fattura non subisce la ritenuta d’acconto, ma deve indicarlo chiaramente in fattura con apposita dicitura.

Suggerimento: assicurati che le tue fatture riportino sempre la frase corretta per evitare contestazioni da parte dei clienti o del fisco.

10. Dimenticare i contributi INPS

Molti aprono partita IVA in regime forfettario e, se iniziano a fatturare poco, trascurano gli obblighi contributivi INPS, anche minimi.

Suggerimento: informati sui minimi contributivi fissi, anche a prescindere dal fatturato, per evitare cartelle esattoriali dopo qualche anno.

Approfondisci nella nostra Guida completa al regime forfettario o consulta le Scadenze fiscali di luglio 2025 per non dimenticare nulla. Molti aprono partita IVA in regime forfettario e, se iniziano a fatturare poco, trascurano gli obblighi contributivi INPS, anche minimi.

Domande frequenti sul regime forfettario

❓ Chi può accedere al regime forfettario nel 2025?
Possono accedere persone fisiche titolari di partita IVA che rispettano i limiti di ricavi e le condizioni di legge, tra cui il limite di 85.000 € di fatturato.
❓ Il regime forfettario prevede l’IVA?
No, chi adotta il regime forfettario è esonerato dall’applicazione dell’IVA in fattura e dalla liquidazione periodica.
❓ È necessario conservare le fatture elettroniche?
Sì, anche in regime forfettario è obbligatoria la conservazione digitale delle fatture elettroniche per almeno 10 anni.
❓ I contributi INPS vanno versati anche se non ho guadagni?
Sì, i contributi minimi fissi vanno versati anche in assenza di redditi, salvo casi particolari o esoneri.
❓ Serve indicare la ritenuta d’acconto in fattura?
In regime forfettario non si subisce ritenuta d’acconto, ma è obbligatorio riportare una specifica dicitura in fattura.
❓ Posso scaricare i costi nel forfettario?
No, nel regime forfettario non si deducono i costi reali: il reddito si calcola applicando un coefficiente di redditività ai ricavi.

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