
Il regime forfettario è scelto ogni anno da migliaia di freelance, professionisti e microimprese per la sua semplicità e per la tassazione agevolata. Ma dietro la facilità apparente si nascondono regole, limiti e trappole fiscali che è facile ignorare.
In questa guida aggiornata al 2025 ti mostriamo i 10 errori più comuni nel regime forfettario che possono farti perdere agevolazioni, subire sanzioni o persino uscire dal regime senza accorgertene.
Evitali con consapevolezza e scopri come proteggere la tua Partita IVA in modo semplice, chiaro e conforme alla normativa.
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Indice dei contenuti
1. Superamento del limite dei ricavi (85.000 euro)
Il limite ordinario di ricavi per poter rientrare o restare nel regime forfettario è pari a 85.000 €. Tuttavia, se durante l’anno i ricavi superano questa soglia ma non eccedono i 100.000 €, si può restare nel regime per l’anno in corso e si fuoriesce solo dal 1° gennaio dell’anno successivo. Se invece si superano i 100.000 €, l’uscita è immediata con passaggio al regime semplificato.
Suggerimento: monitora mensilmente le fatture emesse, inclusi eventuali anticipi e incassi cumulativi, per non sforare i limiti e perdere i benefici del forfettario.
2. Errori nella gestione della fatturazione elettronica
Leggi anche la nostra Guida completa alla fatturazione elettronica per forfettari Dal 1° luglio 2022, tutti i forfettari (eccetto rari casi) sono obbligati all’uso della fattura elettronica tramite SDI. Errori comuni includono:
- uso di software non aggiornati
- mancata conservazione a norma
- emissione tardiva delle fatture
Suggerimento: utilizza software certificati e attiva promemoria automatici per la generazione delle fatture. Il nostro piano Forfettario Gold prevede un software professionale di alta qualità.
3. Dimenticare i contributi INPS
Molti contribuenti in forfettario dimenticano che, pur avendo tassazione agevolata, devono contribuire regolarmente alla gestione separata o artigiani/commercianti.
Suggerimento: verifica se puoi beneficiare della riduzione del 35% per i commercianti/artigiani e crea un piano di accantonamento mensile.
4. Errata applicazione del coefficiente di redditività
Consulta i coefficienti di redditività per Codice ATECO Il reddito imponibile in regime forfettario si calcola applicando un coefficiente di redditività variabile in base al codice ATECO. Applicarne uno errato significa pagare tasse in eccesso o in difetto.
Suggerimento: consulta un consulente per verificare il tuo codice ATECO e confrontalo con i coefficienti ufficiali.
Settore | Coefficiente di redditività |
---|---|
Industrie alimentari e delle bevande | 40% |
Attività di commercio all’ingrosso e al dettaglio | 40% |
Commercio ambulante di prodotti alimentari e bevande | 40% |
Commercio ambulante di altri prodotti | 54% |
Costruzioni e attività immobiliari | 86% |
Intermediari del commercio | 62% |
Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione | 40% |
Attività professionali, scientifiche e tecniche | 78% |
Attività sanitarie, di istruzione, finanziarie ed assicurative | 78% |
Altre attività economiche | 67% |
5. Superare i limiti per lavoro dipendente o pensione
Approfondisci le condizioni di accesso al regime forfettario con lavoro dipendente. Chi percepisce redditi da lavoro dipendente o pensione superiori a 35.000 € deve prestare attenzione: se questi redditi superano questo limite, il contribuente non può accedere o restare nel regime forfettario.
Suggerimento: considera il cumulo dei redditi all’inizio dell’anno fiscale e rivedi la tua posizione entro marzo.
6. Ignorare l’incompatibilità con regimi speciali IVA
Chi effettua operazioni soggette a regimi IVA particolari (es. agricoltura, editoria, oro, agenzie viaggi) non può aderire al forfettario.
Suggerimento: verifica la tua attività nei primi mesi dell’anno con il commercialista per evitare decadenze automatiche.
7. Confondere esonero IVA con esonero da dichiarazioni
Essere esonerati dall’IVA non significa non avere obblighi: ad esempio, bisogna trasmettere le LIPE in alcuni casi e emettere autofatture per acquisti esteri.
Suggerimento: mantieni un calendario fiscale aggiornato e verifica i casi limite con un esperto.
8. Confondere il forfettario con il regime semplificato
Molti contribuenti pensano erroneamente che il regime forfettario sia solo una versione “semplificata” del regime ordinario o semplificato. In realtà ha logiche completamente diverse di tassazione e adempimenti.
Suggerimento: prima di aderire, confronta attentamente i due regimi con l’aiuto di un consulente per evitare sorprese su detrazioni, IVA e deduzioni.
9. Dimenticare l’esonero da ritenuta d’acconto
Nel regime forfettario, chi emette fattura non subisce la ritenuta d’acconto, ma deve indicarlo chiaramente in fattura con apposita dicitura.
Suggerimento: assicurati che le tue fatture riportino sempre la frase corretta per evitare contestazioni da parte dei clienti o del fisco.
10. Dimenticare i contributi INPS
Molti aprono partita IVA in regime forfettario e, se iniziano a fatturare poco, trascurano gli obblighi contributivi INPS, anche minimi.
Suggerimento: informati sui minimi contributivi fissi, anche a prescindere dal fatturato, per evitare cartelle esattoriali dopo qualche anno.
Approfondisci nella nostra Guida completa al regime forfettario o consulta le Scadenze fiscali di luglio 2025 per non dimenticare nulla. Molti aprono partita IVA in regime forfettario e, se iniziano a fatturare poco, trascurano gli obblighi contributivi INPS, anche minimi.
Domande frequenti sul regime forfettario
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