
I contributi INPS rappresentano uno degli aspetti più importanti da considerare per i professionisti che aderiscono al . Con la guida 2025 aggiornata, è essenziale comprendere come funzionano i versamenti previdenziali, quali agevolazioni sono previste e come gestire in modo efficiente la propria posizione contributiva.
In questo approfondimento ti spieghiamo tutto ciò che devi sapere: importi, modalità di calcolo, riduzioni disponibili e obblighi da rispettare per non incorrere in sanzioni.
Per comprendere meglio il contesto, ti consigliamo di approfondire i requisiti per accedere al regime e i vantaggi fiscali per i professionisti.
Professionisti senza cassa: gestione separata INPS
I professionisti che non appartengono a un albo e non hanno una cassa previdenziale autonoma versano i contributi alla gestione separata INPS. Questo vale, ad esempio, per freelance, consulenti digitali, copywriter e altri lavoratori autonomi non iscritti a ordini professionali.
Nel 2025 l’aliquota contributiva prevista per questi soggetti è pari al 26,07% del reddito imponibile. A differenza di altri regimi, i contributi INPS nel forfettario sono calcolati in base al reddito effettivo, e non su un minimo fisso. Questo comporta un’ottima flessibilità, specialmente per chi ha un’attività discontinua o appena avviata.
Professionisti iscritti a casse di previdenza autonome
Alcuni professionisti, come architetti, avvocati, psicologi, commercialisti e consulenti del lavoro, sono tenuti a iscriversi alla propria cassa previdenziale di categoria, e non alla gestione separata INPS.
In questi casi, l’importo dei contributi e le relative aliquote variano a seconda dell’ente di riferimento. Ogni cassa ha regolamenti specifici, ma in generale i contributi si compongono di una quota fissa e una quota variabile, calcolata in percentuale sul reddito.
È importante che il professionista verifichi le regole della propria cassa, anche in merito alle scadenze, modalità di calcolo e possibili agevolazioni per i primi anni di attività.
Deduzione dei contributi previdenziali nel regime forfettario
Uno dei pochi costi deducibili concessi nel regime forfettario è quello relativo ai contributi previdenziali obbligatori versati dal professionista.
Questi contributi, indipendentemente dal fatto che siano destinati all’INPS o a una cassa professionale, possono essere sottratti dal reddito imponibile prima di calcolare l’imposta sostitutiva (pari al 15% o al 5%).
La deduzione si applica sul reddito calcolato con il coefficiente di redditività, che per i professionisti è generalmente pari al 78%. Ad esempio:
È quindi essenziale conservare le ricevute dei pagamenti previdenziali, poiché sono l’unico onere che può abbattere il reddito imponibile nel forfettario.
Gestione Separata INPS per professionisti senza cassa
Molti professionisti che operano in regime forfettario non sono iscritti a un albo e non hanno una cassa previdenziale dedicata (come avvocati, architetti o commercialisti). In questi casi, devono obbligatoriamente versare i contributi previdenziali alla Gestione Separata INPS, un fondo pensionistico che copre una vasta gamma di lavoratori autonomi.
Nel 2025, l’aliquota contributiva per i professionisti iscritti alla Gestione Separata è pari al 26,07% sul reddito imponibile (calcolato applicando il coefficiente di redditività previsto per il forfettario, generalmente il 78%).
Esempio pratico:
Un consulente freelance che ha incassato 30.000 € nel 2024, dichiarerà un reddito imponibile di 23.400 € (30.000 × 78%). Su questa base dovrà versare circa 6.104 € di contributi (23.400 × 26,07%).
I contributi versati sono deducibili dal reddito ai fini del calcolo dell’imposta sostitutiva del 15% (o 5% per nuove attività). Questo significa che, a differenza di altri costi, possono ridurre l’imponibile fiscale e far pagare meno tasse.
Contributi a casse professionali nel regime forfettario
Molti professionisti in regime forfettario non versano i contributi alla Gestione Separata INPS, ma sono invece iscritti a una cassa previdenziale autonoma legata al proprio albo di appartenenza. Tra queste troviamo ad esempio:
- Cassa Forense (avvocati)
- Inarcassa (architetti e ingegneri)
- CNPADC (commercialisti)
- ENPAP (psicologi)
- ENPAV (veterinari)
- Altre casse specifiche per categorie regolamentate
Nel regime forfettario, i contributi previdenziali dovuti a queste casse rimangono obbligatori e devono essere versati secondo le regole previste da ciascun ente. Generalmente, il versamento comprende:
- Una quota soggettiva calcolata sul reddito netto
- Una quota integrativa legata al volume d’affari
- Un eventuale contributo di maternità e spese di gestione
I contributi versati a queste casse sono deducibili dal reddito imponibile nel forfettario, esattamente come quelli INPS. Questo significa che, pur non potendo dedurre le spese professionali, si può comunque ridurre la base imponibile grazie ai contributi previdenziali obbligatori.
Si consiglia sempre di consultare il sito della propria cassa o un consulente previdenziale per conoscere esattamente le aliquote applicabili e le scadenze annuali.
- I professionisti iscritti a una cassa di previdenza versano i contributi secondo le regole del proprio ente (es. Cassa Forense, ENPAP, Inarcassa…)
- I contributi sono deducibili dal reddito imponibile nel forfettario
- Non è dovuto il versamento alla Gestione Separata INPS se si è già iscritti a una cassa obbligatoria
- È fondamentale monitorare i termini e gli importi con la propria cassa
Per approfondire come funziona il regime agevolato e verificare se puoi accedere ai suoi benefici, leggi anche la nostra guida aggiornata ai requisiti per il forfettario. Vuoi scoprire tutti i vantaggi fiscali? Ecco l’elenco completo delle agevolazioni per professionisti in regime forfettario.
Per i dettagli ufficiali sulla contribuzione previdenziale dei liberi professionisti, ti consigliamo di visitare il sito dell’INPS e quello della tua cassa di appartenenza.
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