La Partita IVA è un elemento fondamentale per chi desidera avviare un’attività imprenditoriale in Italia. In questo articolo, esploreremo in dettaglio cos’è la Partita IVA, i passi necessari per aprirla e quali sono i costi associati a questo processo.
Cos’è una partita IVA?
La Partita Iva è un elemento importante per lavoratori autonomi, aziende e liberi professionisti. La partita IVA è una serie di 11 numeri ed ha lo scopo di identificarti in modo univoco negli archivi dell’agenzia delle entrate:
- Le prime 7 cifre legano la Partita IVA al titolare contribuente
- Le successive 3 cifre servono per l’identificazione territoriale da parte dell’Agenzia delle Entrate
- L’ultima cifra è il numero di controllo
Sono tenuti ad aprire la partita iva tutti i lavoratori autonomi che svolgono un’attività continuativa e professionale indipendentemente che abbiano o meno entrate superiori ai 5.000 euro annui.
Inoltre, la partita Iva è necessaria per ogni soggetto che voglia emettere una fattura per un bene venduto o un servizio prestato.
Devi aprire la partita iva come libero professionista se vuoi svolgere un’attività intellettuale tipo l’architetto o il medico oppure come impresa individuale se vuoi aprire un’attività commerciale, artigianale o industriale.
Come aprire una partita IVA
1. Scelta del Regime Fiscale
Esistono due regimi fiscali per la partita IVA: ordinario e forfettario. Concentriamoci sul regime forfettario.
Il regime forfettario si rivolge alle partite IVA con guadagno ridotto e prevede:
- Applicazione per i contribuenti che non superano gli 85.000 euro annui di ricavi o compensi;
- Aver sostenuto spese per importo non superiore a 20.000 euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e compensi a collaboratori, anche a progetto, comprese le somme erogate sotto forma di utili da partecipazione agli associati con apporto costituito da solo lavoro e quelle corrisposte per le prestazioni di lavoro rese dall’imprenditore o dai suoi familiari;
- Tassazione IRPEF agevolata al 5% per i primi 5 anni dall’apertura della partita iva e successivamente al 15%;
- La non applicazione dell’IVA e l’esonero dall’IRAP;
- L’impossibilità di scaricare le spese relative all’attività.
Per accedere o restare nel regime forfettario ci sono due limiti:
- Spese per il personale dipendente e per lavoro accessorio non superiore a 20.000 euro lordi;
- Conseguimento di redditi da lavoro dipendente o assimilati e pensioni non superiori a 30.000 euro. Questo limite non si applica ai lavoratori dimessi o licenziati.
Nella partita IVA forfettaria non essendo possibile scaricare i costi aziendali è previsto che venga tassata solo una parte del proprio reddito secondo un coefficiente di redditività collegato al codice ATECO per l’attività svolta.
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Partita iva e lavoro dipendente sono conciliabili?
Anche se sei dipendente di un’azienda hai la possibilità di aprire una partita IVA a meno che tu non abbia firmato un patto di non concorrenza o di esclusività con il tuo datore di lavoro nel caso in cui tu sia un dipendente privato. Se invece sei un dipendente pubblico la situazione è più difficile poiché molto probabilmente il contratto prevede l’obbligo di esclusività.
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Partita Iva e lavoro dipendente
2. Registrazione all’Agenzia delle Entrate
Una volta scelto il regime fiscale è necessario procedere con la registrazione presso l’Agenzia delle Entrate presentando il modello AA9/12 la quale provvederà ad attribuire al richiedente il codice di 11 cifre. Puoi effettuare la registrazione online tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate oppure recandosi presso uno degli Uffici consegnando il modello con allegato il documento di riconoscimento.
Al momento dell’apertura della partita iva è necessario scegliere il Codice Ateco più adatto all’attività svolta; in caso di variazione dell’attività svolta si dovrà comunicare il nuovo codice identificativo dell’attività.
Clicca qui per scaricare il modello AA9/12 da compilare
Costi associati alla Partita IVA
L’apertura della partita iva è di per sé gratuita.
I costi possono variare considerevolmente in base a diversi fattori tra cui il regime fiscale scelto e le spese legate alla gestione dell’attività. Facciamo un elenco dei principali costi da sostenere.
1. Contributi previdenziali
Chi apre Partita Iva dovrà tenere di conto il pagamento dei contributi previdenziali (INPS), che varia a seconda della categoria professionale:
- Professionisti: Contribuiscono alla gestione separata INPS pagando il 26,07% calcolato sull’imponibile fiscale al momento della dichiarazione dei redditi;
- Agenti di commercio, commercianti e artigiani: contributo minimo di circa €4.500 euro annui anche se si fattura zero. I contributi minimi vengono calcolati su un imponibile di circa 18.000 euro, se l’imponibile supera tale importo si dovrà pagare un’integrazione.
Questi contributi si pagano trimestralmente ma chi ha già un lavoro dipendente a tempo pieno e apre una ditta individuale come secondo lavoro non dovrà versare ulteriori contributi INPS.
2. Imposta sul reddito
In regime forfettario, l’imposta sul reddito applicata è del 5% per i primi cinque anni di attività e del 15% per gli anni successivi. Tale percentuale risulta essere molto bassa per chi si trova alla prima esperienza e sicuramente un punto a favore per ridurre i costi.
3. Altri costi
Per le attività che prevedono l’iscrizione in Camera di Commercio, in fase di apertura dovrai versare anche bolli e diritti di segreteria. Nei costi ed oneri di mantenimento andranno considerati il diritto Camerale da corrispondere in caso di iscrizione al Registro delle Imprese e tutti i costi inerenti alle consulenze commerciali e fiscali, i contributi da versare, le tassazioni… Questi costi dipenderanno per lo più dal volume di affari dell’attività, dal regime contabile scelto, dal numero di dipendenti e collaboratori nonché dalla tipologia di attività svolta.
Aprire una partita IVA è un passo importante per avviare un’attività imprenditoriale in Italia. È essenziale comprendere i passi necessari per aprirla ei costi associati per pianificare adeguatamente la gestione finanziaria della tua attività. Consulta sempre un professionista fiscale per ottenere una consulenza specifica in base alla tua situazione.
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