Sei un imprenditore e vuoi aprire un’attività e-commerce adottando il regime forfettario? Non sai se è possibile applicarlo al commercio on-line?
Per avviare un e-commerce nel regime forfettario devi conoscere gli aspetti che lo regolamentano.
Oggi trattiamo questo argomento e vediamo di darti tutte le informazioni che ti servono.
Se poi gli affari andranno particolarmente bene come ti auspichiamo, ed arriverai a fatturare oltre la soglia massima consentita di 65.000€, passerai al regime semplificato l’anno successivo.
Innanzitutto una premessa, aprire un negozio e-commerce non è necessariamente legato al regime forfettario.
Il regime forfettario, è un regime fiscale agevolato che ti permette di risparmiare sulle tasse.
Puoi applicarlo a qualsiasi attività professionale, artigianale e commerciale svolta individualmente.
Sei pronto per leggere questa guida per un ecommerce in regime forfettario? Occorrono pochi minuti, mettiti comodo e buona lettura.
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E-commerce nel regime forfettario
A parte le questioni strettamente legate agli aspetti fiscali, delle quali ci occupiamo tra un attimo, per realizzare un bel progetto devi considerare anche altri aspetti.
Ricordati che la parte tecnica per la gestione e la sicurezza dei tuoi clienti e delle transazioni è fondamentale.
Inoltre, per raggiungere determinati obiettivi non devi trascurare anche gli aspetti legati al marketing, alla SEO ed alla parte social network.
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E-commerce B2C e B2B
Un e-commerce è la forma di commercio del XXI secolo e permette di concretizzare tutte le idee di un imprenditore.
Con questa espressione inglese ci si riferisce semplicemente al commercio elettronico, che prevede la compravendita di beni e servizi tramite Internet.
A seconda del profilo del cliente si parla di:
- Business to Consumer (B2C): azienda che vende ad un privato;
- Business to Business (B2B) azienda che vende a un’altra azienda.
Il successo di questa modalità di commercio è sicuramente la facilità con la quale si possono confrontare i prezzi di più negozi e prodotti contemporaneamente.
In questo modo, sarà il cliente a scegliere quelli più adatti e convenienti per le sue esigenze.
Vantaggi per il venditore ed i clienti
L’ e-commerce permette al venditore di avere un contatto molto più diretto ed immediato con i propri clienti.
Inoltre consente di ridurre notevolmente i prezzi da sostenere per la pubblicità e per la commercializzazione dei prodotti.
I vantaggi però sono anche dei clienti, in quanto possono scegliere, direttamente da casa, i prodotti da comprare.
Il regime forfettario per un e-commerce
La Legge di bilancio ha modificato a partire dal gennaio 2020 l’ambito di applicazione del regime forfettario.
Un importante novità riguarda la conferma di un unica soglia unica di ricavi e compensi pari ad 65.000 € indipendentemente dall’attività esercitata.
Se svolgi contemporaneamente più attività con partita Iva, il limite di 65.000 € è riferito alla somma dei ricavi e dei compensi derivante dalle diverse attività esercitate.
Ti ricordiamo che la precedente Legge, lo stabiliva a 40.000 € fino a fine 2018.
Per determinare il reddito imponibile, si dovrà tenere conto del coefficiente il coefficiente di redditività.
La tabella ministeriale, stabilisce che per le attività commerciali il coefficiente di redditività è pari al 40%.
L’ultimo aspetto che devi conoscere è che l’imposta sostitutiva applicata è del 15%, ma se possiedi determinati requisiti si riduce per i primi 5 anni di attività addirittura al 5%.
Vediamo cosa è necessario per poter usufruire dell’aliquota al 5%:
- non devi aver esercitato, nei 3 anni precedenti un’attività d’impresa o lavoro autonomo;
- l’attività svolta non deve costituire mera prosecuzione di attività svolta in precedenza come lavoratore dipendente o assimilato.
Come aprire un E-commerce in regime forfettario
Vediamo ci passi necessari per aprire un e-commerce nel regime forfettario:
- apertura della partita Iva;
- segnalazione d’inizio attività allo sportello SUAP del comune di riferimento (SCIA);
- iscrizione Camera di Commercio territorialmente competente;
- eventuale iscrizione INPS commercianti;
- pagamento diritto camerale di 53 € tramite F24 entro 30 giorni dalla comunicazione di iscrizione alla CCIAA.
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Comprende l’apertura della partita Iva, tutti gli adempimenti sopraindicati inclusi i diritti camerali da pagare e la gestione della contabilità.
Calcolo imposta sostitutiva
Per farti comprendere la convenienza del regime forfettario, facciamo un semplice esempio relativo ad un ipotetico negozio di ecommerce.
Calcoliamoci l’imposta sostitutiva, ossia le famose tasse da pagare!
Coefficiente di redditività: 40%
Reddito imponibile: 50.000 € x 40%= 20.000 €
Imposta sostituiva: 20.000 € x 5% = 1.000 €
I contributi INPS
Quando apri un e-commerce nel regime forfettario è indispensabile l’iscrizione alla gestione INPS commercianti.
Dovrai pagare una quota fissa annuale che corrisponde a 3.850,52 € da pagare in 4 rate trimestrali di 962,63 € .
Applicando il regime forfettario, c’è la possibilità di richiedere la riduzione del 35%.
Per l’anno in corso, le scadenze delle rate trimestrali sono:
18 Maggio 2020, 20 Agosto 2020, 18 Novembre 2020, 16 Febbraio 2021
- 18 maggio 2020, relativo al primo trimestre 2020;
- 20 agosto 2020, relativo al secondo trimestre 2020;
- 18 novembre 2020, relativo al terzo trimestre 2020;
- 16 febbraio 2021, relativo al quarto trimestre 2020;
I dipendenti full time, possono godere dell’esenzione dal pagamento dei contributi INPS commercianti.
Per un lavoratore part time invece, la richiesta di esenzione è subordinata al controllo dell’ufficio INPS territorialmente competente.
Agevolazioni del regime forfettario
Diamo uno sguardo anche alle agevolazioni più importanti previste per il 2020 nel regime forfettario:
- esenzione IVA;
- applicazione di un’imposta sostitutiva del 5% o del 15%;
- esenzione IRAP ;
- esonero dalla presentazione degli studi di settore;
- esenzione dalla tenuta di scritture contabili.
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Un saluto dal Team di regimeforfettario.it
Libri utili
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Buonasera, sono intensionato ad aprire un e-commerce vendento prodotti in conto vendita per diversi negozi fisico prendendo una parte della vendita.
In questo caso il ricavo nel regime forfettario e calcolato sull’incasso totale delle vendite o solo sulla mia parte?
Inoltre ci sono dei minimi annuali ache con incassi zero?
Buonasera Alessio, trattandosi di attività di intermediazione tra il venditore e il consumatore finale, nel regime forfettario il limite di fatturato sarà calcolato solamente sulla tua percentuale.
Indipendentemente dal fatturato, dovranno essere versati i contributi fissi INPS per l’attività commerciale, con la possibilità di richiedere la riduzione del 35%.
Attenzione se la merce venduta è “usata” non potrà essere applicato il regime forfettario, in quanto per questa attività deve essere applicato un regime speciale Iva, definito “Regime del margine”.
Cordiali saluti
Salve, un bell’articolo. Mi permetta di fare qualche domanda a riguardo.
Io attualmente sono dipendente part-time che non va in conflitto con il settore commerciale ed ho 32 anni , se volessi aprirmi un e-commerce con oggettistica proveniente al di fuori della comunità europea rientro nel regime forfettario? Ho delle agevolazioni essendo già iscritto all’inps da dipendente? Quanto sarebbe il tetto massimo annuale e quanti i versamenti da effettuare il primo anno all’inps?
Inoltre se acquisto ad esempio 1000€ di merce extraEU (con fattura e tutto in regola) esiste una tabella di quanto mi richiederanno sulle tasse doganali?
Grazie mille per qualsiasi delucidazione.
Buonasera Giampiero, ti ringraziamo.
L’importazione e l’esportazione di beni non precludono l’applicazione del regime forfettario.
Nel regime forfettario il limite di ricavi annuali per il commercio elettronico è di 50.000€.
In relazione all’INPS potrebbe essere consentita l’esenzione dei contributi per l’attività di commercio elettronico se il lavoro da dipendente part time supera almeno le 20 ore settimanali. In sostanza il lavoro da dipendente deve essere l’attività prevalente.
In caso contrario nel regime forfettario è comunque possibile richiedere la riduzione del 35% dei contributi INPS.
Con la riduzione i contributi passano da circa 3.600€ annuali a circa 2.400€ annuali, da versare trimestralmente tramite F24.
Per quanto riguarda le tasse doganali ti consigliamo di visitare il sito dell’Agenzia delle Dogane https://www.agenziadoganemonopoli.gov.it/portale/
Cordiali Saluti
Buonasera,
articolo molto interessante. È possibile per un lavoratore dipendente e tempo indeterminato RAL di circa 25.000 aprire un’attività di e-commerce parallela alla sua attività?
In caso affermativo è possibile essere esenti dai contributi INPS?
Buongiorno Michele, se il reddito da lavoro dipendente è inferiore ai 30.000€ (come nel tuo caso), è possibile aprire un’attività di ecommerce nel regime forfettario.
Inoltre non sarai obbligato al versamento dei contributi INPS, in quanto già coperto da una posizione contributiva obbligatoria.
Contatta i nostri consulenti e richiedi un preventivo per le pratiche di apertura partita iva.
Cordiali Saluti
Salve mi chiamo Roberto. Innanzitutto vi faccio i complimenti poichè avete scritto un articolo veramente interessante, utile e chiaro (cosa rara da trovare).
Ecco il mio caso: vorrei aprire un e-commerce per vendere i siti Internet che realizzo; in altre parole, attraverso il sito di e-commerce, il cliente può acquistare diversi moduli (newsletter, mappa Google, modulo contatti etc.) che poi verranno, da me, personalizzati (con logo, testi ed immagini del cliente) ed il sito completo verrà installato sul server del cliente (soprattutto clienti americani). E’ corretto dire che rientro nel campo dell’e-commerce (indiretto) e che quindi l’incasso massimo deve essere di 50.000 euro ?
Grazie mille per l’eventuale risposta.
Roberto.
Buongiorno Roberto, l’attività proposta meriterebbe un’analisi accurata, in quanto sembrerebbe più simile ad una vera e propria attività artigianale in quanto non si manifesta la compravendita di prodotti.
In questo caso il limite di ricavi sarebbe di 30.000€.
Cordiali saluti.
Buongiorno,
sono un lavoratore dipendente con una ral di circa 29000€, sto valutando di aprire un e-commerce per acquistare e rivendere prodotti alimentari. Se utilizzo il regime forfettario, ma poi l’anno successivo il mio reddito supera i 30000€, cosa succede?
In alternativa che regime mi conviene utilizzare?
È necessario fare il corso SAP per acquistare e vendere prodotti alimentari?
Grazie
Buongiorno, ricordiamo che il limite di ricavi per il commercio elettronico è di 50.000€.
Per mantenere di anno in anno il regime forfettario, è necessario, al 31/12 di ogni anno, rispettare tutti i requisiti di questo regime.
Pertanto se nel corso dell’anno venisse superato il limite di ricavi di 50.000€, oppure il totale del reddito da lavoratore dipendente superasse la soglia di 30.000€, a partire dall’anno successivo non potrà più essere applicato il forfettario ma sarà necessario applicare il regime ordinario.
Al momento l’unica alternativa al regime forfettario per l’attività di commercio elettronico, è il regime ordinario.
Per la vendita di prodotti alimentari è necessario essere in possesso di HACCP e corso ex rec.
Cordiali saluti
Buonasera vorrei aprire un commercio elettronico cioè acquistare attrezzi in Europa esempio Spagna e venderli in Italia in aziende con partita Iva . Attualmente sono disoccupato da anni . Vorrei sapere da voi che mi siete apparsi molto preparati quanto spenderò in un anno tra tasse e tenuta contabile. Io sarei interessato ad aprirla a gennaio .
Buonasera Alessandro, se è la tua prima attività imprenditoriale degli ultimi 3 anni i costi che dovrai sostenere sono i seguenti:
– il 5% di IRPEF, che si versa in sede di dichiarazione dei redditi, quindi aprendo partita Iva nel 2018, pagherai le tasse a Giugno 2019.
Il 5% di IRPEF si calcola sul 40% dei tuoi ricavi.
Ricorda che nel regime forfettario non potrai dedurre dal reddito i costi sostenuti per l’attività, ma appunto al totale dei ricavi sarà applicato una percentuale del 40% per determinare il reddito imponibile.
– l’importo INPS si divide in due parti, i contributi fissi e i contributi in percentuale.
I contributi fissi sono di 3.600€ all’anno (o 2.400€ con riduzione del 35% per chi applica il regime forfettario).
Se il tuo reddito imponibile (ricavi x 40%) è inferiore a 15.586€, sei coperto da questi contributi che si versano in 4 rate trimestrali durante l’anno.
Se il tuo reddito imponibile è superiore a 15.586€, devono essere versati anche I contributi in percentuale, l’aliquota è del 23,64% e si paga in sede di dichiarazione dei redditi ma solo sulla differenza tra reddito imponibile (Ricavi x 40%) e 15.586€.
– dovrai sostenere anche il diritto camerale annuale, l’importo si versa una volta l’anno in sede di dichiarazione dei redditi, l’importo può variare a seconda della camera di commercio tra i 40 e gli 80 euro.
Cordiali saluti
Articolo superlativo, molto interessante!
quesito:
Giro di affari sotto i 50000 euro annuali
-se vendo un prodotto realizzato in Italia e venduto tramite e-commerce in Italia dovro’ venderlo con l iva.
– se vendo un prodotto realizzato in Italia e venduto tramite e-commerce in un paese EU, dovro’ venderlo non imponibile articolo 41?
-se vendo un prodotto realizzato in Italia e venduto tramite e-commerce in un paese Extra EU, dovro’ venderlo non imponibile articolo 8?
Il cliente, esempio cittadino Tedesco riceverà il proprio acquisto in Germania, dopodichè dovra’ lui adempiere al pagamento IVA della nazione dove consuma il prodotto?
Stessa cosa dovrà farlo il beneficiario di un paese extra EU come la Svizzera, li oltre l IVA dovrà pagare anche i dazi doganali?!
Grazie per la vostra attenzione
Buonasera Massimo, confermiamo che per quanto riguarda la cessione di beni Intra UE si applica quanto riportato nell’articolo 41,comma 2-bis, legge 331/93.
Mentre per la cessione di beni ExtraUE si applicano le disposizione del DPR 633/72.
Per quanto riguarda il cittadino tedesco che acquista prodotti dall’Italia, dovrà comportarsi secondo la normativa tedesca. Stessa cosa per il cittadino svizzero.
Ti avvisiamo che nei prossimi giorni, amplieremo l’articolo con altri contenuti.
Cordiali saluti
Buonasera, articolo molto interessante, sono un fotografo professionista con regime forfettario, ditta individuale e a tal proposito, se possibile, vorrei chiedere qualora volessi vendere online dal mio sito web beni “astratti” non materiali creati da me come azioni e preset per photoshop, template wordpress piuttosto che foto in formato file, tutorial pdf ecc, come devo essere inquadrato fiscalmente, con la mia situazione attuale ci sarebbero degli ulteriori iter di cui tener conto?
Vi ringrazio in anticipo.
Buonasera Giuseppe, purtroppo la vendita di beni multimediali (e-commerce diretto) è equiparata al commercio elettronico tradizionale.
Pertanto tale attività necessita di iscrizione in camera di commercio e all’INPS commercianti, come per un tradizionale e-commerce.
Cordiali saluti
Buonasera, volevo chiedere delle informazioni.
Se vendo prodotti in dropshipping e la mia attività ha sede in Italia, come viene regolata l’IVA in Italia, UE, ed extra UE? In particolare a privati.
Inoltre, se faccio acquisti devo sempre dichiarare che sono un forfettario per la fatturazione?
Da forfettario ho altri obblighi o cose da ricordare per gestire acquisti e vendite?
Grazie.
Blog davvero utile!
Buongiorno Giulia, se applichi il regime forfettario non dovrai preoccuparti dell’Iva sulle tue vendite in quanto sarai esonerata dalla sua applicazione.
Ai fornitori generalmente non è necessario comunicare di essere nel regime forfettario, le uniche eccezioni sono per i liberi professionisti e per gli acquisti intra UE.
Ricorda che per le vendite non sei obbligata all’emissione della fattura, a meno che non espressamente richiesta dal cliente. Negli altri casi sarà sufficiente indicare gli incassi nel registro dei corrispettivi.
Cordiali saluti
Buon Giorno, Ottimo Articolo
non mi è chiaro al 100% il discorso dell’esonero dell’IVA nel caso di un commercio elettronico.
Se ad esempio acquisto merce fatturata immagino che il costo della merce sia prezzo più IVA, quando vendo invece l’IVA non c’è più, questo vuol dire che non la dovrò dichiarare e versare, ma vuol dire anche che non potrò scaricarla, e quindi recuperare quella che ho pagato acquistando?
Grazie e cordiali saluti
Buonasera Marco, confermiamo che è come da te riportato.
Per i contribuenti nel regime forfettario, in fase di acquisto della merce l’Iva è un costo che non potrà essere recuperato.
Cordiali saluti
Salve,
Sono curioso di sapere se è possibile iscriversi al regime forfettario se vendo la merce usata? Sempre via e-commerce.
Grazie e cordiali saluti
Buongiorno, a nostro avviso è possibile applicare il regime forfettario anche per la vendita di beni usati.
Il regime forfettario in questo ambito è precluso nel caso in cui venisse applicato il regime speciale Iva, detto anche regime del margine.
Cordiali saluti
Salve, un’impresa nel regime forfettario che vende prodotti digitali (e-commerce diretto) è obbligata ad emettere fattura oppure può in alternativa limitarsi a registrare gli importi degli incassi nel registro dei corrispettivi?
Grazie
Buongiorno Giovanni, a nostro avviso, come per l’e-commerce indiretto, anche per l’e-commerce diretto non vi è obbligo di fattura se non espressamente richiesta dal cliente. Rimane l’obbligo di compilazione del registro dei corrispettivi.
Cordiali saluti
Salve, molto utile e chiaro, ho intenzione con la mia compagna di aprire un e- commerce, avendo fatto fiere per molti anni, di accessori di abbigliamento (cappelli prevalentemente) di feltro, fatti da noi, domanda, quali oneri contributivi incontreremo, se i primi 5000 euro sono tassati, se è consigliabile aprire l’attività singolarmente o meno, grazie e buona giornata
Buonasera Boris, consigliamo l’apertura di una ditta individuale per poter vendere online. I contributi previsti sono fissi. Se decidi di aprire l’attività valuta il nostro pacchetto Start Commercianti. Siamo a tua disposizione per ulteriori info sul servizio.
Cordiali saluti
Buongiorno,
l’articolo é veramente molto transparente e chiaro. Grazie!
Solo una piccola domanda, dicciamo io ho un business in dropshipping nel regime forfettario.
La natura di quel business é di vendere con un grande volume perché il margine é al ca. 20%.
Quindi se vendo con un grande volume, il mio fatturato supera VELOCEMENTE i 65.000 euro(anche giá in un mese…).
Devo allora cambiare il mio regime nell’anno successivo al ordinario?
E giusto che prendo per il calcolo il fatturato o deve prendere il reddito imponibile?
Grazie per la risposta
Florian
Buongiorno Florian, secondo la normativa in vigore, se si superano i limiti di 65.000 € l’anno successivo non si può applicare il forfettario. Il limite è riferito al fatturato.
Cordiali saluti
Buongiorno sono un architetto libero professionista in regime forfettario,
vorrei aprire anche un e-commerce in dropshipping (con prodotti anche di arredo) , vorrei sapere se le due attività sono compatibili senza perdere il regime forfettario, se si possono esercitare con la stessa P.I. oppure se è più conveniente o ne necessità una ulteriore per l’e-commerce.
Cordiali Saluti Fabrizio
Buonasera Fabrizio si è possibile le due attività sono compatibili ma occorre prestare attenzione all’aspetto previdenziale.
Non possiamo farlo nei commenti se desideri ulteriori chiarimenti prova il nostro servizio di assistenza forfettario. Un saluto
Salve,
L’articolo è stato molto utile e chiaro. Ho solo qualche dubbio sulla mia situazione.
Vorrei iniziare a vendere degli oggetti creati da me, principalmente collane e portachiavi. Avrei i requisiti per il regime forfettario. Vendendo online tramite piattaforme (ad esempio Etsy) in che categoria rientrerei? Nei commercianti o in altro?
Poi essendo dipendente part-time (intorno alle 24 ore) dovrei pagare i contributi inps?
Grazie
Buonasera Eleonora, vendendo online l’inquadramento richiesto è commercianti. Per avere la sicurezza di ottenere l’esenzione il contratto deve essere a tempo pieno.
Se vuoi aprire un e-commerce valuta il nostro pacchetto Gestione Forfettario a cui dovrai aggiungere la Pratica ComUnica. Cordiali saluti