
Una delle domande più comuni tra chi apre Partita IVA con il regime forfettario è: quali spese posso scaricare?
La risposta non è così scontata, perché nel forfettario non puoi dedurre i costi reali come avviene negli altri regimi fiscali. In questa guida aggiornata al 2025 ti spieghiamo in modo semplice:
- quali sono le spese effettivamente deducibili o detraibili
- perché non puoi “scaricare” l’auto, l’affitto o i beni strumentali
- quando ti conviene comunque restare nel forfettario
Vedremo anche casi pratici e domande frequenti, per aiutarti a capire se stai sfruttando al meglio il tuo regime fiscale.
Come funziona la deducibilità nel regime forfettario
Il regime forfettario si basa su un sistema semplificato: non si deducono i costi reali sostenuti, ma si calcola il reddito imponibile applicando un coefficiente di redditività prefissato in base al tuo codice ATECO.
In pratica, le tue spese non vengono conteggiate una per una: il fisco presume che tu sostenga una certa percentuale di costi in modo forfettario.
Esempio pratico
Supponiamo che tu sia un libero professionista con:
- Ricavi annuali: 30.000 euro
- Coefficiente di redditività: 78%
Il tuo reddito imponibile sarà:
30.000 € × 78% = 23.400 €
Su questa base si calcola poi:
- la contribuzione INPS
- l’imposta sostitutiva (al 15% o al 5%)
Questo significa che anche se spendi molto di più (auto, ufficio, strumenti, bollette…), queste spese non sono deducibili direttamente. Sono già “calcolate” nel margine che non paghi (il 22% in questo esempio).
Cosa significa che non si possono scaricare le spese nel forfettario
Una delle maggiori differenze tra il regime forfettario e quello ordinario o semplificato riguarda proprio la gestione dei costi: non puoi scaricare le spese reali.
Questo crea molta confusione, perché chi ha appena aperto Partita IVA si chiede spesso se può dedurre:
- le spese mediche o familiari
- l’affitto di casa o ufficio
- il telefono, l’auto, il computer o i corsi di formazione
Nel regime forfettario, la risposta è quasi sempre no. Il reddito viene calcolato in modo forfettario: le spese non si portano “in detrazione” una per una. Sono già “incluse” nel coefficiente che riduce il reddito imponibile.
Le uniche eccezioni
Ci sono però delle eccezioni importanti da conoscere:
- I contributi previdenziali (es. INPS, gestione separata, casse professionali) sono deducibili dal reddito forfettario.
- Le detrazioni IRPEF personali (es. spese mediche, familiari a carico, affitto, mutuo) possono essere utilizzate in dichiarazione dei redditi, anche se non incidono sul calcolo dell’imposta sostitutiva.
Per approfondire la differenza tra deduzioni e detrazioni fiscali, puoi consultare anche questa guida dedicata.
Quali spese conviene comunque monitorare
Anche se nel regime forfettario non puoi dedurre i costi reali, tenere traccia delle spese principali rimane utile. Serve per valutare se il forfettario è ancora conveniente rispetto ad altri regimi fiscali e per avere una visione più chiara della tua redditività reale.
Ecco una panoramica delle spese più comuni e del loro trattamento fiscale nel forfettario:
Tipo di spesa | Si può scaricare? | Note |
---|---|---|
Contributi INPS (o cassa professionale) | ✔️ Sì | Deducibili dal reddito imponibile forfettario |
Spese mediche | ✔️ Solo in dichiarazione | Rientrano tra le detrazioni IRPEF personali |
Auto (acquisto, carburante, manutenzione) | ❌ No | Non deducibili né detraibili nel forfettario |
Software, strumenti, formazione | ❌ No | Utili per il business ma non deducibili |
Affitto dell’ufficio o coworking | ❌ No | Solo utile per valutazioni personali di redditività |
Spese bancarie e POS | ❌ No | Non deducibili ma da monitorare |
Tenere traccia di queste spese ti aiuta a capire se il tuo margine operativo reale è allineato al reddito calcolato dal fisco. Se la differenza diventa troppo ampia, potresti valutare il passaggio a un regime diverso.
Quando conviene il forfettario anche se hai molti costi
Il regime forfettario è pensato per chi ha una gestione semplice, con costi contenuti. Tuttavia, può essere conveniente anche per chi ha molte spese, in alcuni casi specifici.
Ecco quando ti conviene restare nel forfettario:
- Hai ricavi sotto i 85.000 euro
- Rientri in un coefficiente di redditività basso (es. 40% per commercio o ristorazione)
- Pochi o nessun collaboratore o dipendente
- Benefici del 5% di imposta sostitutiva per start-up (nei primi 5 anni)
- Non vuoi gestire fatturazione elettronica e adempimenti del semplificato
In altri casi, se i tuoi costi reali sono molto alti (es. affitti, personale, spese per merci o attrezzature), il forfettario può diventare meno conveniente rispetto al regime semplificato o ordinario, dove puoi dedurli interamente.
Ogni situazione va valutata in base al tuo settore, ai tuoi margini e alla tua pianificazione futura. Se vuoi evitare errori costosi, affidati a un esperto che ti aiuti a fare la scelta giusta.
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Conclusioni: cosa puoi (e non puoi) scaricare nel forfettario
Nel regime forfettario non è possibile dedurre i costi reali, ma questo non significa che le spese siano inutili. Conoscere cosa è deducibile (come i contributi INPS) e cosa no ti aiuta a prendere decisioni più consapevoli per la tua attività.
Monitora comunque le tue uscite, confronta il tuo margine reale con quello forfettario e valuta ogni anno se conviene restare in questo regime o considerare alternative.
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Per altri approfondimenti, leggi anche:
- Come scegliere il regime fiscale migliore nel 2025
- Codici ATECO compatibili con il forfettario
- Deduzioni e detrazioni: cosa puoi davvero scaricare
Domande frequenti sui costi deducibili nel regime forfettario
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